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Lunedì sera sono andata alla cena organizzata da Gnammo alla Fondazione Fitzcarraldo in occasione del Digital Food Days.

Che cos’è Gnammo? È un social per mangiatori, un luogo in cui è possibile condividere le proprie abilità culinarie e la passione per il cibo. Offre a tutti – appassionati di cucina e cuochi professionisti – la possibilità di organizzare pranzi, cene ed eventi a casa propria, mettere alla prova la bravura ai fornelli e conoscere nuovi amici. Su Gnammo si può essere iscritti come Cuoco o come Gnammer. Il Cuoco crea menù, organizza eventi e li pubblicizza su Gnammo, poi riceve adesioni da parte degli Gnammer, decide se accettare o meno uno Gnammer in base ai giudizi ricevuti, e si mette ai fornelli. Lo Gnammer cerca posti in cui mangiare: può farlo da casa o in viaggio, in anticipo o “al volo”.

In qualità di Gnammer, sono andata quindi a provare i cuochi di Cucina-To alla Fondazione Fitzcarraldo. Non si trattava di cucina digitale, perché Cucina-To è una piccola gastronomia artigianale fondata da tre ragazzi laureati all’Università di Pollenzo; produce piatti pronti di qualità, cucinati con materie prime fresche e stagionali, coltivate ed allevate da produttori attenti al benessere dell’uomo, al rispetto degli animali e dell’ambiente.

Alcune considerazioni sulla cena e sulla comunicazione. La location: Fondazione Fitzcarraldo ha sede nella ex Tobler: un angolo di paradiso in mezzo al Bronx. La cena è stata imbandita nella sala riunioni: una sede inconsueta ma divertente. Peccato la lunga tavolata non abbia permesso di socializzare con le “ali” estreme del tavolo. Gnammo organizza cene social: allora perché non in piedi con possibilità di scambiare il commensale a lato? Personalmente detesto le cene ad effetto matrimonio e non amo il menù fisso con obbligo di mangiare tutto, ma la cena è stata ottima, servita con cura e certamente cucinata con passione. Ogni ingrediente “raccontato” e poi, fa la differenza sapere da dove arrivano le fragole che mangi.