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La piattaforma di crowdfunding dedicata alla cultura italiana

Natura = Cultura. Succede a Matera, si chiama Gardentopia.

Gardentopia è uno dei progetti più interessanti promossi dalla Fondazione Matera Basilicata per celebrare l’anno di  Matera  Capitale Europea della Cultura.

Gardentopia si rivolge agli spazi dismessi, alle aree abbandonate, alle periferie, a quelle zone che stanno ai margini dal centro, dal turismo e dagli scambi: un’utopia verde che intende trasformare questi luoghi dimenticati in aiuole, giardini, orti accessibili a tutta la cittadinanza.

Coordinati dalla curatrice artistica Pelin Tanartisti internazionali e architetti del paesaggio lavoreranno con la comunità, fianco a fianco con chi vive quei luoghi quotidianamente

Il 21 marzo,primo giorno di primavera,con la performance 100 Alberi per Gardentopia è stato inaugurato il Giardino Evolutivo della Fondazione Matera Basilicata 2019.

Dal 1982 natura e cultura insieme per la comunità.

L’evento ha tratto ispirazione dalla celebre opera di arte pubblica di Joseph Beuys, 7000 Oaks Trees (7000 alberi di quercia). L’artista tedesco nel 1982, in occasione della prestigiosa manifestazione di arte contemporanea Documenta 7 a Kassel, in Germania, ha proposto la piantumazione di 7000 querce nella città. Ogni albero era concepito come accoppiato ad una pietra in basalto. Il progetto venne terminato in cinque anni e da allora si è diffuso in altre città del mondo.

Al posto delle querce, nei giardini pubblici e collettivi della rete Gardentopia della Basilicata  sono stati piantati cento alberi di molte varietà di frutti minori (susino, corbezzolo, fico, cotogno, azzeruolo, carruba, mela ecc)   e la rete è così diventata un bene comune diffuso dal forte valore simbolico. Si tratta di  30 giardini di comunità individuati dalla Fondazione (6 a Matera, 1 a Potenza e 23 nel resto della regione).

Una festa in due fasi per una giornata memorabile.

La manifestazione del 21 marzo si è svolta in due parti ognuna condotta da due artisti, Luigi Coppola e Leone Contini. Il primo ha lavorato nel rione di Agna, a Casina Padula portando il suo approccio più umanistico illustrando l’origine delle piante. L’attività si è svolta insieme agli studenti  delle scuole elementari e medie del quartiere e a quelli dell’istituto agrario e del Liceo artistico di Matera avviando la trasformazione degli spazi antistanti la sede dell’Open Design School in un giardino di comunità attraverso un processo partecipativo festoso e allegro.

Leone Contini, ha portato il suo lavoro artistico ad un livello astratto e concettuale mirato alla trasformazione dei giardini da spazi estetici a spazi fruibili per la comunità.

Nel pomeriggio, si sono riuniti  i delegati di tutti i comuni che fanno parte della rete Gardentopia e gli abitanti del quartiere e i cittadini partecipando tutti insieme a un tour in risciò a tappe fra i giardini di comunità realizzati in città.

L’arte ha fatto la parte del leone con spettacoli e performance.

Le tappe sono state arricchite dalle  performance artistiche realizzate Luigi Coppola attraverso la piantumazione degli alberi : al Giardino dei momenti uno spettacolo di magia con l’associazione “La Capa o sciuc”; ad Agoragri performance di food design con Cozigha Nomade; alla Pascoli, giardino Spighe Bianche (esibizione dei Cantori Materani diretti da Alessandra Barbaro. Il tour si è concluso ritornando al casino Padula con la performance di Contini e un dj set.

Partner del progetto è Coldiretti che ha offerto i cento alberi e le cento balle di fieno che andranno a definire lo spazio di un grande anfiteatro all’aperto e che per tutta la giornata ha offerto della frutta ai partecipanti.

Il Giardino Evolutivo è un progetto partecipativo che vuole sperimentare insieme a una vasta rete di giardini collettivi una visione aperta della pratica della riproduzione vegetale. Il concetto guida è prendere le distanze dalla logica  della monocultura e dell’uniformità imposta dall’uomo a favore della contaminazione, della ibridazione e della complessità.  Portando  il messaggio a un livello livello sociale, il Giardino Evolutivo si pone come una rappresentazione della società attuale dimostrando concretamente come l’ibridazione porti nuova ricchezza liberando energie creative e risorse inaspettate.

Digita qui  il programma completo.

Redazione www.innamoratidellacultura.it

Turismo culturale. Ogni vacanza vale

È un dato di fatto che il nostro  patrimonio culturale piace moltissimo agli stranieri. Negli ultimi anni anche noi  italiani ci siamo accorti delle straordinarie meraviglie artistiche che abbiamo proprio sotto casa.

I dati Istat rivelano che ci siamo #innamoratidellacultura al punto da far registrare una crescita del 20% dal 2016 ad oggi.

Quali sono le mete preferite dagli italiani quando si tratta di cultura?

Le statistiche indicano il Veneto come prima scelta (16,5 per cento delle presenze nel 2010), a cui seguono Lazio (15,8 per cento) e Toscana (15,2). Tre stranieri su dieci invece vanno in Lazio (33,7 per cento), poi in Veneto (25,2 per cento) e Toscana (17,2 per cento).

Prima del terremoto l’Emilia Romagna era gettonatissima. Oggi molto meno.

Nelle destinazioni top vince sempre il tour “classico e romantico”  con le città d’arte in testa : Venezia, Roma Firenze.

Ma è il “turismo slow” il vero campione di preferenze. Esiste una nuova identità. E’ quella del  turista culturale. Si tratta di persone più selettive, dai gusti decisamente più sofisticati , amanti della natura, dell’arte e che in linea generale preferiscono un approccio più “lento” . Il cambiamento nei gusti illustra un modo di trascorrere le vacanze più umano, meno costoso e meditativo. Il turismo culturale è arricchito dal turismo enogastronomico che altro non è che un modo per conoscere la cultura dei luoghi passando attraverso le ricette tradizionali del luogo. L’Italia, da sud a nord, offre una varietà praticamente infinita di luoghi e di sapori. Il risultato è che nelle località di interesse storico e artistico, le presenze di italiane sono cresciute del 17 per cento e  quelle di stranieri del 54 per cento.

Dove vanno gli #innamoratidellacultura quando c’è un ponte o una vacanza?

Nord, centro o sud? Sud. Senza ombra di dubbio. Direzione? Calabria.

La curiosità ci ha spinti verso un piccolo centro del Vibonese che dall’inizio dell’anno sta registrando un numero di visitatori in costante e continua crescita. Stiamo parlando di Soriano Calabro.

L’attrazione esercitata da questo piccolo centro, situato in  provincia di Vibo Valentia è il concentrato di bellezze architettoniche e storiche immerse in  un paesaggio da mozzare il fiato.

Passeggiare al tramonto lungo le spettacolari  rovine dell’antico convento dei padri domenicani raso al suolo dal  terribile terremoto del 1783 è emozionante e magico allo stesso tempo .

Il monastero è un complesso monumentale risalente al 1550. In età barocca, divenne uno dei più ricchi e famosi conventi domenicani d’Europa ]ed uno dei santuari più frequentati dell’Italia meridionale. L’edificio  originale era formato da cinque chiostri, la chiesa era lunga quattro campate ed aveva sei cappelle laterali. Monumentale è una definizione azzeccata.

Oggi i resti più consistenti si riferiscono alla parte inferiore della facciata della chiesa barocca, mentre rimangono tutte le strutture portanti fino all’altezza del piano terra: l’intero complesso è stato oggetto di un restauro conservativo nel secondo dopoguerra.

In tema di cultura italiana, la Pasqua di Soriano Calabro è ricca di  tradizioni. Culinarie e religiose. Come in molto comuni del vibonese anche qui si tiene l’“Affruntata”, rievocazione dell’incontro tra il Cristo Risorto e sua Madre. Una processione meravigliosa seguita con partecipazione da centinaia di persone. Che finita la festa si godono le meravigliose creazioni della pasticceria locale.  In Calabria abbondano le ricette di biscotti di ogni forma e sapore.  Si dice che i dolci tipici di Soriano Calabro siano stati tramandati dal un monaco misterioso. Santo subito!  I suoi “marzelletti” gustosi e delicati sono vero e proprio un concentrato di bontà. uo a tutti, e buona visita!

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Regine, principesse, madame e madamine. Buon 8 marzo a tutte!

Per festeggiare degnamente l’8 marzo quale migliore occasione che visitare una mostra dedicata alle donne? A Torino, al primo piano di Palazzo Madama, è allestita  fino al 6 maggio 2019) l’esposizione di  opere ed  oggetti dal titolo eloquente :Madame Reali: Cultura e potere da Parigi a Torino” che documenta la vita e le azioni di due donne che, dal 1600 al 1700, impressero un forte sviluppo alla città e alla società locale trasformandola in una vera e propria città internazionale.

Stiamo parlando di Maria Cristina di Francia (Parigi 1606- Torino 1663) e di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours (Parigi 1644 – Torino 1663.

Il percorso museale conta su oltre 120 opere suddivise fra dipinti, arazzi, tessuti, gioielli, oggetti d’arte, ceramiche, disegni e oreficerie . Si tratta di un racconto che si snoda  fra le parentele delle case regnanti europee, le azioni politiche e culturali, le scelte artistiche che hanno condotto alla realizzazione dei palazzi, alle feste  sontuose, la moda e infine, l’attività religiosa.

Cristina di Francia, nata Chrestienne de France, era figlia di Enrico IV di Borbone, re di Francia, e dell’italiana Maria de’Medici. Nel 1649 viene data in sposa a Vittorio Amedeo I di Savoia all’età quindi di 13 anni.  Il tratto iniziale della mostra è una galleria di ritratti di famiglia. I due genitori, il fratello Luigi XIII e la sorella Enrichetta Maria andata in sposa a Carlo I Stuart, re d’Inghilterra.

Arrivata a Torino, Cristina, abituata ai fasti della corte francese,  instaura la moderna abitudine di festeggiamenti sontuosi e inaugura la stagione dei balletti di corte coreografati. Una novità assoluta che scuote la tranquilla e un po’ provinciale nobiltà piemontese. Sul versante architettonico, Cristina, la Madama Reale,  fa ingrandire e arredare due residenze extra-urbane: richiamando architetti del calibro di Carlo di Castellamonte per Villa Abegg  e il Castello del Valentino. Oggi, la prima è conosciuta come Villa della Regina e il secondo è sede della facoltà di Architettura.

Rimasta vedova, Cristina prende la reggenza per conto del figlio minorenne Carlo Emanuele  e affronta il conflitto con i cognati Maurizio e Tommaso Savoia-Carignano che si chiude solo con le nozze della figlia Ludovica con lo zio,  il Cardinal Maurizio e con il passaggio del figlio. Cristina muore nel 1663 lasciando il trono a Carlo Emanuele, primo dei suoi sette figli.

La moglie di Carlo Emanuele è Maria Giovanna Battista di Nemours. Giunta alla corte sabauda,le venne affiancato il soprannome di Madama Reale, già utilizzato da Cristina Maria per descriverne la provenienza dalla corte francese e la sua discendenza dalla casata reale francese.

Anche Maria Giovanna Battista, come già Cristina, restò vedova in giovane e età e divenne reggente per conto del figlio Vittorio Amedeo II. Durante il suo governo, amava  organizzare  feste magnifiche e dispendiose per la corte sabauda e spesso venne  tacciata di sperperi ed abusi del tesoro regio. Probabilmente la regina semplicemente utilizzava questa strategia per distogliere l’attenzione del figlio  e dei nobili dalla politica come già faceva a Parigi suo zio Luigi XIV. Donna intelligente e colta, quando il figlio salì al trono, si dedicò all’arte: per suo esplicito ordine molte vie di Torino vennero ampliate, furono costruite chiese e, in particolare, fu ammodernato il Palazzo Madama, per opera dello Juvarra.

Oggi 8 maggio, ricordiamo quindi due grandi donne del passato. Entrambe, dimostrando grandissima intelligenza e capacità, si sono destreggiate in un mondo di soli  uomini gestendo il potere politico con astuzia e, a volte, saggezza e forza.

Che cosa rimane oggi di tutto questo? La monarchia sabauda venne rafforzata da questa opera di “internazionalizzazione” e la città abbellita e migliorata. Le “Madame Reali” hanno veramente dimostrato di che cosa è capace una donna quando si trova nella stanza dei bottoni.

Entrambe sono state tacciate di essere eccessivamente libere o meglio, libertine. Per questo motivo alla fine della loro esistenza si sono convertite alla religione fondando ordini femminili e lasciti benefici. Oggi non accadrebbe più. Le “Madame Reali” occuperebbero spesso le prime pagine dei giornali esprimendo autorevolezza e potere.

Redazione  – www.innamoratidellacultura.it

Matera Capitale Europea della Cultura 2019: IN ViTRØ ~ Artificial sønificatiøn

“Per trovare una nuova intonazione, è necessario ripartire dal silenzio”. Con questo ossimoro presentiamo un altro dei progetti culturali che costituiscono l’ossatura del programma proposto da Matera Capitale della Cultura Europea 2019.

Si intitola IN ViTRØ ~ Artificial sønificatiøn ed è un progetto di “sound art”  che intende  indagare il rapporto tra suono e silenzio ascoltando la voce di Matera: tra le strade e nelle piazze, fino a intrufolarsi nei vicoli e dentro alle grotte. L’intero progetto nasce dalla frattura tra suono e silenzio e dall’osservazione per indagare le discontinuità e le ambiguità, materie prime di ogni forma d’arte.

Musica elettronica. Rumore e silenzio. Tuto questo è “sound art”.

Che cos’è la “sound art”?

La definizione fornita da Wikipedia recita: “La sound art è una disciplina artistica in cui il suono viene utilizzato come mezzo principal.. Come molti generi di arte contemporanea , la sound art può essere di natura interdisciplinare o essere utilizzata in forme ibride . La sound art può essere considerata un elemento di molte aree come l’ acustica , la psicoacustica , l’ elettronica , la musica noise , i media audio , il suono ambientale o ambientale , i paesaggi sonori, le esplorazioni del corpo umano, la scultura , l’ architettura , il film o il video e altri aspetti dell’attuale discorso dell’arte contemporanea. 

La sound Art è, quindi un vero e proprio genere di arte contemporanea che può spaziare in aree diverse fra loro.

Il programma proposto da IN ViTRØ ~ Artificial sønificatiøn è  articolato e prevede installazioni, residenze artistiche, performance, laboratori ed esposizioni vere e proprie.

La magia di scendere nelle viscere della terra. Matera sotterranea, affascinante e misteriosa.

Le attività artistiche proposte prevedono di attraversare  i luoghi vitali della città e della storia che custodisce: cisterne, ipogei, castelli e abbazie, per raccontare una nuova idea di silenzio e di suono.

Il  claim che viene proposto  “la città silente” pone l’attenzione al tema del rumore e del bombardamento a cui tutti noi oggi siamo sottoposti, proponendo il silenzio come antidoto e come simbolo di una nuova ecologia acustica.

ECHI D’ACQUA è un percorso sensoriale straordinario realizzato nel luogo che, possiamo considerare come il più magico di Matera. Si tratta del Palombaro Grande, la cisterna d’acqua sotterranea posta sotto alla città. Un posto ricco di echi dove le sonorità facilmente si trasformano in un’esperienza unica per l’ascoltatore.

IN VITRO EXHIBITION è una mostra di “sound art” con opere selezionate da una giuria internazionale

 PERFORMANCE installazioni artistiche e performance realizzate da artisti di fama internazionale e presentate per la prima volta in assoluto a Matera.

MUTE uno sguardo nuovo al cinema muto grazie alla realizzazione di nuove colonne sonore realizzate seguendo i dettami della moderna musica elettronica ed elettroacustica. Il risultato mira a creare nello spettatore una nuova concezione del rapporto suono-silenzio.

Installazioni, esibizioni, mostre, performance e residenze. Artisti internazionali e nazionali. A Matera, nel 2019.

IN VITRO EXHIBITION è stato realizzato dall’Associazione no profit OXOSConcept, attiva nella realizzazione e promozione di installazioni artistiche, di musica eloettroacustica contemporanea, e nella ricerca  degli aspetti scientifici, analitici ed  estetici della musica.

Partner di progetto:
ZKM [zentrum fur kunst und medientechnologie], Germania
GAUDEAMMUS MUZIEKWEEK, Olanda
Tempo Reale, Italia
Spaziomusica, Italia
Eu Japan Fest
Associazione Culturale GTA Basilicata, Italia
Lucana Film Commission, Italia
Comune di Montescaglioso, Italia
Comune di Irsina, Italia
Comune di Ferrandina, Italia
CRM Centro Ricerche Musicali, Italia
CeReNeM (Centre for Research in New Music, University of Huddersfield), Regno Unito
Artisti:
CRM Centro Ricerche Musicali, Italia
Edison Studio, Italia
Giulio Colangelo, Italia
Ryoichi Kurokawa, Giappone
Spaziomusica, Italia
Valerio De Bonis, Italia

Realizzato con il sostegno di BCC Basilicata

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Matera Capitale della Cultura 2019: Mammamiaaa!

Mammamiaaa! Cene social, con i piatti della tradizione.  Si presenta con questi claim il progetto vincitore promosso dall’architetto Andrea Paoletti e nato dal fortunato connubio fra Case Netural e la Fondazione Matera Basilicata.

Che cos’è Mammamiaaa? Facile da definire. Mammamiaaa è frizzante, divertente, inclusiva, golosa, innovativa e tradizionale allo stesso tempo. E’ un sistema di cene social distribuite in giro per tutta l’Italia e accomunate da un unico e fondamentale ingrediente: una ricetta di famiglia.

Obiettivo? Costruire una comunità di #innamoratidelciboitaliano…slurp!  Chiunque può partecipare purchè possieda una ricetta tramandata e abbia voglia di farla assaporare a parenti e  amici.

La scelta è libera fra pranzo, merenda o cena. Il pasto viene preparato e servito rigorosamente in casa dell’aspirante chef. E poi? Poi si entra a far parte dell’archivio digitale di Mammamiaaa inviando il filmato dell’assaggio e documentando la propria partecipazione.

Mammamiaaa. Andrea Paoletti founder e un gruppo di aspiranti chef

Con la cultura si mangia?

Mammamiaaa arriva  a Matera nei primi mesi del 2018, precisamente a Case Netural (una casa nel cuore di Matera in cui persone da tutto il mondo possono convivere, lavorare, incontrarsi,creare e innovare)  con un’installazione curata da John Thackara intititolata  “Atlas of Social Food” , un progetto in tre portate: un atlante di progetti sociali legati al cibo, un forum di social food curator europei per condividere buone pratiche e la pubblicazione di un Social Food Green Paper. http://www.fao.org/family-farming/detail/en/c/879668/

cene tradizionali in casa: il piacere delle relazioni autentiche

A settembre 2018, Mammamiaaa organizza la sua prima  grande cena di piatti di famiglia pensata per  creare un ponte tra generazioni attraverso la tradizione culinaria,  per raccontare le storie di queste terre e infine  per celebrare i meravigliosi modi in cui le comunità producono, consumano e si occupano del cibo nella loro vita quotidiana.

Habemus sponsor

Andrea Paoletti è un uomo dalle mille risorse.  Mammamiaa ha infatti trovato un partner che accompagnerà il progetto nel suo viaggio in lungo e in largo attraverso  la penisola . Si tratta della famosa marca di alimenti biologici Alce Nero. Il messaggio è chiaro. Mammamiaaa! con le sue cene porta con sé valori e tradizioni da tramandare, così come il cibo, se la materia prima è coltivata con metodo biologico e amore, porta il sapore originale della terra.

Per premiare la voglia di riunirsi attorno alla stessa tavola, raccontarsi e stare insieme, Alce Nero dona un buono sconto del 15% sulla spesa on line a tutti gli organizzatori di cene. Un motivo in più per ospitare a casa propria tanti amici e far diventare le ricette di famiglia un bene comune.

 

Redazione  www.innamoratidellacultura.it

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Heritage Games.

“L’UOMO È COMPLETAMENTE UOMO SOLO QUANDO GIOCA”.  Friedrich Schiller

Nel 1938 il filosofo Olandese Johan Huizinga nel saggio “Homo Ludens” definisce   l’importanza del gioco nella cultura e nella società come condizione  necessaria e indispensabile per la produzione di cultura.

Il gioco è un sistema  molto utile per testare modi diversi di progettare una  città. Serve per affrontare i problemi sociali, per vivere vicini o lontani e, comprensibilmente, sono un modo per condividere, per comunicare e per costruire una propria esperienza personale al di fuori della quotidianità.

Heritage Games progettati da Associazione Il vagabondo a Matera insieme a Plovdiv

Heritage Games progettati da Associazione Il vagabondo a Matera insieme a Plovdiv

Per celebrare la nomina a Capitale Europea della Cultura,  Matera e Plovdiv insieme coprodurranno una serie urban games  che, nel concreto,  verranno  realizzati  come  un festival specifico in entrambe le città e che porteranno a ripensare e trasformare lo spazio rurale e urbano.

Il Festival prende il nome di “n-Stories” e il suo  contenuto ruota attorno al tema del vicinato e della comunità.

Heritage Games

Heritage Games tavolo di progettazione in Danimarca

Per arrivare pronti al 2019, lo scorso 28 ottobre si è già svolta l’anteprima-test di “Penombra”, urban game  coprodotto dall’associazione il Vagabondo e Fondazione Matera Basilicata 2019, in collaborazione con Giallo Sassi, Teatro Pat, Fatti d’arte, Epoché, TouPlay e la UISP Basilicata.

“Penombra” è un  gioco di ruolo pensato per far correre i personaggi attraverso il tempo e realizzato trasformando la città con luci di scena, costumi, scenografie  futuristiche.

Giocare rende l'uomo libero di essere se stesso

Giocare rende l’uomo libero di essere se stesso

E’ possibile carpire qualcosa della trama dal sito www.penombragame.comin un mondo diviso e dimenticato, due fazioni nemiche si fronteggiano, lo scontro totale sembra inevitabile. Tu da che parte starai?”.

Il Festival  n-Stories si svolgerà a giugno, dal 13 al 18 a Matera.

Non puoi mancare!

Dal sito della Fondazione Matera Basilcata un'immagine di gioco

Dal sito della Fondazione Matera Basilcata un’immagine di gioco

Heritage Games è un progetto di Associazione Il Vagabondo e di  Fondazione Matera Basilicata

Partner di progetto:

Mythonaut, Finlandia
Partecipation design agency, Danimarca
Epochè, Italia
Scuola del viaggio, Italia
Fatti d’arte, Italia
Tou.Play, Italia
Giallo Sassi, Italia
Teatro PAT, Italia

Artisti:

Mike Pohjola, Finlandia

Bjarke Pedersen, Danimarca

Redazione  www.innamoratidellacultura.it

Al via le celebrazioni per i duecento anni di Giacomo Leopardi.

L’infinito di Giacomo Leopardi? Alzi la mano chi non l’ha studiato a scuola! Nel 2019 ricorrono i 200 anni del celebre poeta italiano e a Recanati i festeggiamenti saranno davvero straordinari.

Giacomo Leopardi. Al via i festeggiamenti per i 200 anni del celebre poeta italiano.

“Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.”

Casa Leopardi a Recanati oggi è un magnifico Museo.

 

Il prossimo 21 dicembre prende avvio a Recanati il progetto “Infinito” . Un anno intero di festeggiamenti con un calendario fitto fitto di mostre, spettacoli, conferenze, pubblicazioni dedicate al bicentenario di uno dei più celebri componimenti nella storia della poesia italiana.

Il nucleo  del progetto è rappresentato da una straordinaria esposizione del manoscritto vissano del celebre componimento a Villa Colloredo Mels.

Villa Colloredo Mels a Recanati

Infinito Leopardi” è un progetto promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario de L’Infinito di Giacomo Leopardi, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la partecipazione di Regione Marche, Comune di Recanati, Centro Nazionale Studi Leopardiani, Casa Leopardi, Centro Mondiale della Poesia e della Cultura e Università degli Studi di Macerata. http://www.leopardi.it/centro_mondiale.php

Il 21 dicembre avrà luogo la prima parte delle celebrazioni con la realizzazione di due sezioni espositive: la prima, curata dalla studiosa Laura Melosi, direttrice della Cattedra Leopardiana presso l’Università degli Studi di Macerata, dal titolo “Infinità / Immensità. Il manoscritto”. Questa mostra  vedrà la riscoperta del patrimonio leopardiano dei manoscritti di proprietà del Comune di Visso e la loro esposizione straordinaria a Villa Colloredo Mels insieme all’autografo de “L’Infinito”, cuore simbolico del progetto e si avvale, per la gioia di chi alle mostre vuole imparare divertendosi, di strumenti multimediali ne accompagnano la visione, la comprensione e consentono l’approfondimento della storia che lo ha condotto fino a noi.

L’infinito di Giacomo Leopardi compie 200 anni

 

La seconda sezione della mostra, intitolate C “Mario Giacomelli. Giacomo Leopardi, L’Infinito, A Silvia”, è  curata da  Alessandro Giampaoli e Marco Andreani, ed espone la  sequenza fotografica al centro di uno dei capitoli più affascinanti e meno indagati della storia della fotografia italiana del dopoguerra e dei rapporti tra letteratura e fotografia.

Saranno esposte “A Silvia”, il celebre foto-racconto ispirato all’omonima lirica di Leopardi, nella sua versione originale del ’64, di cui fino ad oggi si erano perse le tracce e in quella del 1988, insieme con la serie de “L’Infinito”.

Le celebrazioni continueranno nel periodo estivo fino all’autunno,  dal 30 giugno al 3 novembre 2019 (inaugurazione prevista il 29 giugno, giorno in cui cade il compleanno del poeta recanatese), con due mostre che ruotano intorno all’espressione dell’infinito nell’arte, “Infiniti” a cura di Emanuela Angiuli e “Finito, Non Finito, Infinito” a cura di Marcello Smarrelli, con uno straordinario percorso che attraversa l’epoca  romantica sino ad arrivare ai nostri giorni.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete

Oltre alle mostre, le celebrazioni saranno accompagnate da eventi collaterali curati da massimi esperti del panorama culturale italiano e internazionale con un’attenzione particolare per le nuove generazioni.

Per maggiori informazioni www.infinito.it e qui di seguito un breve vademecum per chi è interessato a trascorrere le festività facendo il pieno di cultura.

 

Orari di apertura: dal martedì alla domenica 10-13/15-18. Chiuso lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio

 Tariffe: biglietto unico mostra e circuito Recanati Musei intero 10 euro; ridotto 7 euro (gruppi minimo 15 persone, possessori di tessera FAI, Touring Club, Italia Nostra, Coop, Alleanza 3.0 e precedenti Adriatica, Bordest, Estense, gruppi accompagnati da guida turistica abilitata); ridotto 5 euro (Recanati Card, aderenti Campus l’Infinito, gruppi da 15 a 25 studenti); omaggio minori fino a 19 anni (singoli), soci Icom, giornalisti muniti di regolare tesserino, disabili e la persona che li accompagna.Con il biglietto di mostra si accede al circuito museale di Recanati: Musei Civici di Villa Colloredo Mels, Museo dell’Emigrazione Marchigiana, Museo “Beniamino Gigli”, Torre del Borgo.

Visite guidate: ogni sabato ore 17, su prenotazione 

Info e prenotazioni: Villa Colloredo Mels 071 7570410 – recanati@sistemamuseo.it

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

 

Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Materre, un film collettivo.

Rete Cinema Basilicata, il network dei professionisti e delle imprese cinematografiche della Basilicata, è uno dei 27 project leader selezionati dalla Fondazione Matera-Basilicata2019 per la realizzazione del progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 “MaTerre, Cantiere Cinepoetico Euromediterraneo”.

Matera Capitale Europea della Cultura 2019

Innamoratidellacultura per Matera2019. Progetto Materre.

Questo progetto culturale è  finalizzato alla produzione di un film di poesia innovativo in realtà immersiva a 360° . Il film è il punto finale del progetto perchè il nucleo dell’idea creativa si svilupperà    all’interno di un workshop che si terrà a Matera dal 18 aprile 2019 al 2 maggio 2019.

Di che cosa si tratta? 

Il workshop è stato pensato come evento esperienziale.   5 filmakers dell’ area euromediterranea (senza alcun limite di età) esperti in  tecniche di ripresa e post-produzione di film in realtà immersiva a 360° verranno ospitati e, durante la residenza, produrranno idee da restituire come parte del film. partendo da un tema di riflessione comune,

Il reportage degli innamoratidellacultura nell calendario eventi di Matera Capitale Europea della Culura 2019. Progetto Materre.

Il reportage degli innamoratidellacultura nell calendario eventi di Matera Capitale Europea della Culura 2019. Progetto Materre.

Ognuno dei  filmaker, infatti, utilizzando come base la lla poesia “La Mia Bella Patria” di Rocco Scotellaro, dovrà lavorare assieme a uno dei 5 poeti invitati al workshop  ed arrivare quindi a  produrre un episodio di circa 15 minuti del film collettivo. Il concetto è molto simile al gioco delle storie fantastiche che si faceva a scuola per creare svolgimenti narrativi e finali incredibili.

Da quanto posso interpretare, la  produzione di ogni episodio dovrà essere frutto dell’interazione tra i filmaker,  i poeti invitati a cui si aggiungerà la partecipazione della comunità locale materana, in un processo esplorativo di poesia,  luce, suono e  paesaggio della città.

L’elemento clou del workshop esperienziale che aggiunge valore e contenuto sarà il confronto che partecipanti potranno avere con alcuni prestigiosi mentori ospiti  provenienti dai settori  della poesia, del cinema, del diritto e dell’antropologia.

Cinema e poesia

Cinema e poesia in un progetto di condivisione creativa che nasce dal basso: Materre di Rete Cinema Basilicata

Infine, i filmmaker e i poeti invitati, con la supervisione dei Direttori Artistici e del coinvolgimento  degli abitanti di Matera, realizzeranno un film partecipato lavorando al primo esperimento filmico di con-cittadinanza attiva.

Tutto l’intero progetto sarà crossmediale cioè  prevederà ampio uso di tecnologie e strumenti digitali sia in fase di produzione che di diffusione evitando ogni spreco e puntando al riuso, alla condivisione, alla sostenibilità ambientale ed energetica.

Il film realizzato, verrà  presentato in anteprima mondiale a Matera nel mese di settembre 2019.

Workshop esperienziale per Materre

Cinema e poesia in un progetto di condivisione creativa che nasce dal basso: Materre a

Dopo questa data   “Materre”   verrà  fatto circuitare in tutta la rete internazionale dei partner di progetto.

L’opera avrà una licenza Creative Commons, rilasciata sul web e sarà proprietà del patrimonio culturale generato da Matera2019.

redazione www.innamoratidellacultura.it

contatti progetti@innamoratidellacultura.it

 

Innamoratidellacultura per Materre

Cinema, poesia e cittadinanza attiva in un progetto di condivisione creativa che nasce dal basso: Materre di Rete Cinema Basilicata

 

 

Matera Capitale Europea della Cultura. Atlante delle Emozioni delle Città.

Nell’ambito del ricco programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, emerge per la sua caratteristica di non convenzionalità “l’Atlante delle Emozioni delle Città”.

Il progetto, ideato dall’Associazione Teatro dei Sassi, propone una  visita delle città attraverso l’utilizzo  di una Mappa Emozionale realizzata raccogliendo le memorie e i racconti degli abitanti e, via via, degli stessi visitatori.

Atlante delle emozioni delle città” è un progetto culturale ,coprodotto insieme alla Fondazione Matera – Basilicata 2019 , individua Matera come città dove sperimentare per la prima volta questa  modalità di ascolto e valutazione del “sentiment” delle persone. Nell’era della disintermediazione e del digitale si tratta sicuramente di una modalità di contatto con le  persone veramente nuovo.

Come è stato impostato lo studio?

A Matera, più di 300 abitanti ( selezionati in tutte le fasce di età ed estrazione sociale) nei mesi scorsi hanno elaborato la propria “mappa emozionale”, segnando su una cartina della città, e raccontando a parole, i luoghi dove sono accaduti avvenimenti personali particolarmente significativi nella propria esistenza.

L’insieme di tutte le mappe, dopo un lavoro di selezione e trasformazione artistica, andrà a comporre una  Mappa emozionale definita ‘madre’. Questo primo capitolo dell’Atlante, denominato “La secretissima camera de lo core” sarà quindi un allestimento interattivo formato da memorie e da racconti.

I Sette dolori

“La secretissima camera de lo core” diventerà un luogo dove gli spettatori in visita potranno sperimentare questa nuova modalità di visitazione della città, più verticale e immersiva, grazie allo scambio con gli abitanti e ad un percorso narrativo e performativo.

Il direttore artistico dell’Associazione Teatro dei Sassi, Massimo Lanzetta ha dichiarato: “Si può cogliere la verità di un luogo solo intessendo una relazione con coloro che in diversi modi la vivono. I racconti segreti degli abitanti delle città sono la scintilla che illumina i luoghi. Con questa vivida luce intendiamo illuminare il terzo piano della Biblioteca Provinciale di Matera, dove allestiremo la Secretissima camera de lo core“.

Il progetto, in modalità differenti, proseguirà anche dopo il 2019 mantenendo la sua struttura basata su segreti, memorie e emozioni componendo una “realtà aumentata” della città, alla cui costruzione e ampliamento contribuiscono e attingono sia i visitatori che gli stessi abitanti.

Presentazione del progetto

Il direttore della Fondazione Matera Basilicata, il torinese Paolo Verri ha dichiarato: “Da sempre con Matera 2019 abbiamo impostato il racconto della città basato sulle persone. La sfida di Matera 2019  è far diventare ciascun abitante protagonista, senza pensare che ci sia bisogno obbligatoriamente di un’istituzione, o più generalmente delle risorse pubbliche, per migliorare la realtà. In questi anni, la Fondazione ha cercato di costruire questa rete di persone che, dopo il 2019, dovrà avere la capacità di lavorare insieme per rendere la Città autonoma. La scelta di questo progetto nasce perché mette in luce la capacità di raccontare le cose attraverso la soggettività, l’individuo, le emozioni creando una grande storia collettiva. Arricchire l’ambito locale attraverso la narrazione e non creare distanza tra gli abitanti culturali e gli abitanti temporali sono due valori straordinaria del progetto. Ringrazio il Teatro dei Sassi e i cittadini per il lavoro svolto. Apprezzo molto che l’Atlante delle emozioni delle città inizi il suo viaggio da Matera, ma l’Atlante può essere costruito in qualsiasi altra città perché, come sosteniamo noi di Matera 2019, gli archivi sono deposito di oro contante della nostra memoria che devono servire a ravvivare la nostra cultura.” 

La manager culturale dell’evento “Matera Capitale Europea della Cultura” Arianne Bieou sottolinea che questo progetto culturale, per il suo carattere innovativo e co-creativo ” rientra nel  cluster della Poetica della Vergogna. Nel caso di Matera 2019, la vergogna è un valore perchè oggi può essere bellezza, emozione, riscatto: è un tema fondamentale per il 2019 e per la nostra programmazione e, in questo contesto, l’Atlante delle emozioni delle città, per la sua durata e la sua forma, assume un ruolo importante. La caparbietà dell’Associazione Teatro dei Sassi nel creare una comunità, raccogliendo memorie, segreti, racconti è molto apprezzata da noi”.

Quando sarà possibile visitare la “Secretissima Camera de lo core”?

‘La secretissima camera de lo core’, che sarà visitabile da marzo a luglio 2019, sarà allestita presso la Biblioteca Provinciale di Matera grazie all’appoggio e accoglienza  da parte della Provincia di Matera, nella persona del Presidente De Giacomo e della consigliera alla cultura Anna Maria Amenta. I  dipendenti della struttura sono entusiasti e certamente collaboreranno con grande entusiasmo.

“La convenzione con il Teatro dei Sassi, associazione culturale storica della città, a cui è stata data la possibilità di usufruire, per la durata del progetto, di alcuni spazi al 3° piano della biblioteca, – ha evidenziato il presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo – è una buona pratica di collaborazione tra le istituzioni e il mondo associativo. Una  collaborazione che ha anche la forte valenza di avvicinare sempre più persone alla Biblioteca Stigliani attraverso i processi inclusivi e partecipativi che il Teatro dei Sassi sta già praticando e mediante la visita pubblica dell’istallazione prevista nel 2019 nei luoghi assegnati al terzo piano”. 

Che cosa c’entra Alessandro Baricco con Matera?

Atlante delle emozioni delle città ha attivato una collaborazione con la Scuola  Holden di Torino e, in particolare, con il suo fondatore, lo scrittore Alessandro Baricco , con l’artista visivo  Stefano Faravelli, la coreografa-danzatrice Heike Hennig di Lipsia e lo scenografo e artigiano della luce Paolo Baroni.

“La Scuola Holden prende parte al progetto inviando a Matera una squadra composta da quattro studenti diplomati i quali, per  tre settimane, rimarranno in costante contatto con la realtà cittadina e con la sensibilità dei suoi abitanti. Il loro compito sarà quello di  leggere, selezionare e organizzare i materiali dei mappatori raccolti dal Teatro dei Sassi.

Questo lavoro verra restituito  in una mostra che nel 2019 racconta la città di Matera nella forma di una grande mappa. Durante il processo di spoglio e di lettura delle mappe, la squadra della Scuola Holden individuerà alcuni nuclei narrativi forti che verranno quindi tradotti in quindici racconti, dopo aver letto i quali lo scrittore Alessandro Baricco narrerà la sua visione di Matera.

Ed è proprio a partire da queste storie  che, nel 2020, il Teatro dei Sassi costruisce un itinerario emotivo della città”.

Vi abbiamo incuriositi? L’anno della Cultura inaugurerà a Matera il 19 gennaio 2019. Affrettatevi a prendere un biglietto e un posto per dormire!

Emanuela Negro-Ferrero  www.innamoratidellacultura.it

Storie di comunità in… una scatola di latta!

Riscoprire la comunità attraverso la poesia, la memoria e  la cultura locale.

E’ proprio vero. Per andare avanti occorre guardare indietro. Per dare nuova forma al nostro futuro dobbiamo guardare al nostro passato. O, meglio ancora, dentro ad una scatola di latta.

La storia che vi raccontiamo prende il via da una domanda: come contribuire allo sviluppo del proprio territorio all’indomani di una laurea in Scienze per la cooperazione e lo sviluppo? 

A interrogarsi è Gianluca Palma, che si definisce il custode sociale di una scatola molto particolare, uno scrigno di beni comuni, raccolti come fiori con riguardo e cura, camminando per le vie dei paesi del sud della Puglia. Con uno statuto per la costituzione di un’Associazione di Promozione Sociale, scritto ma lasciato in un cassetto, la Scatola di latta è formata da un gruppo spontaneo di persone, che opera da tre anni principalmente sul territorio della provincia di Lecce, rivolgendo però lo sguardo a tutto il meridione.

La Scatola di latta nasce con l’intento di promuovere occasioni di conoscenza e di coinvolgimento delle comunità locali, attraverso passeggiate esplorative spontanee e incontri di convivialità, con un chiaro invito a scoprire la bellezza, promuovendo un’educazione estetica e poetica per tutti. Passeggiate itineranti per paesi e paesini, tra paesani e con i paesani, per abilitare i cittadini alla partecipazione culturale a sostegno della valorizzazione diffusa dei patrimoni locali esistenti.

Succede nel Basso Salento. Passeggiare per concedersi di curare lo sguardo, per scoperchiare prima di custodire, passeggiare per spiare dietro un balcone, per accorgersi di un dettaglio architettonico forse mai davvero guardato. Passeggiare perché chissà chi viene stasera, chissà chi spontaneamente leggerà una sua poesia, chi metterà a disposizione la sua arte, chi rivelerà i segreti del suo antico mestiere. Passeggiare insieme per ascoltare la spontanea declamazione di un verso del paesologo Franco Arminio o per stupirsi, perché accanto ad un noto poeta come Vittorio Bodini, c’è uno scrittore locale ancora da scoprire e da svelare.

 

Storie di ordinaria resilienza.

Passeggiate spontanee che richiedono l’avanscoperta e lo scouting di un gruppo più ristretto di volontari che svolgono un’attività di promozione e di valorizzazione del capitale sociale, culturale, umano sui territori.

Sono già sessanta i paesi salentini per ora in custodia sociale nella scatola, che si avvia verso il raggiungimento del numero complessivo di paesi battuti a piedi nella provincia leccese, senza tralasciare alcune esperienze realizzate fuori dalla provincia, come anche in Molise e in Basilicata, con la prospettiva futura di esportare le storie per condividerle con un pubblico più ampio.

Passeggiate spontanee, ma anche inedite e irripetibili, perché difficilmente si ritorna nello stesso paese e, quando accade, il ritorno comporta l’attivazione di altre energie e competenze ad arricchire nuovi sguardi, nuove sinergie e nuove scoperte.

Comunità erranti di persone si ritrovano spontaneamente a passeggiare per conoscere e conoscersi, per ascoltare e ascoltarsi, per raccontare e raccontarsi di storie di erranza ma anche di restanza.

Storie di ordinaria resilienza e di straordinario amore, proprio come il titolo di uno degli incontri conviviali organizzati, che si articola in più appuntamenti attorno a storie che raccontano comunità resilienti e generative. Come la storia di due coniugi ottantenni, che si avvicinano alla chiusura della loro attività commerciale in un piccolo paese del sud e, che saranno protagonisti di uno dei prossimi incontri calendarizzati. Questo è riscoprire il valore della comunità!

Storie di beni comuni materiali e immateriali, tangibili e intangibili, manifesti e nascosti, di difficile censimento. Storie di grande ricchezza e valore sociale, particolarmente meritevoli di essere ri-conosciute, preservate e custodite gelosamente per salvaguardarne la memoria. Storie che assicurano nuove immersioni nell’immaginario e che, in una immensa rete di scambi, innescano processi creativi che rimodulano il rapporto delle comunità con il territorio di appartenenza.

Gianluca e i suoi amici non sono guide turistiche nel senso tradizionalmente inteso, ma praticano invasioni dolci per realizzare ponti e contaminazioni fra contesti, organizzazioni e persone diverse e, quindi, per sviluppare quel capitale sociale che rafforza e crea i legami nelle comunità.

Presso Tuglie

Gli incontri e gli eventi della Scatola di latta sono totalmente in forma gratuita, con l’azione propositiva, estranea alla logica dei bandi e dei finanziamenti, di “sperimentare una forma alternativa non istituzionalizzata” di coinvolgimento delle comunità offline e online, favorendo processi partecipativi e stimolando sul territorio il networking fra gli attori delle comunità.
Si cerca, da un lato, di rammendare, nel senso di riallacciare le risorse e le competenze di cui è ricco il territorio per ricucire relazioni di fiducia e di reciprocità, permettendo quel baratto culturale tra persone che mettono a disposizione i propri saperi, conoscenze e arti; dall’altro di facilitare connessioni e opportunità per progettualità d’azione con altri attori sui territori. Un lavoro di tessitura di relazioni, che partendo dalla costruzione stessa della comunità ne promuove la capacitazione. Memoria e identità di paesi, paesini e paesani, custodite gelosamente in una scatola di latta: beni comuni di cui occuparsi per una responsabile maturità civile e sociale.
Ci sono tutte le componenti per una infrastrutturazione culturale tra territori e comunità.

 

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