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nft come strumento per il crowdfunding

Crowdfunding con gli NFT

Ciao amante del crowdfunding culturale e… benvenuto sul nostro blog!

Sei pronto a scoprire uno degli strumenti più efficaci e chiacchierati del momento per creare una community intorno ai tuoi progetti artistici? Sì, hai proprio indovinato, sto parlando degli NFT!

Ma aspetta, sai che cosa sono esattamente gli NFT? Beh, in poche parole, gli NFT sono dei token unici e non replicabili che vengono utilizzati per rappresentare asset digitali, come per esempio opere d’arte, musica o video. Grazie alla tecnologia blockchain, gli NFT offrono la possibilità di autenticare e certificare la proprietà di un’opera d’arte digitale, conferendo valore e,soprattutto, unicità all’opera stessa.

Ma ritorno all’ obiettivo principale di questo post: la creazione di una community.

In questo senso gli NFT possono aiutare in diversi modi. Innanzi tutto, possono essere utilizzati come strumento di incentivo per i sostenitori del tuo progetto. Per esempio, potremmo creare una serie limitata di NFT rappresentanti il tuo lavoro, e offrire questi token come ricompensa a chi supporta il tuo crowdfunding. Geniale!

In questo modo, non solo stai offrendo ai tuoi sostenitori qualcosa di unico e prezioso, ma stai anche creando una specie di club esclusivo di persone che condividono la tua passione e lo stesso interesse per il tuo progetto.

Se guardi bene, gli NFT possono diventare un sistema per i nostri sostenitori di interagire con il tuo lavoro usando una modalità nuova e interessante. Ad esempio, si potrebbero utilizzare gli NFT per creare una sorta di “caccia al tesoro” all’interno della tua opera d’arte digitale, oppure per offrire l’accesso esclusivo a contenuti speciali e segreti.

Ma non è tutto: gli NFT possono anche essere utilizzati come strumento di marketing. Il fatto che un’opera d’arte digitale abbia un NFT rappresentante la sua autenticità e unicità può renderla ancora più desiderabile per i potenziali sostenitori. Il concetto della “rarità di un bene” è sempre valido.

La possibilità di acquistare un NFT rappresentante l’opera d’arte digitale può creare una sorta di “mormorio ” intorno al progetto, e il “buzz” si sa, può dare a una maggiore visibilità e, alla fine dei conti, un maggior coinvolgimento della persone che fanno parte della community.

Ma, come sempre, la pratica fa il maestro, quindi ti lascio qui alcuni esempi di come gli NFT possono essere utilizzati in modo efficace per la creazione di una community intorno a un progetto artistico:

  • L’artista digitale Trevor Jones ha creato una serie di NFT rappresentanti una versione digitale del suo celebre dipinto “The Bitcoin Angel”. Grazie a questa iniziativa, ha creato una sorta di club di appassionati di criptovalute e di digital art.
  • L’artista musicale 3LAU ha utilizzato gli NFT per creare una versione “decentralizzata” del suo ultimo album, in cui ogni traccia è rappresentata da un NFT unico. In questo modo, ha offerto ai suoi sostenitori una nuova e innovativa esperienza musicale creando al contempo una community di appassionati della sua creazione.
  • La street artist Mad Dog Jones ha creato una serie di NFT rappresentanti le sue opere d’arte digitali, offrendoli come ricompensa ai sostenitori del suo crowdfunding.
  • Il collettivo di artisti digitale CryptoArtists ha utilizzato gli NFT per creare una piattaforma di scambio di arte digitale basata sulla tecnologia blockchain.

Per concludere, gli NFT possono essere utilizzati in modo creativo e innovativo per coinvolgere la community intorno ai vostri progetti artistici e renderli ancora più preziosi e desiderabili.

Se quindi sei un artista o un creator e vuoi sperimentare questa nuova tecnologia, non esitare a fare qualche ricerca e scoprire come gli NFT possono aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di crowdfunding e creare una community di appassionati del tuo lavoro creativo.

Se sei interessato a creare la tua gallery di NFT, potresti voler considerare di fissare una consulenza con uno dei nostri project manager.

Possiamno davvero aiutarti a navigare il mondo dei NFT e a creare una strategia efficace per lanciare la tua collezione.

Ecco alcune delle cose che potresti aspettarti da una consulenza con uno dei nostri project manager:

  1. Valutazione del tuo lavoro: il project manager valuterà il tuo lavoro e ti aiuterà a determinare quali opere d’arte o creatività potrebbero funzionare meglio come NFT.
  2. Consulenza sulla blockchain: il project manager ti spiegherà come funziona la tecnologia blockchain e come utilizzarla per creare i tuoi NFT. Quale blockchain scegliere e con quali modalità.
  3. Strategia di lancio: il project manager ti aiuterà a creare una strategia di lancio per la tua collezione di NFT, che potrebbe includere la creazione di una campagna di crowdfunding, la scelta della piattaforma di NFT giusta fino ad arrivare alla promozione della tua collezione su social media e altre piattaforme.
  4. Supporto continuo: il project manager ti offrirà supporto continuo durante tutto il processo, dalla creazione dei tuoi NFT alla vendita e alla distribuzione.

Insomma, se vuoi creare la tua gallery di NFT e non sai da dove iniziare, siamo qui per aiutarti a realizzare i tuoi obiettivi e a creare una community di innamorati della tua arte.

Contattaci oggi stesso per saperne di più!

Redazione – progetti@innamoratidellacultura.it

crowdfunding

Crowdfunding Culturale: come comunicare al meglio la tua campagna.

Il crowdfunding culturale è un modo efficace per finanziare progetti culturali e artistici. Ma, per ottenere successo, è importante saper comunicare in modo adeguato la propria campagna. Ecco alcuni consigli per aiutarti a ottenere il massimo dalla tua campagna di crowdfunding culturale.

  1. Sviluppa una strategia di marketing efficace: La comunicazione è fondamentale per il successo di una campagna di crowdfunding. Assicurati di avere una strategia di marketing solida che comprenda l’utilizzo dei social media, la posta elettronica e il coinvolgimento dei media locali.
  2. Crea un video emozionante: Un video emozionante può fare la differenza nella tua campagna di crowdfunding. Mostra il tuo progetto in modo creativo e coinvolgente per attirare l’attenzione dei potenziali finanziatori.
  3. Coinvolgi la tua comunità: Coinvolgi la tua comunità nella tua campagna di crowdfunding. Chiedi ai tuoi amici e alla tua famiglia di condividere la tua campagna sui social media e di sostenerla finanziariamente.
  4. Scegli la piattaforma di crowdfunding giusta: La scelta della piattaforma di crowdfunding giusta è fondamentale per il successo della tua campagna. Noi di Innamorati della Cultura siamo specializzati in campagne di crowdfunding culturale dal 2014 e possiamo offrire una piattaforma tailor made per soddisfare le tue esigenze.

Ci sono tanti esempi di campagne di crowdfunding culturale di successo. Molte le puoi vedere pubblicate sul nostro sito ma questa che ti raccontiamo è stata davvero speciale.

Nel 2016, il Museo d’Arte Antica di Roma lanciò una campagna di crowdfunding per finanziare il restauro delle sue collezioni storiche. La campagna aveva lo scopo di raccogliere fondi da privati, organizzazioni e aziende interessati a sostenere la conservazione della cultura e dell’arte italiana.

La campagna fu un successo, raccogliendo oltre 1 milione di euro in soli tre mesi. Il museo ha utilizzato i fondi raccolti per restaurare quadri, sculture e opere d’arte, creare nuovi spazi espositivi e migliorare l’accessibilità per i visitatori con disabilità.

La campagna di crowdfunding ha anche attirato l’attenzione dei media e del pubblico, aumentando la visibilità e la reputazione del museo. Inoltre, ha coinvolto la comunità in un progetto importante e ha permesso a molte persone di diventare parte attiva della conservazione del patrimonio culturale italiano.

Questo esempio dimostra che il crowdfunding culturale è una soluzione efficace per finanziare progetti culturali e artistici e che, grazie alla tecnologia blockchain, le transazioni sono rapide, sicure e trasparenti.

La nostra piattaforma, specializzata in campagne di crowdfunding culturale dal 2014, è in grado di supportare la realizzazione di progetti simili con successo.

La chiave per una campagna che raggiunge, o supera, il suo obiettivo di raccolta è la comunicazione.

Per comunicare una campagna di crowdfunding culturale in modo efficace, è necessario definire una solida strategia di comunicazione e un budget adeguato. La comunicazione gioca un ruolo fondamentale nell’esito di una campagna di crowdfunding, poiché permette di raggiungere il pubblico giusto e di generare l’interesse e l’entusiasmo necessari per ottenere il sostegno finanziario.

Per iniziare, è importante identificare il proprio pubblico di riferimento e definire le piattaforme più appropriate per raggiungerlo. Ad esempio, se il pubblico di riferimento è formato principalmente da appassionati di arte, potrebbe essere utile concentrarsi sui social media specializzati in arte e sui siti web di cultura.

Inoltre, è importante definire un budget per la comunicazione, che possa coprire i costi di produzione di materiali promozionali, come video, immagini e post sui social media, e per la pubblicità sui siti web pertinenti.

Per rendere la comunicazione ancora più efficace, è fondamentale che sia coerente con il progetto e che trasmetta la passione e l’entusiasmo per il progetto stesso. Infine, è importante tenere traccia dei risultati della comunicazione, in modo da poter apportare eventuali modifiche e migliorare la strategia nel tempo.

Con una solida strategia di comunicazione e un budget adeguato, una campagna di crowdfunding culturale avrà maggiori possibilità di successo, e potrà contribuire a finanziare progetti culturali di grande importanza.

Il successo di una campagna di crowdfunding culturale dipende certo da molti fattori ed è per questo che è importante sapere che è necessario dedicare tempo e risorse, anche economiche, per delineare ed attuare il proprio piano d’azione.

Non tutti tuttavia hanno le competemze o il tempo per agire da soli. Se sei in questa situazione o vuoi investire in una comunicazione di successo, il nostro team è a tua disposizione per supportarti al 100%. Possiamo creare la strategia di comunicazione oppure offrirti supporto professionale tramite call one to one con uno dei nostri coach ed aiutarti ad ottenere il massimo dalla tua campagna di crowdfunding culturale. Il nostro obiettivo è quello di sostenere il tuo progetto perché diventi un vero successo.

Se hai un’idea e vuoi sapere se può essere finanziata con il crowdfunding scrivi a:

progetti@innamoratidellacultura.it e fissa la tua call gratuita con uno dei nostri project manager.

Emanuela Luisa Negro Ferrero

Crowdfunding per l’arte? Yes.Always.

La cultura e gli operatori culturali italiani hanno sofferto duramente a causa della pandemia. Gli eventi annullati, l’impossibilità di esporre le proprie opere in mostra e l’assenza di aiuti statali hanno creato una situazione estremamente difficile da affrontare e da recuperare.

Lanciare una campagna di crowdfunding culturale oggi significa comprendere che esiste il modo per mettere in moto dinamiche e comportamenti atti a stimolare  nelle persone l’interesse a partecipare (e farsi quindi supportare economicamente)

Ormai è noto che che proporre una raccolta fondi per la propria idea artistica è utile in primo luogo  a validare l’idea progettuale secondariamente serve per raccogliere una comunità di persone interessate al  progetto.

Individui che per naturale conseguenza lo sostengono economicamente, lo condividono e lo supportano. In ogni modo possibile e con qualsiasi mezzo a disposizione, tradizionale e digitale.

Recentemente abbiamo messo online la campagna promossa da Studio Urbana  di Roma. Si tratta di un  progetto ambizioso dall’indubbia valenza artistica che prende il nome di:  White, un cammino all’interno degli archivi reconditi ed artistici dell’artista Barbara Duran”.

Citiamo direttamente dalla pagina della campagna : il progetto White è dedicato a tutti coloro che fuggono dalle guerre, dalle ingiustizie, dalla tortura. Alle donne, alle madri, alle sorelle, agli uomini, ai fratelli, ai figli. A tutti gli esseri viventi che soffrono e che hanno il diritto di vivere. Dedicato alle nostre sorelle e ai nostri fratelli.

Ci è sembrata subito una call to action interessante, forte, di sicuro valore sociale oltre che artistico. Ma che cos’è White?  White è  un percorso che racconta e raffigura personalità femminili dell’iconografia antica e moderna – dipinte su tele di diversi formati che destrutturano le regole di pittura canoniche –  concepito per  proporre all’osservatore  un dialogo fra segno pittorico e spazio e  sollecitare una risposta emotiva.

White intende dimostrare come l’arte possa diventare strumento efficace per la trasformazione di un pensiero legato ad un’iconografia classica spostando in questo modo  l’asse dal piano visivo a quello delle sensazioni.

WHITE è un lavoro di sottrazione nelle sovrapposizioni sensoriali e strutturali che annebbiano l’immagine oggi, vuol essere la porta che attraverso il rumore bianco, possa aprire la percezione all’empatia. Icone contemporanee del mondo introducono a comprendere che la gioia e il dolore che si scontrano nell’esistenza dell’umanità possano ricondursi in essenza ad un’ assenza della percezione dell’altro, che è altro da noi solo se volutamente ignoriamo che il nostro essere , è, solo nella relazione ad un altro da sé , nel presente del tempo, nella comprensione della differenza.


Il progetto espositivo WHITE include molteplici linguaggi visuali: video, disegno e pittura ed è strutturato su  quattro cicli di opere di cui tre sono già state presentate in preview a Parigi, Torino ed al Castello di Santa Severa. Con il patrocinio di: MiBAC / Sovrintendenza  Archeologica, Belle Arti e Paesaggio  per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, Lazio Crea, Coop Culture, visitlazio.com, Comune di Santa Marinella, Fondazione Il Gabbiano Rome/New York, Fondazione Valentina Moncada, WithoutBorders Film Festival, Centre  Culturel Italien, Galerie Metanoia.

Dove avverrà la mostra?

La mostra avrà  sede nell’ex Cartiera Latina,tra i pochi impianti industriali sopravvissuti nella città di Roma, una struttura unica nel suo genere ed eccezionale per la posizione strategica a ridosso delle Mura Aureliane, lambita per tutta la sua lunghezza dal fiume Almone che unisce idealmente l’Appia Antica alla via Cristoforo Colombo.

Quando potremo immergerci nelle opere esposte da White?

L’evento si svolgerà nell’autonno del 2021. La programmazione era per aprile ma il lockdown e le misure di contenimento hanno rallentato il percorso, ecco perché adesso è importante partecipare alla campagna di crowdfunding per arrivare pronti alla data di apertura.

Chi decide di partecipare a una campagna di crowdfunding sceglie il progettista prima ancora del progetto.

Che cos è Studio Urbana? La sede è a Roma. Si tratta di  uno spazio indipendente di produzione culturale, creato e diretto dagli artisti Barbara Duran  e Corrado de Grazia in cui la parola ricerca fa da garante non solo nella produzione artistica ma anche nel pensiero alla base di questa.

Possiamo certamente affermare che Studio Urbana sia una bottega, come quelle dei grandi maestri di una volta. Un luogo dove  le idee creative nascono dallo  scambio fra artisti prendendo forma e vita.

Chi è Barbara Duran?

Barbara Duran è un’artista nel vero senso della parola. Italiana, cosmopolita, lavora attraverso molteplici linguaggi spaziando dalla pittura alla fotografia alla video art. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, italiane ed estere. Docente, autrice  e illustratrice di libri per l’infanzia, danzatrice ed esperta in Metodologie Biografiche e Autobiografiche specializzata alla Scuola triennale della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

Gli ingredienti perchè la campagna di crowdfunding per WHITE vada a buon fine ci sono tutti. Se ti è piaciuto questo post per favore condividilo. Se vuoi partecipare alla campagna di crowdfunding digita questo link https://www.innamoratidellacultura.it/projects/sostieni-white-duran-project/ e scegli la tua ricompensa.

redazione www.innamoratidellacultura.it

Vuoi lanciare una campagna di crowdfunding?

Scrivi a progetti@innamoratidellacultura.it

Felici di aiutare

Quando il crowdfunding è erotico

Una campagna di crowdfunding è un processo interessante che non si riduce alla pubblicazione dei propri contenuti su una piattaforma. Il passaggio da idea progettuale a campagna di crowdfunding è un processo composto da varie fasi. Le parole chiave sono “organizzazione”, “pianificazione”, “strategia”.

Ho descritto nel mio articolo precedente la fase di “precampagna” e ci tengo a sottolineare che realizzare e comunicare una campagna di crowdfunding culturale è diverso rispetto a una campagna “prodotto” oppure ad una campagna di tipo “equity”. La strategia è identica. Quello che cambia è la modalità con cui viene realizzata.

Quando le persone caricano le loro idee progettuali sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it, viene loro richiesto di scrivere i dettagli del progetto. Il titolo, una descrizione breve, una descrizione dettagliata, l’obiettivo di raccolta e le ricompense da dare alle persone in cambio della donazione ricevuta.

Questo passaggio consente al team di comprendere l’idea e quindi di definire un appuntamento telefonico per conoscere il progettista e guidarlo verso la realizzazione della sua campagna.

Solo alcuni, pochi, progettisti sono a conoscenza del fatto che caricare un’idea progettuale è il primo passo di un processo che implica un giusto tempo di realizzazione.

L’urgenza economica, che è il fattore che spinge una persona a pensare al crowdfunding come fonte di finanziamento per la sua idea progettuale, è nemica del successo.

Per far comprendere meglio la situazione, pensa di dover aprire un negozio. Dopo la scelta del locale e della zona in cui aprire (la piattaforma), lo spazio va ristrutturato e allestito (i contenuti caricati sulla piattaforma). Aprire un locale non basta per ottenere clienti. Ecco quindi che pensi ad una data per l’inaugurazione (il lancio della campagna) e ad organizzare delle attività per fare in modo che le persone del quartiere e tutti i potenziali clienti interessati ai prodotti messi in vendita, possano sapere del nuovo locale e venire da te ad acquistare.

Le attività di comunicazione per comunicare l’apertura di una nuova attività in genere vanno dal volantinaggio al semplice passaparola fino agli annunci radio o ai post sponsorizzati sui canali social, i comunicati su stampa locale e le e-mail (che possono essere effettuate su proprie liste oppure creando delle campagne per raccogliere i nominativi dal web se non si è ancora in possesso di una lista).

Nel crowdfunding, proprio come per un negozio o un’attività professionale, le attività di promozione si spostano sul web e quindi la fase che precede “l’inaugurazione” della campagna rimane il passaggio  fondamentale per definire il proprio “crowd” cioè quel gruppo di persone interessate al progetto e disposte a partecipare. Come?

  1. programmare le attività di comunicazione necessarie per poterle coinvolgere
  2. definire i contenuti e la strategia di diffusione (quali canali, quale frequenza, quale tono di voce)

Come si crea il crowd ai tempi del Covid?

Gli strumenti digitali a nostra disposizione sono davvero efficaci per tracciare il proprio pubblico di riferimento . Perché le persone partecipino e si innamorino della campagna il processo non è digitale ma emotivo.

Il progettista che riesce a trasmettere attraverso la comunicazione il valore del suo progetto ha vinto. Può trattarsi della riqualificazione di un quartiere. Di restaurare il portone aulico di una chiesa e abbellire la piazza su cui si affaccia l’edificio. Regalare un corso di musica sacra per sostenere i giovani di un quartiere problematico così come coadiuvare un museo a recuperare una collezione di pezzi antichi o, più semplicemente, a restare aperto.

Come si trasmette il valore emotivo di una campagna di crowdfunding?

Il crowdfunding altro non è che una colletta veicolata attraverso un portale. Le collette funzionano quando chi promuove la raccolta fondi riesce a trasmettere un vantaggio per chi dona.

Le due  domande che un progettista deve porsi prima di mettere online la propria campagna sono:

1 – perché le persone dovrebbero partecipare alla mia raccolta fondi?

2 – che tipo di valore crea  il mio progetto nella vita di queste persone?

Se la comunicazione si sposta dall’io (ho un’idea grandiosa dammi i tuoi soldi per realizzarla)  al tu (ho bisogno di te per realizzare il mio progetto) e dal tu al noi (insieme siamo una squadra, grazie al tuo aiuto posso realizzare il mio progetto e tutti quanti ne trarremo un vantaggio) allora la campagna ha successo.

Il ruolo del progettista quindi, è quello di riuscire a coinvolgere emotivamente le persone conferendo loro valore.

Troppo spesso mi interfaccio con progettisti che si limitano a pubblicare la campagna sul sito e poi non se ne occupano o se ne occupano in maniera egoistica (ho aperto una campagna di crowdfunding, dammi i tuoi soldi).

Analizziamo la campagna CORRIPONDENZE

Nel caso specifico della campagna CORRISPONDENZE – Trenta sonetti erotici illustrati la raccolta fondi è stata lanciata per realizzare una raccolta di poesie che esplora tutte le strade del labirinto dell’erotismo a cui si accompagnano 30 video podcast che uniscono le immagini, le interpretazioni delle poesie e delle atmosfere musicali sempre diverse.

I promotori della campagna si chiamano Francesco e Teresa.

Il contatti con Francesco sono iniziati nella terza settimana di marzo. Seguendo le nostre indicazioni, i contenuti della campagna sono stati caricati sulla piattaforma. E messi a punto.

Come ho scritto sopra, caricare i contenuti sulla piattaforma e pensare che solo pubblicandola su un portale faccia piovere donazioni non basta. Solo le campagne di raccolta fondi per le emergenze ottengono fondi velocemente. Perché c’è un’urgenza.

Nel caso di una campagna di crowdfunding culturale l’unica urgenza è quella del progettista che vuole ottenere i fondi. Questo tipo di urgenza non interessa ai donatori. Quello che vogliono percepire i donatori è il valore generato dal progetto e, last but not least, le persone decidono in base al grado di fiducia e simpatia che il progettista riesce a trasmettere.

Tornando alla campagna,  abbiamo guidato Fracesco a realizzare il suo video di presentazione, a collegare la pagina della sua campagna alla piattaforma e abbiamo analizzato insieme a lui il crowd, i canali social e tutti gli strumenti digitali già a sua disposizione.

Nel caso specifico ci siamo trovati di fronte a un progettista maturo e con un progetto già definito e mirato su un pubblico specifico.

Il tempo trascorso fra il caricamento dei contenuti e la messa online è stato di circa un mese. Il dato fondamentale da guardare quando il lavoro di precampagna è stato eseguito correttamente sono le donazioni. Che nel caso di Francesco arrivate subito, appena la campagna è stata pubblicata.

Chi è il pubblico di riferimento di Francesco?

Sono persone che amano la poesia erotica. Gli innamorati dell’erotismo. Persone che vogliono leggere e ascoltare parole erotiche e a cui piace possedere un volume di poesie illustrate.

Qual è il valore generato dalla campagna CORRISPONDENZE promossa da Francesco?

Sicuramente questo tipo di progetto rientra nella sfera della gratificazione emotiva. I donatori sono, e saranno, persone alla ricerca di una specifica emozione.

Francesco ha modo di aumentare le donazioni?  

Francesco è una persona carismatica. Il suo pubblico lo ama. I suoi canali social confermano il legame con le persone che lo seguono e lo conoscono. Nel crowdfunding la fiducia è fondamentale. Stiamo parlando di chiedere a delle persone di darci i propri soldi per realizzare le nostre idee. Questo funziona quando c’è fiducia.

Vuoi partecipare alla campagna di crowdfunding di Francesco?

Ti metto qui il link /https://www.innamoratidellacultura.it/introduzione-al-crowdfunding-culturale/   se ti è piaciuto quello che ho scritto e pensi che Francesco si meriti di essere aiutato allora sarai felice di partecipare alla sua campagna di raccolta fondi.

Perché ti fidi di lui. Perché ti piace la poesia erotica. Perché vorresti avere  il libro illustrato di Francesco sulla poesia erotica e non vedi l’ora di ascoltare i suoi podcast.

Capito come funziona il crowdfunding?

Entra anche tu a far parte del crowd di Francesco.

Innamorati della Cultura!

Emanuela Negro Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Introduzione al crowdfunding culturale.

Il crowdfunding, letteralmente “finanziamento dalla folla” è uno strumento di finanza alternativa, grazie al quale individui, organizzazioni, associazione e imprese possono rivolgersi alle persone (la folla)  per chiedere ed ottenere capitali tramite piattaforme online a supporto delle loro idee progettuali che, in campo artistico e culturale possono spaziare da un restauro alla produzione di un video, di una mostra, all’editare un libro o un catalogo e così via..

In pratica, la persona che ha bisogno di avere dei capitali e non intende o non può ottenere fondi da un istituto finanziario o da un ente, presenta la sua idea ad una piattaforma (selezionata in base alla tipologia di progetto) e, dopo aver creato gratuitamente la pagina della campagna, completa di testi esplicativi, immagini, video e ricompense, la pubblica e può quindi diffonderla sul web per intercettare il gradimento delle persone.

Il crowdfunding fa leva sulle logiche della comunicazione digitale e sulle opportunità di condivisione offerte dal web  e dalle piattaforme di economia collaborativa.

In ambito culturale e artistico, il modello di crowdfunding più diffuso è quello “donation” o “reward” che utilizza la “ricompensa” come strumento emozionale di coinvolgimento delle persone.

Chi sono queste persone?

In ambito culturale  ma anche in quello civico, la “folla” a cui si rivolge il progettista è composta dai cittadini e dalle persone che usufruiscono del bene o del progetto artistico. Si tratta quasi sempre di comunità locali interessate a partecipare attivamente ad iniziative che hanno finalità e impatti sociali ed ambientali e che possono generare valore per il territorio.

Come posso individuare i donatori per il mio progetto?

Il lavoro principale che un progettista è tenuto a  svolgere prima di mettere la campagna online, è quello di individuare i propri  donatori, meglio definiti come “donor personas”.

Il successo della campagna dipende proprio dalla capacità del progettista di individuare il proprio “crowd”, segmentando la propria audience e costruendo target di donatori.

Le donor personas sono le persone “tipo” a cui si rivolge il progetto . Saranno gli amanti del teatro, se si tratta di uno spettacolo teatrale. Gli innamorati del restauro, se si tratta del restauro di un bene. Gli appassionati della musica, se il progetto riguarda un concerto o un video musicale o la registrazione di un disco. Se la campagna è territoriale, la comunità di riferimento va intercettata fisicamente con delle semplici attività di coinvolgimento attivo come, per esempio gli eventi, le conferenze online, i podcast.

Se la community è più allargata, le analisi demografiche riferite al  sesso, età, professione, abitudini di spesa, reddito, istruzione, valori, sono facilmente rilevabili dal web e dai canali social.

Il suggerimento che posso dare, sulla base dell’esperienza di decine di campagne, non è tanto quello di impazzire con gli algoritmi quanto quello di allacciare delle relazioni di valore con i propri contatti. Il crowdfunding,possiede una carica  emotiva molto forte e senza dubbio il carisma del progettista è il fattore che determina il successo di una campagna. Così come la costanza e la determinazione nel portare avanti la campagna di raccolta. Le strategie e i tatticismi servono ma, in ambito culturale, un progetto se non trasmette passione è quasi certo che non verrà finanziato.

Errori da evitare

Il primo errore da evitare è pensare di lanciare semplicemente una campagna di crowdfunding su una piattaforma e attendere che le persone ci raggiungano e ci finanzino. Il secondo errore è pensare che più è grande e famosa la piattaforma e più la campagna verrà visualizzata.

Le piattaforme offrono tutte più o meno lo stesso servizio. Quello che conta è la comunità dei follower della piattaforma.

Una piattaforma generalista avrà un pubblico di riferimento generalista. Una piattaforma verticale avrà un pubblico interessato solo all’argomento specifico delle campagne pubblicate. Questo garantisce che arrivino delle donazioni? No, nel crowdfunding non c’è nulla di garantito.

La pubblicazione della propria idea progettuale su una piattaforma allineata con il proprio settore, offre concretamente la possibilità di mostrare la propria idea progettuale ad un pubblico già allineato e che quindi, potenzialmente, potrà partecipare. Anche solo condividendo la campagna sui propri canali o commentando i post e le notizie.

Un errore che vedo fare ripetutamente dai progettisti è quello di “innamorarsi della propria idea”. L’idea progettuale va tarata sui bisogni della community, non il contrario. Mi spiego. La ricetta dei biscotti Barilla viene studiata in base ai gusti del consumatori, non viceversa.  La campagna di crowdfunding dovrà essere comunicata in modo da riuscire comprensibile e gradita alla propria comunità di riferimento.

Suggerimenti pratici

Per chi approccia per la prima volta al crowdfunding, un suggerimento molto semplice  è quello di partecipare ad altre campagne osservando il processo dal punto di vista del sostenitore. Questo permette di capire cosa fa il progettista. Come funziona il processo della donazione e della ricompensa. Come viene comunicata la campagna sui canali social. Se ricevo delle email o vengo invitato a partecipare a degli eventi..

Domande importanti

Prima di mettere l’idea progettuale online, è importante chiedersi:

1)                  Perché le persone dovrebbero contribuire?

2)                  Quale valore aggiunto sono in grado di offrire?

3)                  Quanto ampia è la community?

4)                  Quale potrebbe essere la donazione media?

5)                   Quanto mi costano le ricompense e quanto costa spedirle?

5)                  Quali esperienze di co-creazione o collaborazione posso offrire alla mia community?


Stai pensando di lanciare una campagna di crowdfunding?

Scrivi a  progetti@innamoratidellacultura.it

Oppure carica direttamente la tua idea su www.innamoratidellacultura.it

Emanuela Negro Ferrero www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding. Il potere della Gratitudine.

Se sapremo provare Gratitudine nei nostri cuori e diffondere Gratitudine con le nostre vite rivoluzioneremo l’approccio “mors tua vita mea” che ha caratterizzato l’umanità fino al XX secolo, e costruiremo un futuro orientato a un nuovo necessario paradigma “vita tua vita mea”.

Oscar di Montigny

Con queste parole Oscar di Montigny nel suo saggio “Il potere della Gratitudine” sottolinea l’urgenza di rimettere l’essere umano al centro del sistema sociale.

La democrazia vacilla, il cambiamento climatico è una minaccia reale, la nostra vita e il mercato cambiano a una velocità difficile da assorbire e l’innovazione tecnologica irrompe a una velocità vertiginosa. La Gratitudine diventa centrale per rimettere l’uomo al centro di ogni sistema sociale perché solo legando l’innovazione alla sostenibilità potremo arrivare a quella che di Montigny definisce un“Economia Sferica”, centrata sull’essere umano e quindi in grado di perseguire una crescita equilibrata ed inclusiva.

Come si collega il crowdfunding alla gratitudine?

La settimana scorsa ho descritto i  meccanismi di marketing e comunicazione che sono all’origine del successo di una campagna di crowdfunding nella fase preliminare di progettazione della campagna stessa, la “pre-campagna”.

Questa volta mi soffermerò sugli elementi emozionali senza i quali una campagna di crowdfunding rimane un mero progetto di comunicazione, magari anche ben realizzato, ma in moltissimi casi destinato a fallire.

Dati alla mano, sappiamo che non è sufficiente scrivere un bel testo, registrare un video, ideare un piano ricompense allettante per ottenere il supporto delle persone e arrivare a raccogliere quanto serve per la realizzazione delle proprie idee.

Il successo di una campagna di crowdfunding è il risultato di un insieme di elementi che spaziano dall’attenta programmazione delle attività, alla comunicazione del progetto e, soprattutto, dalla capacità del progettista di coinvolgere le persone e indurle a partecipare con una donazione o, come si dice in gergo, di essere in grado di convertire.

Il crowdfunding di tipo “reward”, come quello proposto da www.innamoratidellacultura.it introduce l’elemento della “ricompensa” come elemento in grado di gratificare le persone e, auspicabilmente, di convincerle a partecipare.

E’ qui che entra in gioco la Gratitudine.

Una campagna di crowdfunding, dopo la fase di progettazione definita “precampagna” viene lanciata e diventa di dominio pubblico grazie soprattutto alla comunicazione sui canali social ed a tutte le iniziative di che il promotore decide di mettere in atto.

Se la progettazione è stata accurata, già dai primi giorni di lancio le persone dovrebbero iniziare a donare. Perché questo accada la presenza del progettista, la sua energia, capacità di entusiasmare e coinvolgere sono di vitale importanza.

Si tratta quindi di essere capaci di stringere relazioni di valore con il proprio pubblico, consapevoli che il successo dell’iniziativa dipende solo ed esclusivamente dagli altri.

Diventa quindi fondamentale ringraziare chi ci dà i suoi soldi per sostenere il nostro  progetto .

Sul piano digitale, ogni volta che sulla campagna arriva una donazione, la piattaforma rilascia in automatico una ricevuta. In genere è una email di ringraziamento con il titolo della campagna e l’indicazione della somma donata,

Secondo voi le persone si sentono “amate” in questo modo? E’ un modo sufficiente e utile per creare una buona relazione personale?

A mio avviso no. Comprendere che dimostrare la propria gratitudine agli altri è il vero motore di una campagna di crwodfunding. Questo vale sempre, non solo per il crowdfunding ma chi decide di promuovere una campagna deve averlo molto chiaro. Il crowdfunding significa “finanziamento dalla folla”. La folla è composta da esseri umani e le persone, tutte, più di ogni altra cosa amano essere riconosciute e apprezzate.

Dire grazie è davvero semplice. Gli strumenti a nostra disposizione sono davvero tanti, quasi tutti gratuiti e veloci da utilizzare.

Nell’ambito di una campagna di crowdfunding per dire grazie si può optare per un post sui social oppure inviando una mail personale, un messaggio se si conosce la persona che ha donato, una telefonata.

Bisogna ringraziare sempre. Tutti i giorni e ogni volta che arriva una donazione.

Esprimere la propria gioia e gratitudine perché abbiamo ricevuto del denaro, a volte anche da perfetti sconosciuti,   imprime quell’elemento di umanità che la semplice pubblicazione della campagna sulla piattaforma non possiede.

Hai un’idea in mente? Ti aiutiamo a realizzarla.

Scrivi a progetti@innamoratidellacultura.it

Emanuela Negro Ferrero www.innamoratidellacultura.it

Essere grati significa cooperare. Creare connessioni. Alimentare il grandissimo potere della condivisione e dell’uguaglianza.

Che cosa determina il successo di una campagna di crowdfunding?

Museo Villa Verdi con la campagna “Salviamo Villa Verdi” ha raccolto          12.494 euro su un obiettivo definito di 100.000. Si tratta di un ottimo risultato considerando che la campagna è stata lanciata durante la prima ondata della pandemia, si è svolta in estate, quando l’attenzione del pubblico non era esattamente focalizzato sulle donazioni a favore della cultura – preferendo cause legate all’emergenza sanitaria – e si è conclusa in autunno in coincidenza della “seconda ondata” e successivo lockdown. E’ stata una bella campagna, gestita bene e con soddisfazione sia per noi che per il progettista.

La domanda che ci siamo fatti è: come sono riusciti Angelo e Manuela a raggiungere questo obiettivo e perché non è stato raggiunto l’obiettivo di raccolta?

I progettisti, durante le numerose call precedenti al lancio della campagna  hanno seguito i nostri suggerimenti producendo un bel video intervista promozionale , un testo chiaro e ben scritto sia in italiano che in inglese e coinvolgendo la community di iscritti a canali social tramite la pubblicazione quotidiana di post interessanti e con immagini della Villa davvero suggestive. Le numerose relazioni personali di Manuela e Angelo hanno fatto scaturire una mini campagna video intitolata “I Grandi per Verdi”: personalità di spicco in ambito culturale artistico hanno promosso una call to action invitando le persone a partecipare.

Visto il momento complicato è stato concordato di svolgere un’attività stampa su scala nazionale e internazionale. Da qui sono scaturiti risultati interessanti e piuttosto imprevedibili. La copertura sia locale che nazionale è stata ampia grazie soprattutto alla visibilità della Villa sul territorio, alle relazioni personali degli eredi del grande Maestro e alla forza intrinseca espressa dalla campagna di crowdfunding.

Ad agosto, inaspettatamente, il cantante Morgan, emozionato per la richiesta di salvataggio della casa del più famoso compositore di musica italiano e intenzionato a promuoverne la raccolta di fondi, si è recato sul luogo con la sua troupe ed ha intervistato i proprietari, riuscendo in questo modo ad alzare ulteriormente il livello di attenzione sulla campagna. Sono arrivate più donazioni dopo la visita di Morgan? No. Sul sito sono aumentate le visite alla campagna e le visualizzazioni dei post sono salite. E’ stata la nostra attività stampa ad attirare Morgan?

Forse ,ma è più verosimile che il cantante abbia cercato un progetto culturale da sposare, sulla scia delle campagne promosse da Chiara Ferragni e dall’Estetista Cinica più per aumentare la sua visibilità personale che per far ottenere donazioni. In tutti i casi, la pubblicità insegna che avere un testimonial aiuta a vendere di più e Morgan senza dubbio ha aumentato le visualizzazioni sul sito.

Dalla metà di agosto abbiamo riscontrato un forte aumento delle donazioni  in coincidenza di interviste di qualità, come quella che siamo riusciti a ottenere sul canale televisivo nazionale tedesco e sulla  RAI. Analizzando i dati abbiamo aggiustato il tiro inserendo nel team un nuovo addetto stampa specializzato nella comunicazione di campagne di crowdfunding e portando avanti un lavoro di tracciamento digitale del pubblico di potenziali donatori.

Il risultato è stata un’ampia partecipazione da paesi come Giappone, Inghilterra, Francia e Spagna e Stati Uniti che ha portato ad oltre il 60% del totale delle donazioni ricevute in tutto. Purtroppo non sufficienti per raggiungere l’obiettivo di raccolta: perchè?

La risposta è semplice. Il successo di una campagna di crowdfunding si basa principalmente sulla precampagna.

Mettere online un progetto senza aver prima lavorato su una strategia pensando che sia il portale a raccogliere non è un dato reale. La raccolta fulminea può accadere per progetti caratterizzati da una forte emotività o da carattere emergenziale. In campo culturale, come peraltro per qualsiasi settore, definire una road map significa affrontare la campagna di crowdfunding in base a una precisa stategia.

COME SI RAGGIUNGE L OBIETTIVO DI RACCOLTA?

Il motivo per cui una campagna di crowdfunding ha successo si basa sulla messa in atto di  un insieme di regole e procedure che conducono il progetto verso il successo o, quantomeno, facilitano la raccolta di somme importanti per la sua realizzazione.

Esiste quindi una ricetta dietro a ogni campagna di crowdfunding di successo? Sicuramente sì. L’ingrediente segreto si chiama… crowd cioè la comunità di persone raccolte intorno al progetto e interessate a farne parte.

La stessa parola crowdfunding è composta dal termine “crowd” che in inglese significa folla. La folla, meglio detta comunità è l’elemento chiave del successo di una campagna di crowdfunding..

E’ dalle persone che arrivano i fondi e sono sempre le persone quelle che condividono l’idea e la diffondono. Perché le persone donano e perché diffondono? Questo non ha niente a che vedere con la strategia. Piuttosto si può assimilare al meccanismo utilizzato in pubblicità per vendere i prodotto.

Qualsiasi esperto di marketing sa che per vendere un prodotto serve comprendere qual’è il bisogno del consumatore e quindi soddisfarlo offrendo un vantaggio.

In campo culturale il bisogno delle persone è legato ai gusti personali ed è l’elemento emotivo quello che fa si che le persone si sentano chiamate in causa. Quale vantaggio traggono le persone partecipando ad una campagna di crowdfunding? Le spinte in effetti possono essere diverse fra loro.

Per esempio, il desiderio che   un determinato spettacolo, evento concerto si realizzi, che un artista possa esporre le sue opere oppure perché il restauro di un bene abbelisca o migliori il quartiere in cui si abita.

ll progettista che riesce a “scaldare e coinvolgere ” le persone” offrendo qualcosa che a livello emotivo gratifica un bisogno e sicuramente vince.

DOVE TROVO LE PERSONE PER LA MIA CAMPAGNA?

Questa domanda viene posta da ogni progettista quando decide di lanciare una campagna di crwodfunding. In genere rispondo chiedendo ”quante persone pensi di riuscire a coinvolgere per raggiungere la somma che ti serve? Quante di queste persone sono già nella tua rete di contatti? “.

Lo sconcerto di fronte a questa mia affermazione così come la leggenda che sia la piattaforma “giusta” a raccogliere e quindi a trovare i donatori, sono credenze piuttosto diffuse fra i neofiti del crowdfunding.

SPOILER. NESSUNA PIATTAFORMA FA LA CAMPAGNA AL POSTO DEL PROGETTISTA.

La differenza che ci può essere fra una piattaforma ed un’altra è la quantità presente nel database di nominativi di progettisti e donatori che potenzialmente possono partecipare oltre che la verticalizzazione.

Il database di www.innamoratidellacultura.it raccoglie solo nominativi di persone interessate a progetti culturali. Il database di una piattaforma generalista o specializzata in campagne per il terzo settore sarà magari più ampio ma anche più generico.

Pensare inoltre che l’invio della campagna tramite la Newsletter o la pubblicazione del post riferito alla  campagna sui canali social fa comprendere che, statisticamente, alcune persone potrebbero partecipare ma che il numero di persone necessario a portare a buon fine la campagna va comunque cercato con altre modalità.

La costruzione del crowd quindi, è il punto fondamentale di qualsiasi campagna di crowdfunding su qualsiasi piattaforma e va fatta prima della campagna e non durante.

Comprendere che la precampagna è importante e che è l’attività da svolgere imprescindibile perché la campagna abbia successo.

Riassumo. Questa fase precede il lancio della campagna, è dedicata alla progettazione e il suo obiettivo primario è proprio quello di intercettare un certo numero di persone i cui interessi convergono con l’idea progettuale.

Riuscire a coinvolgerle  per ottenerne la partecipazione è frutto di precise strategie. Soprattutto digitali.

COME SI FA A CREARE UNA LISTA DI PERSONE INTERESSATE ALLA CAMPAGNA?

Il crowdfunding viene assimilato ad una “colletta digitale” perché è a tutti gli effetti  un’attività che si svolge principalmente grazie a internet. Il successo di una campagna di crowdfunding è strettamente legato alla capacità del progettista di essere presente in rete con un sito web, canali social, un blog, un canale video.

Prima di iniziare la progettazione, è fondamentale analizzare con obiettività la propria situazione, soprattutto se l’obiettivo di raccolta è ambizioso e se non abbiamo una comunità di persone da poter sollecitare.

In questo momento, l’opportunità di farsi conoscere organizzando serate ed eventi è impossibile ma il digitale offre diverse soluzioni efficaci e che abbiamo sperimentato con successo sia con campagne pubblicate si www.innamoratidellacultura.it che per su altri portali.

IN CHE COSA CONSISTE LA CONSULENZA?

Durante la consulenza si valuta insieme al progettista qual è l’attività più adatta da percorrere per costruire la comunità – o per mettere a frutto quella già esistente- e le azioni da mettere in atto per coinvolgerle e indurle a partecipare.

In tutti i casi  l’elemento di partenza è quello di creare un “luogo” su cui far convergere l’attenzione. Per esperienza, so che è molto più semplice ed economico convertire persone che già conoscono il progetto in donatori piuttosto che “scaldare” nuovi contatti.

Questa attività digitale, strutturata con diverse tecniche, ha un costo “per contatto” e questo costo, fa cparte dell’investimento necessario per lanciare una campagna e costruire la comunità. Il vantaggio è che se la campagna dopo 45 giorni chiude, le persone che hanno partecipato restano.

UNA CAMPAGNA DI CROWDFUNDING COSTA?

A seconda delle attività, i costi variano dal tipo di attività richiesta. Si può partire dalla semplice analisi del progetto e della community fino ad arrivare alla completa gestione della campagna.

Purtroppo in Italia si tende a sottostimare il lavoro del crowdfunding management e si tende sempre a partire un pò al risparmio o senza una corretta strategia.

PER CONCLUDERE

Il successo di una campagna di crowdfunding dipende da molti fattori ma principalmente,  dal numero di persone che si è riusciti a coinvolgere. Per realizzare una strategia e poi tradurla in una campagna di comunicazione efficace è necessario prevedere un budget.

Se hai un progetto importante e la cifra che hai in mente come obiettivo di raccolta è ambiziosa oppure non hai tempo di gestire la tua campagna e preferisci che ce ne occupiamo noi, puoi contattare progetti@innamoratidellacultura.it per un preventivo personalizzato.

Felici di aiutare

Emanuela Negro Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding culturale. L’Arte combatte il degrado.

Da qualche anno si assiste  ad una sempre maggiore ri-appropriazione di spazi pubblici o privati per destinarli alla produzione culturale: da gallerie d’arte allestite su barche, ex bunker o stabilimenti industriali, l’arte porta nuova vita in luoghi abbandonati o dal passato complicato, per la riqualificazione urbana e la rigenerazione culturale e sociale.

Si tratta soprattutto di arte di strada, la meglio definita street art. E’da qui che è partito il  fenomeno  di riqualificazione di spazi urbani o periferici e la diffusione di un concetto di arte pubblica, condivisa e democratica.

Fra i moltissimi esempi di successo posso ricordare i lavori di decorazione di spazi pubblici come quelli della metropolitana di Stoccolma e dell’Underbelly di Parigi, galleria sotterranea e “segreta” decorata da una decina di street artist che hanno trasformato le pareti del tunnel  in  un percorso suggestivo fatto di murales davvero molto gradevoli.

Ma le iniziative più dirompenti  sono quelle che interessano luoghi veramente non convenzionali: gli artisti norvegesi Urd Pedersen e Liv Ertzei nel 2015 hanno aperto Slursula, una galleria su una barca attraccata al porto di Oslo; mentre in Bosnia troviamo Tito’s ARK è un ex-bunker di 6.500 metri quadri, costruito per proteggere il presidente Tito da possibili attacchi nucleari e oggi trasformato in spazio per mostre.

Anche qui da noi ci sono iniziative interessanti.

Da poco, a Torino,  è partito il bando Portici d’Artista, un progetto concepito per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti dal Comitato Rilanciamo Via Sacchi insieme al Politecnico di Torino DAD e dedicato alla trasformazione dei portici ottocenteschi di una via centralissima, purtroppo degradata a causa della chiusura delle attività commerciali e della vicina Stazione.

Di cosa si tratta?

Il bando Portici d’Artista prevede che, una volta terminato il processo di selezione,  gli artisti   vincitori creino una relazione con le persone che abitano e lavorano negli stabili dove oggi si trovano le saracinesche  abbassate e  che sono  disponibili a  prestare queste inconsuete  tele metalliche per essere trasformate.

L’idea di base è quella di arrivare a realizzare opere che siano  in sintonia con il genius loci del luogo, armonizzate con i desideri e il gusto di chi ci abita e, contemporaneamente,  capaci di rendere   gradevole il passaggio di chi transita e, se possibile, lo incentivino  proprio grazie all’abbellimento del luogo stesso.

Portici d’Artista è  il primo passo di un progetto molto più articolato e che nasce e prende forza proprio grazie alla comunità dei residenti della zona in cui si trova Via Sacchi e dal loro desiderio di riappropriarsi del territorio in cui vivono.

Lo strumento selezionato  per creare e rafforzare le relazioni con i cittadini è la campagna di crowdfunding lanciata su www.innamoratidellacultura.it il cui obiettivo finale, oltre ad ottenere una somma da mettere a disposizione per retribuire il lavoro degli artisti ed acquistare il materiale, è proprio quello di rafforzare il legame fra chi decide di partecipare alla campagna e chi invece metteràa disposizione la sua creatività e il suo talento per rendere Via Sacchi un luogo migliore.

Come ogni crowdfunding che si rispetti, anche per Portici d’Artista sono previste delle ricompense per ringraziare chi partecipa con una donazione. Parliamo di una scelta fra i bozzetti realizzati dagli artisti e anche di sconti nei negozi di Via Sacchi.

Psss, spoiler, in Via Sacchi potete trovare una delle migliori pasticcerie della città… in tempo di pandori e panettoni, farsi sfuggire lo sconto è davvero un gran peccato…

Partecipa su https://www.innamoratidellacultura.it/projects/portici-dartista/

Per saperne di più puoi contattare il Comitato alla mail rilanciamoviasacchi@gmail.com

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Emanuela Negro Ferrero www.innamoratidellacultura.it

CROWDFUNDING CIVICO. DA TORINO, UN ESEMPIO DI CITTADINANZA ATTIVA.

Il Comitato Rilanciamo Via Sacchi è nato nell’ottobre del 2016 con lo scopo di valorizzare l’area dei portici di via Sacchi, sia dal punto di vista ambientale che commerciale. Questo obiettivo viene portato avanti giorno per giorno grazie al coinvolgimento, in modo sinergico e paritario, di amministrazioni e cittadini residenti, commercianti e professionisti che vivono e lavorano in Via Sacchi e in tutto il borgo San Secondo.

La volontà dei cittadini si unisce così alla professionalità e all’esperienza di coloro che hanno gli strumenti per riportare Via Sacchi allo splendore del passato.

Cosa succede a Torino?

A Torino, come in quasi tutte le città di medie e grandi dimensioni, le aree urbane un tempo a forte valenza commerciale, si sono trasformate sempre più in spazi senza umanità, in balia del degrado e della desertificazione commerciale, con evidente impatto sulla qualità della vita dei cittadini e sui rischi connessi: insicurezza percepita e reale, degrado urbano e deprezzamento degli immobili privati e commerciali, con effetto domino sulle aree circostanti.

Via Sacchi con il suo chilometro di lunghezza, è una via storica che fa parte del Circuito aulico dei Portici di Torino ed è un patrimonio di storia e bellezza che non può essere disperso: un patrimonio urbanistico che potrebbe essere un naturale centro commerciale e un luogo di socializzazione.

Un comitato di cittadini interessati. Ecco cosa significa “impegno attivo dal basso”.

L’attenzione  su Via Sacchi ha portato alla costituzione di un Comitato che oggi si è riunito in Associazione e lavora affinché Via Sacchi possa divenire un laboratorio d’innovazione sociale applicata alla rigenerazione urbana e realizzare un modello replicabile di attivazione delle risorse economiche e di coinvolgimento delle nuove generazioni, in un’ottica di sostenibilità e creatività.

Detto in maniera semplice, i cittadini hanno deciso di unire le forze per mettere in atto delle azioni concrete e dare così l’esempio dimostrando che la forza del gruppo può molto più di mille parole, dette o scritte.

Gli obiettivi che il “Comitato Via Sacchi” si è prefisso sono ambiziosi:

  • Rivitalizzare il commercio
  • Restituire decoro alla via
  • Riportare le persone sotto i portici attraverso eventi e manifestazioni
  • Riportare la cultura e l’arte sotto i portici e nelle case di via Sacchi
  • Dare visibilità alle attività ed i luoghi nascosti della via
  • Trasformare questo spazio da Via di Passaggio a Via da Passeggio

Il primo passo e anche quello fondamentale perché il sogno si avveri è la realizzazione di una campagna di crowdfunding su www.innamoratidellacultura.it con un obiettivo economico  di 5000 euro e l’idea di raccogliere intorno all’idea quante più persone possibili, Anche chi vive in altre zone della città può sperimentare partecipando a questa raccolta fondi il potere realizzativo del gruppo.

Più cittadini comprendono che una raccolta fondi dal basso è direttamente proporzionale al numero di persone coinvolte e prima sarà possibile realizzare altre azioni concrete in qualsiasi zona e per qualsiasi progetto civico.

Quando si parla di sharing economy riferendosi al crowdfunding sembra di parlare di qualcosa di concettuale. Le cose in realtà sono molto semplici. Condividere piccole somme per arrivare a realizzare grandi cose è qualcosa di vivo, di vero e di realizzabile. I soldi sono solo uno dei risultati di una campagna di crowdfunding. Il primo vero risultato è l’aggregazione attiva di una comunità di persone, il famoso crowd di cui tutti parlano, che il progetto riesce ad appassionare.

Innamorarsi di Via Sacchi è davvero facile, bastano appena 10 euro.

Partecipa ora su https://www.innamoratidellacultura.it/projects/comitato-rilanciamo-via-sacchi/

Come contattare il “Comitato Via Sacchi”?

Dai uno sguardo al sito www.viasacchi.org e alla pagina Facebook www.facebook.com/rilanciamoviaSacchi

Redazione www.innamoratidellacultura.it

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Il portone della Basilica di Santo Stefano a Bologna

Crowdfunding Culturale: il restauro del portone della Basilica di Santo Stefano a Bologna.

In italiano esiste l’espressione “fare il giro delle Sette Chiese”. A che cosa si riferisce? L’hai mai usata?

Il Giro delle Sette Chiese è un itinerario pellegrinale praticato a Roma fin dal Medioevo e nella sua forma originaria consiste in un percorso a forma di anello lungo all’incirca 20 km e  che tocca le principali chiese di Roma. Le  prime quattro sono le Basiliche Papali Maggiori:

Originariamente si impiegava una giornata intera per completare il giro, dai primi Vespri a quelli del giorno successivo.. Successivamente  la visita veniva svolta in due giornate dedicando la prima alla sola Basilica di San Pietro e la seconda alle altre sei con partenza dalla Basilica di San Paolo fuori le mura verso nord e in senso antiorario per terminare alla Basilica di Santa Maria Maggiore.

Non tutti sanno che anche a Bologna è possibile fare questo pellegrinaggio visitando il complesso delle “Sette Chiese”, ribattezzato dai bolognesi “Santo Stefano” Si tratta di un complesso architettonico che racchiude diversi stili , tutti diversi fra di loro perché realizzati in momenti religiosi diversi: romanico gotico, pagano. Il fatto che attira certamente l’attenzione è che “Santo Stefano” è stato concepito seguendo un progetto ambizioso. L’intenzione era di ricreare a Bologna i luoghi sacri di Gerusalemme e consentire ai fedeli di realizzare il pellegrinaggio nei luoghi santi (reso quasi impossibile a causa delle guerre continue e dalla pericolosità dei viaggi in mare).  All’epoca era molto sentito   il desiderio di visitare  i luoghi dove era nato e si era sacrificato Gesù. “La Gerusalemme Bolognese” è l’esatta copia della Chiesa del Santo Sepolcro in Terra Santa.

Via Gerusalemme a Bologna è la strada che Gesù fece in sella a un asino per recarsi a Gerusalemme; nello spazio tra Santo Stefano e San Giovanni in Monte venne scavato  un ampio fossato per  rappresentare la Valle di Giosafat  e  San Giovanni in Monte, venne costruito leggermente rialzato rispetto al centro a simboleggiare il Monte Calvario.

L’intera  struttura religiosa iniziò a essere costruita nel V secolo d.C. da San Petronio, santo patrono di Bologna, sopra all’originario tempio pagano dedicato alla Dea egizia Iside, edificato da una ricca cittadina bolognese  in prossimità della trafficata Via Emilia con lo scopo di  aiutare viandanti e soldati a recarvisi e favorirne il culto.

Nella realtà  a Bologna non ci sono esattamente 7 chiese come a Roma bensì  7 distinte zone, rimanendo soltanto 4 delle 7 chiese originali. Il classico percorso di visita comprende:

  • la  chiesa del Crocifisso
  • la chiesa del  Santo Sepolcro
  • il Cortile di Pilato
  • la Chiesa della Trinità, di San Vitale e Agricola
  • il chiostro e la Cappella della Benda.

Tutte le chiese elencate  contengono ognuna dei segreti da scoprire. La chiesa del Santo Sepolcro dall’esterno appare di forma ottagonale  mentre all’interno è a pianta centrale  con una grande cupola dodecagonale. Al centro si trova  l’edicola dove fino al 2000 riposavano le ossa di San Petronio e troviamo un pezzo originale della roccia del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Le 12 colonne sarebbero posizionate nella posizione originaria “a  guardia” al ninfeo del Tempio di Iside. e la  tredicesima colonna di marmo nero, proveniente dall’Africa, non allineata con le altre, che rappresenta la colonna dove venne flagellato Gesù Cristo e su cui si vedono ancora le fessure dove i flagellanti potevano aggrapparsi  con le mani. Il pozzo, chiuso da una grata, contiene l’acqua di una sorgente a ricordare  l’acqua del Giordano, il fiume dove Cristo venne battezzato dal Battista.

Dentro a  San Vitale e Agricola, nel ‘400 venne rinvenuto un sepolcro con l’enigmatica scritta SYMON. I fedeli, credendo che qui riposassero i resti di Simon Pietro lo trasformarono in luogo di culto che fece affluire verso Bologna  una grande moltitudine di pellegrini, tanto da farla diventare una meta più appetibile addirittura di Roma, la capitale della Cristianità. Papa Eugenio IV, infastidito dalla popolarità di Bologna e vedendo minacciato il suo potere ordinò che la chiesa venisse scoperchiata e riempita di terra e, solamente  dopo oltre sessant’anni,la chiesa venne riaperta alle funzioni.

La Chiesa del Crocifisso, la prima entrando dalla piazza, rappresentava la Casa di Ponzio Pilato con un sedile di pietra dove il magistrato avrebbe interrogato Gesù. Nella cripta ci sono diverse colonne di larghezza e altezza diverse fra di loro ma una di queste, la seconda a destra fatta di due parti in pietra di marmo bianco, rappresenta l’altezza del Figlio di Dio, cioè 170 cm.

Nel Cortile di Pilato giganteggia il cosiddetto “Catino di Pilato” o il “Santo Graal Bolognese” a forma di calice, un dono del Re dei Longobardi e rappresenta il recipiente dove Pilato si lavò le mani della condanna di Cristo. Nella Cappella della Benda è conservata  la striscia di tela che le mediorientali portavano sulla fronte in segno di lutto che, dice la tradizione, venne usata da Maria  durante l’agonia di Gesù per asciugare il sudore dalla fronte.  

Una campagna di crowdfunding per restaurare il portone della basilica di Santo Stefano

Dal 15 luglio fino al 15 di ottobre è stata messa online sul portale www.innamoratidellacultura.it la campagna di crowdfunding proposta dall’Associazione Assosantostefano per il restauro della Porta lignea della Basilica di Santo Stefano a Bologna. Assosantostefano ha scelto di rivolgere la sua attenzione alla Porta lignea della Basilica perché tra le sue Sette Chiese vi è la riproduzione del Santo Sepolcro.

Il Restauro

Il portone in legno di Santo Stefano oggi necessita di una ripulitura per ritornare all’antico splendore ma anche la recinzione lunga 73 mt che avvolge il lato ovest del complesso di S. Stefano è praticamente inabissata e ricoperta dalla  ruggine e risulta usurata nelle parti più nascoste verso via Santa. Riportarla alla sua dignitosa funzione protettiva e recuperarla nelle parti più danneggiate dal tempo e da usi impropri fa parte del progetto di recupero.

La parte inferiore della Porta, esposta alle intemperie ed agli agenti chimici rilasciati dalle idro-pulitrici per la pulitura del sagrato antistante, presenta erosioni importanti.  Il ritocco verrà effettuato considerando anche l’assoluta necessità di un trattamento contro gli insetti xilofagi dovuti dalla vetusta esposizione alle intemperie senza un’adeguata protezione. Al termine dell’intervento di pulitura, in una seconda fase, verrà applicata sulla superficie uno speciale prodotto contro i graffiti e le scritte, in modo tale da conservare più a lungo il ripristino.

Il restauro sarà eseguito da un Restauratore esperto nonché Professore docente dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna.

La ripulitura della cancellata/recinzione del lato ovest della Basilica di Santo Stefano sarà effettuata da una Ditta che si compone di pochi e fidati artigiani esperti del settore del legno, del ferro, del trattamento di travi d’epoca, di sistemazione crepe degli affreschi con particolari materiali elastici e riparatori su cui lavorano i restauratori.

Chi è Assosantostefano?
L’Associazione Piazza Santo Stefano e dintorni’ e nasce, nel 2012 a seguito della collaborazione di residenti e non della omonima piazza con lo scopo di tutelare il decoro e la vivibilità del centro storico di Bologna, con sguardo particolare rivolto alle iniziative che promuovono la cultura, l’arte e la tutela del patrimonio artistico di Bologna.
L’Associazione collaborando con il Quartiere Santo Stefano, il Comune, e Istituzioni come il “Conservatorio G. B. Martini”, la Basilica di Santo Stefano, ha organizzato programmaticamente nei mesi estivi di giugno e luglio eventi, concerti, danze classiche e moderne e  cori di notevole pregio artistico.
In questi ultimi anni, viste le condizioni di progressiva mutevolezza dello status sociale e generazionale, gli associati hanno  intrapreso un nuovo percorso allargando gli ambiti di azione dell’associazione. Gli obiettivi condivisi con gli Enti Istituzionale per il benessere della collettività hanno dato modo di avviare una stretta cooperazione con organi comunali di governo come le Consulte e le commissioni di quartiere legate all’ambito dell’Inclusione Sociale, della Cultura, dell’Ambiente. Di queste ultime Commissioni alcuni componenti del Consiglio Direttivo ne facevano già parte.

Come avverrà il restauro?

Il restauro del Portone verrà realizzato attraverso il meticoloso lavoro di un esperto restauratore dott. Federico Capitani – professore dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna che procederà attraverso la pulitura ed il ripristino dell’antico portale.
Saranno coinvolti anche alcuni studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna guidati e coordinati dal maestro Capitani.

La pulitura ed il ripristino della recinzione sarànno eseguiti dalla Ditta Monticelli Luigi la quale provvederà alla sverniciatura, saldatura e tinteggiatura del materiale antico. Il lavoro risulterà magnifico e porterà una grandissima miglioria alla nostra amata basilica!

Contatta Assosantostefano

assosantostefanobologna@gmail.com

redazione www.innamoratidellacultura.it