Social Media

Category Archives

Facebook fa gli esperimenti sugli utenti: eticamente scorretto?

Come si fa a monitorare gli stati emotivi della rete? Lo sanno bene gli esperti di marketing quando parlano del contenuto. La maggior parte dei responsabili marketing quest’anno pensa di investire almeno il 57% in più sui contenuti.

È una notizia di questi giorni quella secondo cui Facebook sta conducendo esperimenti segreti per provare ad alterare lo stato emotivo di circa 700.000 utilizzatori. Lo fa manipolando la proporzione di post dal contenuto positivo o negativo, infilati con perizia all’interno del flusso di informazioni.

Adam Kramer è uno degli studiosi di data incaricato da Facebook, inventore della ricerca intitolata in modo un po’ sinistro “Prova sperimentale di contagio emozionale di massa realizzato attraverso i social network”. È lo stesso Kramer che la scorsa domenica ha pubblicato sulle pagine di FB scuse del tipo “i miei coautori ed io siamo molto dispiaciuti per come i giornali hanno descritto la nostra ricerca e per l’ansia che ha provocato. Peraltro i benefici della ricerca non giustificano quest’ansia”. Bene, bravo. In effetti non ci si deve preoccupare se dallo stesso FB vengono inseriti contenuti che mirano a modificare in modo subliminale il nostro comportamento.

Dobbiamo essere felici? Leggo sul Guardian che un membro del parlamento inglese ha detto che “questa materia è molto interessante ma non esiste una legislazione al riguardo per proteggere le persone… se le persone possono essere manipolate mentalmente in questo modo ci deve essere anche un modo per proteggere e questo modo deve essere reso noto”.

La mia domanda personale, visto che non guardo video di animali e di altro genere perché non ho tempo, è la seguente: è veramente possibile postare contenuti che inducono una variazione nel comportamento?. Poi, mi chiedo: è possibile davvero far diventare le persone più amanti dei gatti o dei  cani? Più amorevoli o più arrabbiate? Ecco, quest’ultima versione non mi piace per niente. Mi viene in mente un famoso movimento politico italiano cresciuto a dismisura nel consenso grazie alla rete. Andrò a guardare i contenuti con attenzione e mentre ci sono, smetto subito di leggere i post su FB. Casomai…

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Quali sono i musei più social?

Secondo le classifiche di Museum Analyitics il patrimonio turistico tricolore viene valorizzato poco su Facebook rispetto alle altre strutture nel resto del mondo. Tra i migliori il MAXXI: “Programmiamo la nostra presenza online con piani triennali”La palma va quindi al MAXXI di Roma. Seguito dalla Triennale di Milano e dal MART di Rovereto.

Se poi, però, si entra in rapporto con i colossi del resto del mondo (vedi MoMA), ecco che emergono i grandi divari.

Si parla di questo in un articolo pubblicato su Sky.itche mostra le classifiche di Museum Analyitics, progetto che aggrega statistiche sulla popolarità web di oltre 3 mila musei del mondo. Ancora una volta, emerge la difficoltà del nostro Paese di valorizzare e promuovere il suo patrimonio, stavolta in ambito digitale. La conferma di questo arriva, inoltre, a pochi giorni dalla pubblicazione di uno studio di Eurostat, che ha relegato l’Italia all’ultimo posto per quanto riguarda gli investimenti per la cultura in percentuale sul totale della spesa pubblica.

È una situazione triste, aggravata dal fatto che i nostri musei pubblici “patiscono difficoltà economiche ed inefficienze che li portano ad incassare, tutti insieme, il 25% in meno del Louvre da solo. È il risultato, si dice, dell’assenza di una strategia complessiva”.

A quando una strategia, una politica valida? V’invito a continuare la lettura dell’articolo: I musei più social: l’Italia è all’85esimo posto.