Antigone un pugno di sabbia. Teatro e musica per i migranti.

  • €1,225

    Promesso per l'obiettivo di €4,500

  • 12

    Sostenitori

  • 0

    Giorni rimasti

Condividi questa campagna

Aiuta ad aumentare la notorietà di questa campagna condividendo questo widget. Basta incollare il seguente codice HTML nella maggior parte dei punti del Web.

Embed Code

<iframe src="https://www.innamoratidellacultura.it/?ig_embed_widget=1&product_no=40" width="214" height="366" frameborder="0" scrolling="no" /></iframe>

Una produzione teatrale-musicale completamente originale, realizzata da un gruppo di giovani artisti, studenti e professionisti. In scena da ottobre 2016.

"ANTIGONE un pugno di sabbia" è la storia di Aminata, una ragazza venuta dall'Africa, dal mare, su un barcone. La storia di quel naufragio, quando quel maggio 950 esseri umani affondarono nel buio del Canale di Sicilia. La storia di chi è sopravvissuto e chiede il diritto a una nuova vita. La storia di un incontro, su una spiaggia dimenticata di un paesino siciliano. La storia di una speranza.
Attraverso il racconto della giovane migrante e il suo incontro con alcuni giovani siciliani veniamo così a scoprire cosa si nasconde dietro quelle "carrette del mare" che arrivano sulle nostre coste, cosa quei visi che oggi osserviamo per la strada - spesso con un'immotivata paura - nascondono dietro la pelle bruciata dal sole. Il racconto si intreccia con la tragedia classica di Antigone e la domanda che già Sofocle nel V secolo avanti Cristo poneva risuona oggi nelle teste degli spettatori: a quale legge dobbiamo obbedire? alla legge degli uomini, burocratica, fredda e meccanica oppure alla legge di dio, naturale, uguale per tutti ed emotiva?

limoney copertina 2

LO SPETTACOLO: SIAMO TUTTI UMANITA'

ANTIGONE. Un pugno di sabbia” nasce da un bisogno, quello di affermare con tutta la forza emotiva e comunicativa del teatro che esiste un principio più forte di ogni politica e demagogia, più forte dell’odio di pancia o degli ipocriti sofismi: l’umanità, che racchiude me e te, noi, tutti nella nostra immensa infinita diversità.

Rievocando l’antico mito di Antigone, la sua lotta contro le leggi degli uomini e per le leggi degli dèi, ecco la storia di una giovane e di un braccio di mare che nasconde la terra tra Italia e Africa. La verità a cui la ragazza, Aminata, giunge parlando con i suoi coetanei siciliani è semplicissima: sotto il mare la terra già ci unisce.

Lo spettacolo racconta di un cadavere. Di molti cadaveri. Rimasti insepolti perché naufragati nel profondo del mare.

Racconta di una superstite che giunge sulla tanto agognata altra riva del canale di Sicilia, dopo aver perso il futuro marito in mare.

Racconta di una volontà, quella di lanciare un pugno di sabbia nel mare, non solo per seppellire quegli innocenti cadaveri ma perché sotto il mare la terra unisce Africa ed Europa e allora basterebbe solo asciugare l’acqua, riempirla di sabbia per creare un piccolo sentiero di speranza.

Racconta dello scontro con un’altra realtà, fatta di leggi, cavilli, ipocrisie, opposizioni, demagogie e anche insulti,

sputi, botte.

Racconta di una speranza.

DALL'ANTICA GRECIA A OGGI: A QUALE LEGGE OBBEDIRE?

Nonostante i secoli di distanza la scrittura di Sofocle è di una attualità sconcertante, prima di tutto il conflitto così profondamente e umanamente indagato tra nomos, legge umana, e physis, legge divina. Il personaggio di Antigone ha quell’immortalità capace di parlare al cittadino ateniese come al giovane di oggi.

Antigone ha due fratelli, Eteocle e Polinice. A regnare su Tebe è Eteocle che dopo un anno dovrebbe lasciare il regno al fratello Polinica. Dovrebbe, ma così non farà, tanto che Polinice, radunato un esercito, muove contro la sua città. I due fratelli si scontrano in duello alle porte di Tebe e moriranno entrambi, l’uno per mano dell’altro.

Lo zio Creonte, divenuto reggente, promulga un terribile editto: Eteocle, combattente per la città, sarà seppellito con tutti i riti; Polinice, combattente contro la città, sarà condannato a rimanere insepolto esposto agli uccelli e alle fiere e chiunque lo seppellirà subirà una tremenda punizione. Ma nella notte accade l’inaspettato: qualcuno sparge un pugno di sabbia sul corpo di Polinice per onorare il cadavere. Si tratta di Antigone, condannata a morire seppellita viva per il suo gesto di sfida alle leggi degli uomini.

CHI SIAMO

Ideazione, testo e regia: Andrea Piazza (studente Lettere moderne, redattore e organizzatore culturale)

Musiche e direzione musicale: Camilla Marone Bianco (pianista, insegnante)

Interpreti: Alfredo Bonetti (studente Scienze internazionali della cooperazione e dello sviluppo), Paolo Feccia (studente liceo classico), Stefano Francescato (studente Linguaggi dei media, redattore), Janira Salice (libera professionista), Arianna Soffiati (studentessa Lettere moderne), Camilla Venara (studentessa liceo classico)

Accompagnamento musicale dal vivo per gruppo vocale, pianoforte, archi e percussioni; con la partecipazione di un gruppo acrobatico di body-percussion.

limoney sfondo

Lascia un commento