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Per festeggiare degnamente l’8 marzo quale migliore occasione che visitare una mostra dedicata alle donne? A Torino, al primo piano di Palazzo Madama, è allestita  fino al 6 maggio 2019) l’esposizione di  opere ed  oggetti dal titolo eloquente :Madame Reali: Cultura e potere da Parigi a Torino” che documenta la vita e le azioni di due donne che, dal 1600 al 1700, impressero un forte sviluppo alla città e alla società locale trasformandola in una vera e propria città internazionale.

Stiamo parlando di Maria Cristina di Francia (Parigi 1606- Torino 1663) e di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours (Parigi 1644 – Torino 1663.

Il percorso museale conta su oltre 120 opere suddivise fra dipinti, arazzi, tessuti, gioielli, oggetti d’arte, ceramiche, disegni e oreficerie . Si tratta di un racconto che si snoda  fra le parentele delle case regnanti europee, le azioni politiche e culturali, le scelte artistiche che hanno condotto alla realizzazione dei palazzi, alle feste  sontuose, la moda e infine, l’attività religiosa.

Cristina di Francia, nata Chrestienne de France, era figlia di Enrico IV di Borbone, re di Francia, e dell’italiana Maria de’Medici. Nel 1649 viene data in sposa a Vittorio Amedeo I di Savoia all’età quindi di 13 anni.  Il tratto iniziale della mostra è una galleria di ritratti di famiglia. I due genitori, il fratello Luigi XIII e la sorella Enrichetta Maria andata in sposa a Carlo I Stuart, re d’Inghilterra.

Arrivata a Torino, Cristina, abituata ai fasti della corte francese,  instaura la moderna abitudine di festeggiamenti sontuosi e inaugura la stagione dei balletti di corte coreografati. Una novità assoluta che scuote la tranquilla e un po’ provinciale nobiltà piemontese. Sul versante architettonico, Cristina, la Madama Reale,  fa ingrandire e arredare due residenze extra-urbane: richiamando architetti del calibro di Carlo di Castellamonte per Villa Abegg  e il Castello del Valentino. Oggi, la prima è conosciuta come Villa della Regina e il secondo è sede della facoltà di Architettura.

Rimasta vedova, Cristina prende la reggenza per conto del figlio minorenne Carlo Emanuele  e affronta il conflitto con i cognati Maurizio e Tommaso Savoia-Carignano che si chiude solo con le nozze della figlia Ludovica con lo zio,  il Cardinal Maurizio e con il passaggio del figlio. Cristina muore nel 1663 lasciando il trono a Carlo Emanuele, primo dei suoi sette figli.

La moglie di Carlo Emanuele è Maria Giovanna Battista di Nemours. Giunta alla corte sabauda,le venne affiancato il soprannome di Madama Reale, già utilizzato da Cristina Maria per descriverne la provenienza dalla corte francese e la sua discendenza dalla casata reale francese.

Anche Maria Giovanna Battista, come già Cristina, restò vedova in giovane e età e divenne reggente per conto del figlio Vittorio Amedeo II. Durante il suo governo, amava  organizzare  feste magnifiche e dispendiose per la corte sabauda e spesso venne  tacciata di sperperi ed abusi del tesoro regio. Probabilmente la regina semplicemente utilizzava questa strategia per distogliere l’attenzione del figlio  e dei nobili dalla politica come già faceva a Parigi suo zio Luigi XIV. Donna intelligente e colta, quando il figlio salì al trono, si dedicò all’arte: per suo esplicito ordine molte vie di Torino vennero ampliate, furono costruite chiese e, in particolare, fu ammodernato il Palazzo Madama, per opera dello Juvarra.

Oggi 8 maggio, ricordiamo quindi due grandi donne del passato. Entrambe, dimostrando grandissima intelligenza e capacità, si sono destreggiate in un mondo di soli  uomini gestendo il potere politico con astuzia e, a volte, saggezza e forza.

Che cosa rimane oggi di tutto questo? La monarchia sabauda venne rafforzata da questa opera di “internazionalizzazione” e la città abbellita e migliorata. Le “Madame Reali” hanno veramente dimostrato di che cosa è capace una donna quando si trova nella stanza dei bottoni.

Entrambe sono state tacciate di essere eccessivamente libere o meglio, libertine. Per questo motivo alla fine della loro esistenza si sono convertite alla religione fondando ordini femminili e lasciti benefici. Oggi non accadrebbe più. Le “Madame Reali” occuperebbero spesso le prime pagine dei giornali esprimendo autorevolezza e potere.

Redazione  – www.innamoratidellacultura.it