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nft come strumento per il crowdfunding

Crowdfunding con gli NFT

Ciao amante del crowdfunding culturale e… benvenuto sul nostro blog!

Sei pronto a scoprire uno degli strumenti più efficaci e chiacchierati del momento per creare una community intorno ai tuoi progetti artistici? Sì, hai proprio indovinato, sto parlando degli NFT!

Ma aspetta, sai che cosa sono esattamente gli NFT? Beh, in poche parole, gli NFT sono dei token unici e non replicabili che vengono utilizzati per rappresentare asset digitali, come per esempio opere d’arte, musica o video. Grazie alla tecnologia blockchain, gli NFT offrono la possibilità di autenticare e certificare la proprietà di un’opera d’arte digitale, conferendo valore e,soprattutto, unicità all’opera stessa.

Ma ritorno all’ obiettivo principale di questo post: la creazione di una community.

In questo senso gli NFT possono aiutare in diversi modi. Innanzi tutto, possono essere utilizzati come strumento di incentivo per i sostenitori del tuo progetto. Per esempio, potremmo creare una serie limitata di NFT rappresentanti il tuo lavoro, e offrire questi token come ricompensa a chi supporta il tuo crowdfunding. Geniale!

In questo modo, non solo stai offrendo ai tuoi sostenitori qualcosa di unico e prezioso, ma stai anche creando una specie di club esclusivo di persone che condividono la tua passione e lo stesso interesse per il tuo progetto.

Se guardi bene, gli NFT possono diventare un sistema per i nostri sostenitori di interagire con il tuo lavoro usando una modalità nuova e interessante. Ad esempio, si potrebbero utilizzare gli NFT per creare una sorta di “caccia al tesoro” all’interno della tua opera d’arte digitale, oppure per offrire l’accesso esclusivo a contenuti speciali e segreti.

Ma non è tutto: gli NFT possono anche essere utilizzati come strumento di marketing. Il fatto che un’opera d’arte digitale abbia un NFT rappresentante la sua autenticità e unicità può renderla ancora più desiderabile per i potenziali sostenitori. Il concetto della “rarità di un bene” è sempre valido.

La possibilità di acquistare un NFT rappresentante l’opera d’arte digitale può creare una sorta di “mormorio ” intorno al progetto, e il “buzz” si sa, può dare a una maggiore visibilità e, alla fine dei conti, un maggior coinvolgimento della persone che fanno parte della community.

Ma, come sempre, la pratica fa il maestro, quindi ti lascio qui alcuni esempi di come gli NFT possono essere utilizzati in modo efficace per la creazione di una community intorno a un progetto artistico:

  • L’artista digitale Trevor Jones ha creato una serie di NFT rappresentanti una versione digitale del suo celebre dipinto “The Bitcoin Angel”. Grazie a questa iniziativa, ha creato una sorta di club di appassionati di criptovalute e di digital art.
  • L’artista musicale 3LAU ha utilizzato gli NFT per creare una versione “decentralizzata” del suo ultimo album, in cui ogni traccia è rappresentata da un NFT unico. In questo modo, ha offerto ai suoi sostenitori una nuova e innovativa esperienza musicale creando al contempo una community di appassionati della sua creazione.
  • La street artist Mad Dog Jones ha creato una serie di NFT rappresentanti le sue opere d’arte digitali, offrendoli come ricompensa ai sostenitori del suo crowdfunding.
  • Il collettivo di artisti digitale CryptoArtists ha utilizzato gli NFT per creare una piattaforma di scambio di arte digitale basata sulla tecnologia blockchain.

Per concludere, gli NFT possono essere utilizzati in modo creativo e innovativo per coinvolgere la community intorno ai vostri progetti artistici e renderli ancora più preziosi e desiderabili.

Se quindi sei un artista o un creator e vuoi sperimentare questa nuova tecnologia, non esitare a fare qualche ricerca e scoprire come gli NFT possono aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di crowdfunding e creare una community di appassionati del tuo lavoro creativo.

Se sei interessato a creare la tua gallery di NFT, potresti voler considerare di fissare una consulenza con uno dei nostri project manager.

Possiamno davvero aiutarti a navigare il mondo dei NFT e a creare una strategia efficace per lanciare la tua collezione.

Ecco alcune delle cose che potresti aspettarti da una consulenza con uno dei nostri project manager:

  1. Valutazione del tuo lavoro: il project manager valuterà il tuo lavoro e ti aiuterà a determinare quali opere d’arte o creatività potrebbero funzionare meglio come NFT.
  2. Consulenza sulla blockchain: il project manager ti spiegherà come funziona la tecnologia blockchain e come utilizzarla per creare i tuoi NFT. Quale blockchain scegliere e con quali modalità.
  3. Strategia di lancio: il project manager ti aiuterà a creare una strategia di lancio per la tua collezione di NFT, che potrebbe includere la creazione di una campagna di crowdfunding, la scelta della piattaforma di NFT giusta fino ad arrivare alla promozione della tua collezione su social media e altre piattaforme.
  4. Supporto continuo: il project manager ti offrirà supporto continuo durante tutto il processo, dalla creazione dei tuoi NFT alla vendita e alla distribuzione.

Insomma, se vuoi creare la tua gallery di NFT e non sai da dove iniziare, siamo qui per aiutarti a realizzare i tuoi obiettivi e a creare una community di innamorati della tua arte.

Contattaci oggi stesso per saperne di più!

Redazione – progetti@innamoratidellacultura.it

Cultura e crowdfunding: L’Italia si muove?

Nel 2014 quando abbiamo proposto in Italia  la piattaforma di crowfunding www.innamoratidellacultura.it come uno strumento semplice ed efficace per ottenere fondi per la cultura  in difficoltà , la risposta che abbiamo ricevuto da business angels, fondazioni,  investitori , incubatori, acceleratori e politici non è certo stata delle più positive. Tutti indistintamente rispondevano “il crowdfunding non funziona”.

crowdfunding per la cultura

Eppure, malgrado la assoluta mancanza di aiuti concreti e di fondi, ogni giorno di più abbiamo avuto  la conferma che quello che stavamo facendo era corretto. Oggi, dopo tre anni di lavoro  abbiamo la certezza  che una piattaforma di  crowdfunding dedicata in esclusiva  alla cultura è quello che serve al nostro paese per aiutare chi si occupa di cultura ad uscire dalla crisi. E non solo.

E’ ampiamente dimostrato che il  crowdfunding oltre ad aiutare concretamente il progettista a raccogliere  il denaro necessario per realizzare le sue idee, aiuta le persone a costruire reti di rapporti attorno a sé e alla propria idea progettuale. Una campagna di raccolta fondi dal basso ha successo – prima di qualsiasi altro fattore – perché il progettista è riuscito a creare delle relazioni autentiche con le persone.

 

Queste relazioni , in un momento storico caratterizzato dalla disumanizzazione dei rapporti, sono  la ricchezza inestimabile che conferisce al crowdfunding  potere e velocità di trasformazione . Dalla crisi economica alla autorealizzazione.  Dalla mancanza di liberà alla possibilità di scelta. Questo  valore nel tempo, può  crescere e conferire al progetto o al bene quella stabilità economica e quel riconoscimento sociale che chi si occupa di cultura sa essere indispensabile e vitale.

Qual è il significato di una piattaforma dedicata alla cultura?

Le piattaforme di crowdfunding possono essere di due tipi: generalista o verticale. Una piattaforma generalista accoglie al suo interno progetti di tipologia varia. Tecnologia, viaggi, arte, scuola, innovazione, start up, campagne personali. Una piattaforma verticale accoglie al suo interno solo campagne ristrette ad un determinato ambito.  Ci sono piattaforme dedicate alla musica. Ai viaggi. Alla beneficenza . E quelle, come www.innamoratidellacultura.it, che sono dedicate interamente alla cultura.

LE CAMPAGNE DI CROWDFUNDING IN AMBITO CULTURALE SONO IL 35% DEL TOTALE DI TUTTE LE CAMPAGNE PUBBLICATE SUI PORTALI.  

Questo dato ci ha convinti che la nostra strada era giusta. Una piattaforma di corwdfunding generalista infatti è una vetrina di progetti di varia tipologia che, per certi versi, può essere paragonata ad un Centro Commerciale. Gli utenti di una piattaforma generalista quando donano lo fanno perché qualcuno ha indicato loro che cosa scegliere.

Il crowdfunding per la cultura piace a

 

Diversamente, gli utenti di una piattaforma dedicata ad un solo argomento, come , per esempio, la cultura, sono persone che quando donano lo fanno perché qualcuno ha detto loro quale campagna devono  supportare.  Per i loro interessi personali, fanno parte di una comunità che, se opportunamente coinvolta e gratificata, può arrivare a costruire una presenza affezionata attorno ai progetti proposti qualsiasi essi siano.

Siamo una comunità di #InnamoratidellaCultura

Quali sono i nostri obiettivi? Costruire una comunità di persone consapevoli, innamorate della cultura.  Offrire ai chi si occupa di cultura una vetrina d’eccellenza per investitori. Soprattutto stranieri perché abbiamo capito che qui, la strada da fare è ancora lunga. Vogliamo e i nostri #innamoratidella cultura siano fedeli alle nostre proposte e attivi e propositivi  nella raccolta fondi e nella diffusione dei progetti.  Abbiamo fatto esperienza e ci sentiamo pronti a crescere. Dal 2013 ad oggi abbiamo raccolto dati, analizzato le campagne definendo criteri per ogni tipologia, abbiamo ,verificato le procedure. Come tutti abbiamo commesso errori. Siamo stati hackerati . Copiati. Abbiamo messo tutto nel calderone per uscire con una ricetta nuova. Che ha il sapore della passione.

Qualcuno sa che cos’è il crowdfunding?

E’ partita la campagna di crowdfunding”; “ Museo diocesano ha aperto la campagna di crowdfunding”.  Ogni giorno leggiamo sui blog, sui giornali o ascoltiamo alla radio frasi come queste che abbiamo appena scritto.

Non siamo affatto sicuri che chi legge o ascolta, a meno che non sia un giovane nerd o un addetto ai lavori, capisca di che cosa si sta parlando.  La strada purtroppo è ancora lunga ma, siamo fiduciosi che qualcosa potrà cambiare. Insistendo,lavorando insieme ai colleghi. Portando risultati. Con passione ed energia. Magari, trovando qualcuno che crede in noi, pensa che il crowdfunding per la cultura sia uno strumento eccezionale  e ci aiuta a crescere.

Emanuela Negro-Ferrero         www.innamoratidellacultura.it

Sponsorizzare la cultura è un investimento?

La cultura può essere un ottimo modo per comunicare il proprio brand

La cultura può essere un ottimo modo per comunicare il proprio brand

La cultura in Italia non ha abbastanza fondi. E’ un dato di fatto che  il  governo del paese con il più vasto patrimonio artistico e architettonico del pianeta destini appena l’1,6% dell’intero bilancio per la cultura. In questi ultimi mesi il terremoto in centro Italia  ha evidenziato con drammatica chiarezza che i nostri beni artistici e architettonici sono unici ed inestimabili. E che una volta distrutti difficilmente verranno ricostruiti. Perché i fondi  necessari per ricostruire un bene storico sono davvero ingenti e, come scritto sopra, non ci sono.

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Per fare un esempio del pericolo in cui si trova il patrimonio artistico del nostro paese, ad Assisi, gli affreschi trecenteschi della Basilica di San Francesco, forse i testi più sacri della storia dell’arte italiana, rovinati dopo il crollo dovuto al terremoto,  hanno rivelato un restauro definito “troppo sicuro di sé” al punto che la Direzione Generale per le Belle Arti del Ministero per i Beni Culturali – è “allarmatissima”, ed ha disposto un sopralluogo i cui esiti non sono stati affatto rassicuranti perché hanno rivelato con assoluta certezza che non siamo più di fronte alle stesse opere. Il celebre gruppo della Madonna che sviene ai piedi della Croce ha acquisito una scalatura cromatica e un chiaroscuro completamente differenti da quelli noti. Accanto, le sublimi mezze figure di Santi affrescate poco dopo (1317-19) da Simone Martini risultano appiattite, e prive di alcuni dettagli della decorazione. E la Madonna al centro del trittico nella Cappella di San Nicola ha completamente perso il suo manto.

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Una risposta a questo problema è arrivata l’anno scorso con l’introduzione di strumenti di  sgravio fiscale–mi riferisco all’Art Bonus – che si sono rivelati efficaci ma non ancora del tutto efficienti e non sufficenti a coprire l’intero fabbisogno che, a causa delle recenti calamità è aumentato e, purtroppo sembra destinato a crescere ancora.

L’ Italia è un paese di donatori generosi e sensibili ma la mentalità della donazione culturale intesa come “charity” all’anglosassone, non  esprime il suo pieno potenziale.

Un modo che si sta rivelando efficace per il sostegno alla cultura è il crowdfunding . In Italia è cresciuto moltissimo e dal 2014 ad oggi è stato ampiamente dimostrato che gli italiani si mobilitano e donano per progetti in cui credono.

In Italia però, come nel resto del mondo,  le cifre raccolte con le campagne di raccolta fondi dal basso sono relativamente  ridotte e quindi destinate  a sostenere progetti di taglio medio piccolo.

E’ vero che ci sono esempi di campagne che hanno raccolto  grandi importi. Sono poche e, faccio notare, quasi tutte sono state sostenute da un’impresa. Che ha contribuito al successo dell’iniziativa sia  per la parte della comunicazione che   per la parte di diffusione della campagna di raccolta fondi su una comunità già precostruita di potenziali donatori.  Le campagne Postepay Crowd di Eppela sono un esempio di questo tipo di campagna mista crowdfunding/sponsorship e a mio avviso costituiscono una innovazione virtuosa che meriterebbe maggiori sperimentazioni.

A Torino, la Consulta per i Beni Architettonici è composta da 36 aziende che  ogni anno scelgono di che cosa  occuparsi.  Purtroppo, come dicono i dati, i fondi per la cultura  non bastano  e, forse, non basteranno mai.

Paesi come la Francia hanno compreso che esiste un legame indissolubile fra cultura e turismo e, come sta accadendo a Parigi, dopo la flessioni di visite dovuta ai recenti attentati terrosristici, si è presa la decisione di  investire di più per aumentare i servizi e l’offerta.

Considerando che il patrimonio del nostro paese ha caratteristiche completamente diverse ed è decisamente più vasto, mi aspetto che anche il nostro Governo si decida a fare di più. Magari con un piano articolato di interventi e una programmazione che non sia limitata all’emergenza ma, piuttosto alla prevenzione.  La Cultura in Italia produce il 5.6% del Pil. Con le nuove misure in arrivo per il Turismo, sarebbe grandioso farci trovare con la casa in ordine o, quantomeno , pulita.

Emanuela Negro-Ferrero – Ceo www.innamoratidellacultura.it