Turismo culturale. Ogni vacanza vale

Entro Emanuela Negro Ferrero

È un dato di fatto che il nostro  patrimonio culturale piace moltissimo agli stranieri. Negli ultimi anni anche noi  italiani ci siamo accorti delle straordinarie meraviglie artistiche che abbiamo proprio sotto casa.

I dati Istat rivelano che ci siamo #innamoratidellacultura al punto da far registrare una crescita del 20% dal 2016 ad oggi.

Quali sono le mete preferite dagli italiani quando si tratta di cultura?

Le statistiche indicano il Veneto come prima scelta (16,5 per cento delle presenze nel 2010), a cui seguono Lazio (15,8 per cento) e Toscana (15,2). Tre stranieri su dieci invece vanno in Lazio (33,7 per cento), poi in Veneto (25,2 per cento) e Toscana (17,2 per cento).

Prima del terremoto l’Emilia Romagna era gettonatissima. Oggi molto meno.

Nelle destinazioni top vince sempre il tour “classico e romantico”  con le città d’arte in testa : Venezia, Roma Firenze.

Ma è il “turismo slow” il vero campione di preferenze. Esiste una nuova identità. E’ quella del  turista culturale. Si tratta di persone più selettive, dai gusti decisamente più sofisticati , amanti della natura, dell’arte e che in linea generale preferiscono un approccio più “lento” . Il cambiamento nei gusti illustra un modo di trascorrere le vacanze più umano, meno costoso e meditativo. Il turismo culturale è arricchito dal turismo enogastronomico che altro non è che un modo per conoscere la cultura dei luoghi passando attraverso le ricette tradizionali del luogo. L’Italia, da sud a nord, offre una varietà praticamente infinita di luoghi e di sapori. Il risultato è che nelle località di interesse storico e artistico, le presenze di italiane sono cresciute del 17 per cento e  quelle di stranieri del 54 per cento.

Dove vanno gli #innamoratidellacultura quando c’è un ponte o una vacanza?

Nord, centro o sud? Sud. Senza ombra di dubbio. Direzione? Calabria.

La curiosità ci ha spinti verso un piccolo centro del Vibonese che dall’inizio dell’anno sta registrando un numero di visitatori in costante e continua crescita. Stiamo parlando di Soriano Calabro.

L’attrazione esercitata da questo piccolo centro, situato in  provincia di Vibo Valentia è il concentrato di bellezze architettoniche e storiche immerse in  un paesaggio da mozzare il fiato.

Passeggiare al tramonto lungo le spettacolari  rovine dell’antico convento dei padri domenicani raso al suolo dal  terribile terremoto del 1783 è emozionante e magico allo stesso tempo .

Il monastero è un complesso monumentale risalente al 1550. In età barocca, divenne uno dei più ricchi e famosi conventi domenicani d’Europa ]ed uno dei santuari più frequentati dell’Italia meridionale. L’edificio  originale era formato da cinque chiostri, la chiesa era lunga quattro campate ed aveva sei cappelle laterali. Monumentale è una definizione azzeccata.

Oggi i resti più consistenti si riferiscono alla parte inferiore della facciata della chiesa barocca, mentre rimangono tutte le strutture portanti fino all’altezza del piano terra: l’intero complesso è stato oggetto di un restauro conservativo nel secondo dopoguerra.

In tema di cultura italiana, la Pasqua di Soriano Calabro è ricca di  tradizioni. Culinarie e religiose. Come in molto comuni del vibonese anche qui si tiene l’“Affruntata”, rievocazione dell’incontro tra il Cristo Risorto e sua Madre. Una processione meravigliosa seguita con partecipazione da centinaia di persone. Che finita la festa si godono le meravigliose creazioni della pasticceria locale.  In Calabria abbondano le ricette di biscotti di ogni forma e sapore.  Si dice che i dolci tipici di Soriano Calabro siano stati tramandati dal un monaco misterioso. Santo subito!  I suoi “marzelletti” gustosi e delicati sono vero e proprio un concentrato di bontà. uo a tutti, e buona visita!

Redazione – www.innamoratidellacultura.it