La nuova anima del Salone del Libro di Torino

Entro Emanuela Negro Ferrero

Folla da record al Salone del Libro di Torino. La crisi economica morde, la tecnologia avanza ma, visto con i miei occhi, le persone riscoprono il gusto della lettura.

Il Salone infatti non è un salone nel senso classico del termine. Festival mi sembra il termine più adatto. Al Salone del Libro, infatti, tutti sono felici. La grande kermesse è strutturata in maniera tale da soddisfare i bisogni di tutti. Il grande Bookstock per bambini e ragazzi, gli stand dei grandi editori e il calendario fittissimo di presentazioni e di eventi sparsi in luoghi diversi della città. Il famoso “Salone off” che Milano ha copiato chiamando i suoi eventi “fuori- salone”.

A me, personalmente, dei libri in fiera interessa poco. Sono appassionata di Amazon e seguo un paio di librerie cittadine. A me del Salone interessa l’anima digital, ovviamente.

Ho notato, ad esempio, che il sito ha subito un restyling e che Vodafone ha sponsorizzato la nuova app. Ho seguito con interesse La Stampa perché ha creato un evento live a cui hanno partecipato tutti i visitatori interessati. Ecco, questa per me è la vera novità del Salone. Permettere alle persone di partecipare attivamente all’evento culturale, di appropriarsene e viverlo fino in fondo in prima persona. Penso che l’aria di festa che si respirava a Torino fosse proprio questa: l’aver dato all’evento un’anima…