Il Sillabario di Gribaudo presentato da Vittorio Sgarbi al Circolo dei Lettori

Entro Emanuela Negro Ferrero

Alfabeto d’artista

Il Salone del Libro non è solo una magnifica esposizione, ma anche una vasta serie di eventi collaterali sparpagliati per tutta la città. Torno a parlarne perché lo scorso lunedì sera, al Circolo dei Lettori, Vittorio Sgarbi ha presentato Il Sillabario. Ezio Gribaudo dalla A alla Z, opera prima della giornalista chivassese Marina Rota.

L’edizione appartiene alla collana “I librini” ed è curata dalla figlia del Maestro Gribaudo, Paola, la quale, oltre a saper fare libri eccellenti, è anche stata nominata Cavaliere delle Arti e delle Lettere da François Mitterand. (Ma questa, secondo buona consuetudine torinese, è un’informazione destinata a pochi eletti). A Torino infatti, chi occupa posti di rilievo nella Cultura, solitamente di Cultura ne sa poco o nulla e, al massimo, è un buon organizzatore…

Vittorio Sgarbi è un grande amico di Gribaudo da sempre e la presentazione del libro, che racconta in ordine alfabetico le creazioni, i viaggi e gli incontri del noto pittore, si è svolta in un clima di grande affetto ed amicizia. Sgarbi, che ha curato la prefazione del volume, ha messo da parte delicatamente l’autrice e si è dedicato alla lettura delle voci corrispondenti alle lettere con grande garbo ed ironia. Sembrava proprio uno Sgarbi d’altri tempi…

Che dire? Ezio Gribaudo, protagonista della scena culturale del 1900 e creatore dei “logogrifi”, dei “dinosauri”, dei “teatri della memoria”, è un pittore piemontese di quelli che non ne esistono più… Ma oltre che pittore è anche un grande comunicatore.

Da sempre – e io ho il piacere di conoscerlo da quando ero bambina – ha capito che il lavoro e la bravura da soli non bastano. Il successo e la notorietà sono frutto di moltissimi fattori, prima fra tutti la capacità di comunicare ciò che si fa a chi abbiamo deciso essere il nostro pubblico. Questo principio vale per qualsiasi prodotto e per qualsiasi mercato. Alla base di questa capacità di relazionarsi con il mondo mi sembra di intuire la presenza di un grande amore per se stessi e per gli altri. Una forma di generosità nel dare prima ancora che nel prendere. Un esempio? La generosità affettuosa di Sgarbi nel presentare il volume, affiancato dalla brillante autrice.