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Come le “otto grandi bugie sui soldi” ci impediscono di realizzare una campagna di crowdfunding di grande successo

Il crowdfunding è una colletta. Realizzata con strumenti digitali ma pur sempre una colletta. Ha a che fare con i soldi e, principalmente, con il chiedere soldi a persone sconosciute per realizzare i nostri progetti. Fin qui è tutto chiaro. E’ anche altrettanto chiaro che le persone che riescono ad ottenere grandi risultati lo fanno perché hanno dimostrato di essere organizzate e determinate nel raggiungere lo scopo che si sono prefisse. C’è un aspetto che ritengo fondamentale e di cui pochissimi – se non nessuno –  parlano. Il successo di una campagna di crowdfunding è determinato in gran parte da due fattori : fiducia incrollabile e un buon rapporto con il denaro.

maxxi-denaroE’ proprio su questo secondo punto che molte persone si bloccano. L’obiezione più frequente da parte di chi stenta ad approcciarsi al crowdfunding è “non mi va di chiedere l’elemosina”. Oppure che “ con questa crisi chissà mai chi mi darà anche solo un euro”. Essendo per natura curiosa , da tempo navigo diversi siti americani alla ricerca di qualche risposta. Quello che emerge, da John Assaraf a Louise Hay, Anthony Robbins e molti altri formatori è il concetto che il denaro non sia altro che energia e che l’unica cosa che ci impedisce di averlo, di riceverlo, di godercelo, risiede nel nostro sistema di credenze.
Cioè?In pratica, la nostra situazione finanziaria riflette esattamente ciò che noi pensiamo di meritare e di avere. La soluzione consigliata è quella di cambiare il nostro sistema di credenza e imparare a ricevere. Per niente facile, eh?
stampare_soldi_01Nei giorni scorsi mi sono imbattuta in un libro piuttosto interessante scritto dalla formatrice americana Pam Grout http://www.healyourlife.com/top-10-lies-about-money. Un saggio divertente e irriverente perché affronta con ironia quelle che sono definite comunemente come “big fat lies” riguardanti il denaro, frase che tradotta in italiano suona più o meno come “ grandissime bugie” sui soldi.
Ho tradotto alcuni brani dell’articolo con la speranza di chiarire un punto di vista che, proprio perchè viene applicato in maniera del tutto naturale da alcune persone, a mio avviso è corretto. La maggior parte di noi ha una visione ristretta del denaro. Vero. Pensiamo sempre che non ce ne sia abbastanza. Vero? Che sia fuori dal nostro controllo. Vero? Che ci controlli attraverso il nostro lavoro (lavoro che per la maggior parte dei casi detestiamo) . Vero? Che non “cresca sulle piante”.Vero? Che “non si stampi”. Vero? Insomma, sembra che la scarsità sia molto più diffusa dell’abbondanza. Eppure …

soldi 1Ecco l’elenco. Enjoy!
Enorme bugia n°1 – Per essere felice ho bisogno del denaro
Gli indigeni, di qualsiasi popolazione siano, ridono della nostra mania di accumulare qualsiasi cosa. Il denaro non dà la felicità. Certo, aiuta. Ma abbiamo veramente bisogno di tutto quello che abbiamo?
Enorme bugia n°2 – Se hai denaro sei più felice
Veramente? La felicità è uno stato interiore che ha davvero poco a che fare con il denaro. Il denaro alleggerisce la vita, questo è vero. Ma non rende felici le persone.
Enorme bugia n°3 – Devi spaccarti la schiena per guadagnarlo
Una sola domanda: una persona che lavora otto ore al giorno in fabbrica è milionaria? No. Non esiste un collegamento fra ammazzarsi di fatica e diventare ricchi. Nella maggior parte dei casi il denaro arriva in modi diversi, spesso improvvisi. Quindi?
Enorme bugia n° 4 – Non ci sono più soldi in giro
Si sono messi tutti d’accordo. Un’enorme macchina pubblicitaria che ci ripete senza sosta che c’è crisi, non ci sono più soldi. Dare un limite ai soldi significa credere a questa enorme bugia. I soldi non sono finiti. Ce ne sono tantissimi in giro. Basta guardare meglio e aspettarsi il meglio. Il crowdfunding è la dimostrazione che,  tante piccole cifre offerte da tante persone diverse possono fare grandi capitali.
Enorme bugia n°5 – Più ne ho e meglio è
Restare nel presente significa apprezzare quello che già si ha senza ansieggiare per quello che non si ha ancora. Il denaro è energia pura. Lasciarlo stagnare nel cassetto oppure in banca non lo fa aumentare, lo blocca.
Enorme bugia n° 6 – Il Sistema economico non cambierà mai
E chi l’ha detto? Siamo noi con le nostre scelte che determiniamo l’andamento delle cose. Oggi più che mai possiamo determinare un nuovo paradigma economico. Lo dimostra la sharing economy.
Enorme bugia n°7 –  Il denaro è cattivo. I ricchi sono cattivi.
La verità è che il  denaro non è né buono né cattivo. Il denaro non ha valore se non quello che gli conferiamo con il nostro atteggiamento. Amare il denaro per ciò che è realmente, questa è la vera libertà.
Enorme bugia n°8 – Per avere denaro devo avere un buon lavoro
Il denaro lo puoi guadagnare lavorando. Oppure vincendo alla lotteria. Sposarlo. Ereditarlo. Trovarlo in una valigia alla stazione. Non c’è nessuna regola se non quelle che dettiamo noi stessi.

Potremmo andare avanti all’infinito. Queste credenze, che la maggior parte di noi eredita dalla famiglia, respira a scuola, in chiesa, dagli amici, possono essere cambiate per altre credenze meno li-mitanti e più costruttive. In che modo? Ci sono corsi, libri, conferenze. Quello che abbiamo scelto di applicare con il nostro lavoro si chiama co-creazione. Lo vediamo tutti i giorni messo in atto dai progettisti delle campagne pubblicate sulla piattaforma. Quali sono i progetti che hanno più successo? Perché alcune campagne riescono ed altre falliscono? La risposta che posso dare dopo un anno e mezzo di lavoro è che il progettista che ha successo lo ottiene  perché crede fortissimamente di avere successo. Pensa che tutti gli daranno denaro per finanziare la sua idea. Non si sente in colpa. Gioisce e ringrazia ogni volta ed è molto focalizzato sulla parola vittoria. Un leader, insomma.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Crowdfunding Lesson n°16 – Costruire una campagna di email marketing è fondamentale per avere successo.

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Quando si tratta di promuovere la propria campagna di crowdfunding è indispensabile sedersi e progettare con calma un piano di comunicazione strategico suddiviso in azioni da compiere giorno per giorno. Le azioni da pensare sono tante, differenziate su canali diversi e realizzate con strumenti differenti. Uno di questi è senza dubbio l’e-mail. Non mi stancherò mai di dire che il successo di una campagna di crowdfunding viene raggiunto con grande facilità quando il progettista può contare su una rete di relazioni. In gergo queste relazioni vengono chiamate “crowd” cioè folla. Le relazioni sono la linfa vitale di una campagna di crowdfunding. Sono la base da cui parte la diffusione della notizia e gran parte del finanziamento. Il crowdfunding destinato a progetti in ambito culturale presenta caratteristiche diverse rispetto a quanto accade per raccolte fondi dedicate a progetti tecnologici, vendita di servizi, app o startup.

Sul portale abbiamo avuto campagne per progetti meravigliosi che non sono riusciti ad arrivare all’obiettivo non perché il progetto mancasse di valore, anzi, ma perché il prgettista non poteva contare sull’appoggio di una rete di contatti o, ancora, non sapeva come fare per contattarli e coinvolgerli.
Cercherò di essere il più possibile chiara illustrando quello che per chi si occupa di comunicazione è il pane quotidiano. Come si imposta una campagna di e-mail marketing? Ci sono regole precise.
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1 – elenco dei contatti – Un database ricco e completo lo si può avere perché costruito in anni di attività. Lo si può acquistare. Esistono in vendita elenchi di nominativi profilati pronti ad essere utilizzati e in regola con le normative sulla privacy. Possono essere raccolti con metodi semplici e divertenti utilizzando i canali social. Mi vengono in mente concorsi, questionari, contenuti speciali.

2 – un programma per l’invio in automatico delle mail – l mio preferito è Mail Chimp. Ma esiste anche Mail Up. Si tratta di programmi dedicati alla gestione delle mail gratuiti sino a 20.000 indirizzi e a pagamento per quantitativi superiori, Funzionano molto bene e consentono di realizzare anche la parte grafica delle mail grazie a template già pronti e che possono essere riempiti con grande semplicità con immagini e testi. Caricare gli indirizzi è molto semplice . L’invio delle mail avviene in automatico e, questo mi piace molto, il programma offre un report dettagliato dell’invio rendendo così semplice capire chi è un nostro fan e chi no.

3 – il contenuto – Scrivere bene è un mestiere. Le persone non amano leggere e purtroppo sono bombardate da messaggi di ogni genere. Inviare una mail con una richiesta di denaro significa pensare bene a ciò che si deve scrivere. Testo e immagini sono fondamentali. Il tono deve essere convincente e leggero. I messaggi strappacuore, disperati, minacciosi, noiosi lasciamoli pure stare. La mia parola d’ordine dopo 25 anni di copywriting è “incuriosire”. Raccontare una storia, ecco la chiave. Infine, definire con chiarezza quale è l’obiettivo che vogliamo raggiungere con la nostra comunicazione. Poche parole scritte bene.

4 – La cadenza – Una mail al giorno leva il donatore di torno. Negli Stati Uniti è la norma. Se ti iscrivi a un sito puoi star certo che dal quel momento in poi verrai perseguitato da mail continue e insistenti. Gli americani hanno un rapporto molto chiaro con il denaro. Noi italiani no. Bene quindi definire una pausa fra un invio e d un altro. Inserire titoli interessanti e la parola “grazie”.

5 –La fine della campagna- Quando la campagna è finita la mail di chiusura è un obbligo. Un bel grazie a tutti quanti ci rivediamo alla festa di consegna delle ricompense. Questo per me è la base per una campagna di e-mail marketing efficace. Volete saperne di più? Inviate una mail a progetti@innamoratidellacultura.it e prenotate le vostre ore di consulenza via skype. il migliore investimento per costruire una campagna di successo.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it Twitter emanegroferrero

Quale futuro per il crowdfunding? Oggi in massima espansione? Domani? Chissà.

Quale futuro per il crowdfuidng?

Quale futuro per il crowdfuidng?

Come contributor per la rivista online “Crowdfunding Beat” mi capita di leggere articoli interessanti sul crowdfunding. Istruttivi e con contenuti molto avanzati rispetto a quanto accade oggi nel nostro paese. In particolare , mi sento attratta dalla visione estera del crowdfunding perché rivela un mercato che qui in Italia non riusciamo nemmeno a immaginare. Siamo ancora fermi a dire che il “crowdfunding non funziona”. Davvero? Eppure solo da noi in Italia non funziona. Certo, se ne parla molto si organizzano trasmissioni televisive e radiofoniche per raccontare casi di successo e startup innovative. Riviste autorevoli elencano le piattaforme italiane con orgoglio (e in molti casi senza sapere nemmeno lontanamente di che cosa stanno parlando). Ma sono certa di non fornire dati errati quando dico che il crowdfunding in Italia funzionicchia. Viene spontaneo farsi qualche domanda. Analizzare a fondo i dati a disposizione. Certo, il mercato italiano è piccolo. In Francia e Spagna le piattaforme vanno forte. Quindi? E’ colpa del digital divide che ci affligge? Della mentalità degli italiani che non vogliono cambiare prospettiva? Il caso Uber è emblematico di un paese in mano alle corporazioni e incapace di cogliere che la sharing economy è un salvagente da non sottovalutare. Che cos’è il crowdfunding quindi? Come funziona? Dove sta andando?

Crowdfunding future

La sharing economy si basa sulla condivisione.

Leggendo una ricerca- interessante- portata avanti negli USA da CrowdCaucus, società di ricerca sul crowdfunding e le fonti alternative di finanziamento mi trovo d’accordo sul fatto che questo comparto (che ha visto la luce una ventina di anni fa ma sta ancora crescendo) offre uno spazio di evoluzione ampissimo. Ogni giorno in moltissimi paesi del mondo viene lanciata una nuova piattaforma. Contrariamente a quanto accade per il mondo bancario, nel crowdfunding mancano le regole stabilite e uguali per tutti. Cosa succederà fra quattro, cinque anni? Nel 2020 quindi? In questo ultimi cinque anni, la finanza ha preso l’alta velocità. Gli scambi e le negoziazioni sono state sostituite dal trading online. Le società finanziarie spendono più per la comunicazione virale e capillare sui social che per sedi prestigiose e servizi. La formazione avviene principalmente online e il contatto personale è ridotto al minimo indispensabile. Ci sono nuove forme per finanziare le piccole e medie imprese e le banche stanno cedendo il posto a nuove forme di pagamento, finanziamento, transazione, elaborazione. È difficile prevedere il futuro, i dati da analizzare sono moltissimi e tutti diversi fra di loro. Ognuna di questi porta da qualche parte. Nel crowdfunding il potere è sicuramente in mano alle persone. Senza dubbio è importante valutare il ruolo che la tecnologia ricopre nei confronti del comportamento umano quando si tratta di investimento. Che cosa è allora che nel crowdfunding genera “valore? L’ampliamento del valore economico? La creazione di valore d’impresa? L’aumento del valore sociale per la costruzione di reti immense di rapporti? Non si sa. Può darsi allora che negli anni a venire assisteremo a storie di successo eccellente oppure a un completo crash. Mi chiedo se, questo nuovo modo di finanziare porterà denaro in aree del mondo dove oggi di denaro non ce n’è. Il web arriva ovunque. E’ obliquo e trasversale. Chissà se questo sistema collettivo non porterà a una condivisione mondiale del benessere. I futuri possibili sono centinaia e tutti ugualmente interessanti. I rapporti come quelli portati avanti da “CrowdCaucus” e altre importanti realtà americane hanno come scopo quello di costruire una rappresentazione collaborativa di “futuri possibili” raccogliendo le opinioni da operatori del settore, leader di pensiero, dirigenti di servizi finanziari, membri normativi e legislativi, università, utenti, investitori e clienti. o qualcosa di molto diverso. Ci si augura di riuscire a stimolare un dialogo costante verificando come queste nuove regole possono essere applicate a una pratica vecchia (la finanza) .

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Il successo nel crowdfunding è frutto di una strategia accurata e di un grande orientamento al successo.

Gipo lo zingaro della barriera

Gipo lo zingaro della barriera

Perchè alcune campagne hanno successo e altre no? Quali sono i fattori determinanti per realizzare una campagna efficace in termini di comunicazione e raccolta?  Molti parlano di crowdfunding. Alcuni bene, alcuni male, altri, la maggior parte,  senza sapere di che cosa si tratta. E’ una colletta. Realizzata con strumenti digitali.  Una raccolta di fondi comunicata attraverso il passaparola fra la propria rete di contatti e quelli contattati attraverso i  social media. E’ un modo semplice e   diretto ideale per finanziare le proprie attività senza dover ricorrere ad una banca. Fra i diversi tipi di crowdfunding quello più diffuso e immediato è definito  “reward” cioè in cambio di una donazione si riceve una ricompensa. Questo è il meccanismo. Ma  gestire una raccolta con il crowdfunding significa mettere in atto una  campagna di comunicazione e, come si può intuire, non  tutti sono in grado di farlo e, soprattutto, pochi sanno che per avere successo , oltre alle competenze , è fondamentale  preventivare tempo e costi.  Quanti costi? Dipende. Indicativamente una media plausibile  è di circa il 20% dell’importo che si vuole raggiungere. Se si pensa che a fine raccolta il crowdfunding lascia, oltre ai fondi donati,   una campagna di comunicazione realizzata a basso costo, è corretto affermare che i vantaggi ottenuti sono più degli svantaggi.  Certo, bisogna darsi da fare. Ma il risultato finale è gratificante. Sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it,  un esempio di campagna cpndotta  con successo è   stata quella organizzata per  il documentario “Gipo lo zingaro della barriera”.

Proposta dal regista, Alessandro Castelletto, e dalla figlia del noto chansonnier piemontese , Valentina,  in 60 giorni sono stati raccolti i oltre 13.000 euro  sulla piattaforma e altrettanti tramite bonifico bancario.

i referral sono fondamentali per avere successo

i referral sono fondamentali per avere successo

Quale ricetta per questo successo? Gli ingredienti indispensabili sono stati molti:
1 – Il tempo – Dall’idea di realizzare una campagna di crowdfunding alla messa online del progetto sono passati almeno 4 mesi. La programmazione è fondamentale per qualsiasi attività ma nel caso di “Gipo lo zingaro della barriera” il tempo impiegato per capire, studiare, ideare e pianificare ha condotto ad una strategia articolata e ben congegnata dove nulla è stato lasciato al caso
2 – il team – i progettisti, coadiuvati e sostenuti da amici, professionisti della comunicazione  e fan.  Una squadra di persone amiche e ben organizzate  hanno costruito le attività di comunicazione, gestione e raccolta . Bellissimi i video.  Cambiati molte volte nel corso della campagna per comunicare in ogni momento che cosa stava accadendo. Sempre sul pezzo con ringraziamenti e immagini del day by day.
3 – il piano ricompense – questo elemento , che spesso viene trascurato è invece il motivo principale che attira le donazione. Alcuni opinano che offrire e  inviare una ricompensa ha un costo. E’ vero,  ma  il denaro che arriva con il crowdfunding è un regalo. Ricompense ricche e originali  sono perciò  il giusto scambio che una persona si aspetta per aver sostenuto il progetto.
4 – comunicazione – qui si   parla di social media, di video virali e di eventi.  Una serata è un buon momento per raccontare la propria idea e chiedere supporto economico per realizzarla. Le mail  mirate, una newsletter garbata. Tutte cose che aiutano la raccolta.
5 – entusiasmo – ogni attività è stata portata avanti con energia e grande determinazione.
6 – il crowd – Scopo del crowdfunding è quello di raccogliere denaro e  costruire attorno al progetto una “folla” di sostenitori affezionati e pronti a seguire il progettista anche nelle sue future avventure. Chi dona oggi lo farà anche domani.

7 – la piattaforma – La scelta di una piattaforma specializzata non è banale perchè il crowd, le persone che si raccolgono attorno, sono già sensibilizzate e attente. Negli Stati Uniti è normale scegliere la piattaforma ricorrendo a speciali applicazioni che, sulla base delle statistiche di successo o meno dei progetti, consigliano dove pubblicare la propria campagna.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding. Lesson n°12. Perché una campagna ha successo?

Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere.

Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere.

In questi mesi, dieci per l’esattezza, di campagne di crowdfunding ne ho viste nascere molte. Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere. Perché? Questa domanda ci ha tormentato, incuriosito e,anche, messi alla prova. Ognuno nel suo ambito di competenza. Emanuela  nel contatto con i progettisti  e Lorenzo dal backoffice. Che non significa meno impegno da parte sua, anzi, Lorenzo ha a che fare con problematiche tecniche diverse  e complesse in maniera diversa rispetto alle mie che riguardano per lo più il contatto con le persone. Nei mesi abbiamo capito come condurre il progettista  nel processo di costruzione e pubblicazione  del suo progetto. Gli elementi chiave, che non ci sembravano poi così essenziali, oggi vengono comunicati e suggeriti con maggiore precisione. Meno riunioni, meno blabla e maggiore efficacia. Il video pitch. Golem di ogni Creatore. Ho capito come spiegarlo ma, soprattutto, ho imparato  che  trasmettere al progettista quale deve essere lo spirito del video di presentazione fa davvero la differenza. Questo non significa che il progettista riesca subito a produrre un video efficae. Ma almeno sa che cosa deve fare. Anche lo storytelling è importante. Le immagini, le paroel, le ricompense. Il processo di creazione si sta velocizzando e anche noi, siamo più rapidi nel veicolare le informazioni in rete. Ma che cosa fa di una campagna un successo? La risposta è piuttosto banale. Potrei dire che dipende tutto dalla  comunicazione virale. Oppure che è l’ufficio stampa. Sono gli eventi. Il concept del progetto. Tutto vero., Tutto falso. La verità è che una buona campagna dipende da quanto il progettista crede nel suo progetto e ha fiducia che riuscirà a portare a buon fine la sua raccolta. Determinazione, organizzazione, entusiamo, rete di rapporti e fiducia. A tutto questo si aggiunge il solito pizzico di fortuna e la nostra comunicazione che, vuoi perché siamo ormai conosciuti e pubblicati, vuoi perché siamo diventati più efficaci, ultimamente sta facendo la differenza. Grazie a Radio24 del Sole24ore il nostro livello di notorietà è cresciuto. Attendiamo che crescano le donazioni dagli sconosciuti. I veri #innamoratidellacultura, il nostro crowd, insomma.

Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it

 

Serata charity e crowdfunding. Con Vittorio Sgarbi a Casale Monferrato.

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

“Il Mistero di Anne di Alençon”.  Abbiamo impiegato mesi di discussioni e riunioni e incontri e risate e progetti con Marina Buzzi Pogliano, Presidente della Fondazione Santa Caterina Onlus prima di  trovare il bandolo della campagna di crowdfunding per la Chiesa di Santa Caterina a Casale. Alla fine ci siamo riusciti. Si tratta di una  raccolta fondi dedicata alla ricerca archivistica e, in maniera più pragmatica, al sollevamento del pavimento sotto all’altare per verificare di chi siano   i corpi  seppelliti lì sotto.  Mesi di programmazione. Questo è corretto. Il crowdfunding è una tecnica di marketing 3.0 . In pratica questo per il Creatore del progetto significa programmazione, progettazione e tutta una serie di azioni mirate alla raccolta dei fondi.

La campagna è iniziata ormai da un mese e mezzo e , fra le varie iniziative da proporre , abbiamo creato  un  contatto fra la Fondazione e Vittorio Sgarbi , La Presidente Buzzi ha   organizzato in maniera impeccabile una serata charity completa di due conferenze, un concerto in chiesa e cena con relazione del Prof Sgarbi.   Tutto perfetto. Conferenza stampa in Comune (presente Emanuela Negro-Ferrero per  Innamorati della Cultura), concerto per clavicembalo ed arpa nella chiesa di Santa Caterina e agnolotti del plin come piatto forte della serata.  Bravissimi tutti. Buonissimi i plin. Eccezionale la relazione del prof. Sgarbi.

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

Presentando la piattaforma di Innamorati della Cultura a casale Monferrato

Cosa dire dei  donatori?  Pochi e nemmeno troppo generosi.  Motivo? Scarsa conoscenza del mezzo. Poca voglia di mettersi in gioco. Lo sappiamo tutti che  c’è   ancora molto da fare in Italia su questo versante.  Nel post precedente abbiamo fatto riferimento al comandamento “non rubare”. In questo introduciamo  “ama il prossimo tuo come te stesso”. Perché non sfugge a nessuno che, quando la stupenda chiesa barocca di Santa Caterina verrà restaurata , essendo ubicata  in pieno centro, i turisti che transitano per  Casale potrebbero avere voglia di visitarla. Magari, di mangiare al ristorante. Di bere un caffè al bar e di acquistare una decina di scatole di krumiri.  Generando un circolo virtuoso di acquisti e movimento. Questo  sarebbe – e sarà – possibile grazie alla condivisione.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding che passione: al Salone Gamma Donna un Lab dedicato alla moneta alternativa

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell'innovazione

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell’innovazione

Il passato 2 ottobre (2014 ) avevamo trascorso  una giornata dedicata all’imprenditoria femminile. E all’innovazione. Il tema di base era  l’Arte di RE-inventarsi e “Innamoratidellacultura” non poteva non essere invitata.  La sede scelta per l’evento, l’Aula Magna del Campus Einaudi, si è prestata ad ospitare una due giorni di panel, dibattiti, laboratori e incontri . Interessante l’elenco degli invitati anzi, delle StartUp invitate. madrina di eccezione Valentina Parenti, ideatrice e animatrice del Salone . La nostra attenzione è rimasta concentrata sul convegno del pomeriggio. Il tema? Crowdfunding. Il padrino? Il boss degli angel investor torinesi. Non ci a aspettavamo tanta attenzione da parte del pubblico. La sala era gremita. Studenti universitari, qualche professore e molti progettisti. E’ stato istruttivo potersi confrontare con Angelo Rindone di www.produzionidalbasso, con Claudio Bedino di www.starteed.it, con l’arcinoto Gianluca  Dettori e la sua piattaforma Sardex. La discussione è stata istruttiva, soprattutto con il collega Rindone. fare corwdfunding in Italia ci fa sentire pionieri di un nuovo modo di finanziare le idee. sapere che ci sono persone che lo fanno da anni con soddisfazione ci ha rassicurati. La strada che abbiamo imboccato è quella  giusta . Ci siamo sentiti piccoli ma con buone gambe per crescere e correre veloce.  Un fine serata inaspettato ci ha sorpresi con un laboratorio composto da immagini , suoni e parole raccolti la sera prima e raccolti a formare un racconto. Bellissimo lo storytellig creato con fumetti disegnati in tempo reale davanti ai nostri occhi come sintesi gioioasa di due giorni dedicati all’innovazione e alla speranza. Quella di  potersi svegliare in un paese migliore. Dove tutti fanno corwdfunding per tutti in un perfetto clima di libero scambio.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

 

Crowdfunding Lesson n°10. Tutti ne parlano nessuno sa cos’è.

Il crowdfunding è la cocreazione di un'dea grazie all'aiuto di altre persone.

Il crowdfunding è la cocreazione di un’dea grazie all’aiuto di altre persone.

Finalmente un libro in italiano. Edito da Egea, il manuale “Crowdfunding. La via collaborativa all’imprenditorialità” scritto da Paola Peretti, Ivana Pais e Chiara Spinelli  il fenomeno del crowdfunding viene esplorato sotto diversi punti di vista, dando una panoramica esaustiva e pragmatica non solo italiana ma anche estera. In Italia, come sempre, tutti ne parlano ma, visti i risultati delle raccolte, nessuno sa esattamente che cosìè e quali sono i meccanismi che lo fanno funzionare.

Il crowdfunding è una tecnica di marleting legata alle emozioni

Il crowdfunding è una tecnica di marleting legata alle emozioni

In Italia le piattaforme vanno moltiplicandosi. Addirittura esiste una piattaforma di crowdfundng che, poco astutamente, sta immettendo sul mercato piattaforme preconfezionante a basso costo con il rischio reale di creare un grip al mercato prima ancora che lo stesso decolli.  Il libro è un manuale. Chiaro, conciso, esaustivo. Le autrici analizzano tutti gli aspetti tecnici e pratici sia dal punto di vista degli investitori che da quello dei consumatori.L’idea comune è quella di una raccolta fondi dal basso. Vero ma non sufficiente. Fare crowdfunding è un modo pratico ed efficace  per testare un’idea, creare una community di persone che si interessano a un prodotto, a un servizio, a un progetto e, allo stesso tempo, generare brand awareness intorno ad esso, posizionandolo sul mercato e comprendendone potenzialità e dinamiche. Tutto questo ha più a che fare con il marketing che con il fundraising. Il crowdfunding è veramente il marketing di terza generazione. Il manuale  lo illustra chiaramente con esempi tratti da decine di case studies e campagne di successo e anche di insuccesso. Interessante la sezione dedicata a chi lancia e promuove una campagna di crowdfunding.  Il Creatore di progetto, posso confermare perché lo vedo tutti i giorni,  deve essere preparato, proprio come per una campagna di marketing. Prima ancora di partire deve avere prima una strategia, un piano da seguire, scegliere il team e definire i ruoli all’interno di esso, preparare i contenuti diversi per i media e realizzati in base ad un piano editoriale realizzato ad hoc in base all’analisi dell’audience.

la comunicazione virale emozionale è alla base di una campagna di successo

la comunicazione virale emozionale è alla base di una campagna di successo

Questa preparazione, o impreparazione, sarà un fattore critico e determinante per il successo della campagna di crowdfunding. L’ultima parte del libro è dedicata al parallelismo che intercorre fra una campagna di digital marketing efficace e una campagna di crowdfunding.  Perché nello stesso modo, il crowdfunding è una forma di comunicazione diretta che si basa sullo scambio e su tre elementi principali: fiducia, coerenza, emozione. In ultimo, il crowdfunding è un fenomeno che sta modificando fortemente alcuni parametri del mondo finanziario, ma anche diversi aspetti della comunicazione e del marketing. Tutto perfetto. Manuale perfetto. Analisi perfetta. A me rimane un solo dubbio. Le persone che lanciano le campagne di crowdfunding non sono esperte di marketing. Hanno bisogno di supporto e di formazione. Si scontrano con una mentalità spesso gretta, abulica e indifferente. La sfida vera è questa. A cui si aggiunge la criticità tutta italiana legata alle transazioni digitali. Questo a mio avviso non è un fattore di poco conto.

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

I mostri sacri del crowdfunding al Salone Gamma Donna. Innamoratidellacultura? Presente!

Angelo Rindone, AD di Produzioni dal Basso

Angelo Rindone, AD di Produzioni dal Basso

E’ diventato un appuntamento fisso. Il Salone Gamma Donna,  partito come un convegno per promuovere l’imprenditoria femminile, nell’arco di pochi anni si è trasformato in un evento di grande rilevanza. Eravamo  già stati invitati a presentare “Innamorati della Cultura” a Padova durante una delle numerose  tappe italiane delal manifestazione.

Questa volta invece, il crowdfunding è diventato argomento del workshop pomeridiano dedicato agli “strumenti di finanza alternativa”.  Innamorati della Cultura c’era.

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell'innovazione

Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell’innovazione

Unica Startup al femminile in mezzo a mostri sacri dell’innovazione finanziaria. Prima di Emanuela Negro-Ferrero Ceo della piattaforma , Gianluca Dettori, Ad di Dpixel, ha presentato la sua creatura, il “Sardex”. Che cos’è Sardex? Questo è quello che viene riportato sul sito: Il Circuito Sardex è un mercato complementare che non conosce crisi: Che tu abbia prodotti o servizi non importa. Ciò che importa è che tu abbia voglia di accrescere il tuo giro d’affari e di presentarti fin da subito come fornitore privilegiato verso centinaia di nuovi potenziali clienti. Migliaia di euro di vendite aggiuntive ti aspettano su Sardex.net, ma ad una condizione: rispendere nel Circuito quanto dal Circuito si è ricevuto. Non ho compreso bene i meccanismi ma certamente abbiamo  capito che,  in un momento di grave mancaza di liquidità, un circuito come Sardex fa la differenza. Diverso è stato l’approggio all’argomento crowdfunding.

Ne ha parlato a lungo Angelo Rindone, il primo visionario italiano, fondatore della piattaforma “Produzioni dal Basso” che, inaspettatamente, ha ripetuto più volte il concetto di co-creazione. Cioè della possibilità di realizzare le proprie idee grazie al sostegno economico di molti. L’Ad di Starteed ha proposto i suoi prodotti. Piattaforme per il corwdfunding di piccole, medie, grandi dimensioni dedicate ai più svariati di clientela. Sembrava molto sicuro di sé. Le sue vendite aumentano di mese in mese. Consideriamo che, si, è bello vendere il più alto numero possibile di piattaforme per il crowdfunding. Peccato poi che il cliente finale non le sappia utilizzare. Purtroppo la situazione italiana non è affatto rosea.Ogni giorno affrontiamo  le criticità e gli ostacoli  di fare crowdfunding in un paese ostinatamente refrattario a qualsiasi tipo di cambiamento.  Problemi a utilizzare internet, divario di genere, analfabetismo digitale.  Non basta avere una piattaforma. Bisogna saperla usare.  Il rischio, è di ammazzare un mercato prima ancora di averlo messo al mondo.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

 

Crowdfunding Lesson n°9. Chi fa che cosa? La campagna di raccolta fondi.

I lettori di  Artribune sanno bene che cosa sono “I Martedi Critici”.  Noi, essendo torinesi e non leggendo quotidianamente Artribune, non lo sapevamo fino a quando la campagna di raccolta fondi non è stata caricata sulla piattaforma. Leggendo il programma di questi appuntamenti culturali non possiamo  che apprezzarli e sostenerli. Il curatore Alberto D’Ambruoso ci  ha contattati tramite conoscenze comuni all’inizio del mese di settembre. In questo post  raccontiamo  in che cosa consiste il lavoro eseguito da chi sta sta dietro alla piattaforma. Quello che nessuno vede e immagina. Lavoro che dovrebbe essere coperto da una fee del  7%   sul raccolto. Possiamo  assicurare che il  processo di pubblicazione di una campagna è lungo ed impegnativo. Sia per il Creatore del progetto che per chi, come le persone dello staff   si occupano di aiutarli alla corretta pubblicazione e ad insegnare loro come lanciare la campagna. Il supporto è totale:  che tipo di azioni compiere, come compierle, quando e perché. Non so se altre piattaforme danno questo servizio.  Mi piacerebbe saperlo ma, in ogni caso,  ritengo questo genere di assistenza fondamentale perché desideriamo  che i progetti pubblicati abbiano successo e che le persone capiscano bene chi fa che cosa e come.

Dietro alla piattaforma ci sono persone che lavorano. Che si interessano. Che ascoltano. Che aiutano . Chi fa che cosa?

Dietro alla piattaforma ci sono persone che lavorano. Che si interessano. Che ascoltano. Che aiutano . Chi fa che cosa?

Tornando al progetto dei “I Martedì Critici”, l’iter prevede che, una volta letto il progetto, venga inviata una mail di risposta con già alcune indicazioni per perfezionare quanto si desidera pubblicare. Nei mesi passati abbiamo  elaborato una serie di contenuti informativi/formativi che spaziano dalle “Condizioni d’Uso della piattaforma” al facsimile del testo, articoli sul crowdfunding ecc. Pensiamo  che alla fine tutto questo materiale diventerà una guida al crowdfunding ma al momento ci limitiamo  ai contenuti separati. Alle mail soltamente seguono delle telefonate aventi come scopo da parte nostra  quello di spiegare esattamente chi deve fare che cosa. Chi deve fare la raccolta? Ecco, questo è un punto cruciale. Il progettista  deve lavorare per raccogliere il denaro attraverso la sua rete di contatti e la piattaforma lo sostiene con tutta una serie di attività di comunicazione. Che spaziano dalla pubblicazione degli annunci sui social alla presenza ad eventi , interviste, relazioni personali e, se il prgetto lo richiede, supporto  con azioni di fundraising. Rimane un punto dolente su cui ne noi  né il progettista  possiamo  fare molto: Gli italiani odiano i pagamenti online. Aborrono Paypal. Chiedono di effettuare il bonifico bancario . Anche se costa. Anche se è scomodo.  Spingiamo  sempre  il progettista a spiegare che Paypal garantisce la sicurezza delle transazioni. A non accettare il cash e, soprattutto, a non pubblicare il logo del portale con sotto stampato l’iban del proprio conto corrente personale. Ma questo è argomento del prossimo post. ahttps://www.innamoratidellacultura.it/campaigns/arte-per-tutti-i-martedi-critici-maxxi-macro/

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it