Crowdfunding culturale: sgravi e aspetti contributivi.

Entro Emanuela Negro Ferrero

Iniziamo col dire che il crowdfunding culturale è sempre più utilizzato e sovente viene confuso con altri tipi di crowdfunding come quello di tipo equity o lending che, fortunatamente per noi, presentano aspetti tributari e fiscali molto più complessi e questo, in un paese come il nostro è una gran bella notizia.

Molte associazioni non profit come associazioni ed Enti culturali, si avvalgono di questo straordinario strumento di finanziamento alternativo e dal basso, perché consente di presentare senza troppe formalità, un progetto ad  una moltitudine di potenziali donatori, praticamente un numero infinito in teoria.

La preparazione di una campagna di crowdfunding, oltre a focalizzarsi sulla preparazione , e successiva presentazione dei contenuti, : deve tenere in conto anche gli aspetti spesso fiscali e contabili. Qualcosa di certamente meno divertente ma indispensabile per non ritrovarsi brutte sorprese future.

Abbiamo pensato a scrivere un breve articolo per darvi una mano a capire quale tipo di crowdfunding può funzionare meglio per voi, senza usare un linguaggio complesso. Poche semplici regole utili a capire come comportarsi dopo che sono arrivate le donazioni.

Iniziamo dalle basi: che cos’è il crowdfunding?

Il crowdfunding è un metodo moderno per raccogliere soldi online e sostenere progetti di organizzazioni no profit quando non hanno abbastanza fondi per farlo da sole.

In pratica, si tratta di  sollecitare donazioni su internet attraverso piattaforme specializzate.

Il percorso iniziale è piuttosto semplice. L’organizzazione non profit pubblica il suo progetto sulla piattaforma indicando quanto denaro gli serve e creando un “piano ricompense “ da dare in cambio ai donatori.

Ovviamente, bisogna saper scrivere un progetto decente, cosa che non è sempre così scontata (se volete saperne di più sulla progettazione, potete dare un’occhiata al nostro blog dove trovate decine di articoli suddivisi per argomento).

Il crowdfunding dal punto di vista contabile

Per capire come trattare i soldi raccolti tramite crowdfunding dal punto di vista contabile, dobbiamo dare un’occhiata alle regole delle organizzazioni no profit e a un documento della Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

Questo documento dice che i soldi raccolti online tramite crowdfunding sono considerati “donazioni in denaro”. In altre parole, sono soldi che la gente dà all’organizzazione senza ricevere nulla in cambio.

Ma se la campagna di crowdfunding prevede una “ricompensa” in cambio dei soldi (come regali o servizi), la situazione si fa più complicata e bisogna valutare caso per caso se questa attività rientra tra gli scopi dell’organizzazione o se è un’attività commerciale.

La gestione fiscale dei fondi raccolti dipenderà da questa decisione.

Gli enti no profit hanno l’obbligo di  redigere un rendiconto entro quattro mesi dalla fine dell’anno fiscale, in cui devono spiegare in modo chiaro quanto hanno raccolto e come intendono usare queste somme per la realizzazione del  progetto di crowdfunding.

Il crowdfunding dal punto di vista fiscale

I soldi raccolti tramite crowdfunding non sono soggetti all’IVA, secondo le leggi fiscali. Inoltre, non sono tassati, come stabilito dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

In sostanza, non dovete preoccuparvi di pagare l’IVA o le tasse sui soldi raccolti in questo modo.

I vantaggi fiscali per i donatori

Le persone che donano soldi a un’organizzazione no profit tramite crowdfunding possono dedurre o detrarre queste somme dalla loro dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Unico).

La guida pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate contiene tutte le informazioni che vi servono.

Inoltre, è possibile dedurre le donazioni anche se l’organizzazione ha sede all’estero.

La Corte di Giustizia europea ha stabilito che potete usufruire delle detrazioni fiscali previste nel vostro Paese anche se si dona  ad un’organizzazione in un altro Paese.

In conclusione

Il crowdfunding è un bel modo per le organizzazioni no profit di raccogliere soldi. È democratico e può portare a grandi risultati.

Ma, come in ogni cosa, è meglio fare le cose con cautela e non farsi accecare dalle opportunità che offre. Prima di lanciarvi, è consigliabile consultare un esperto del Terzo Settore per assicurarsi di avere tutto sotto controllo, specialmente dal punto di vista fiscale e contabile.

È importante anche comunicare chiaramente ai vostri donatori come state usando i soldi e quali risultati state ottenendo.

La trasparenza è fondamentale per guadagnare la fiducia dei donatori, sia per questo progetto che per quelli futuri.

Se avete domande specifiche o volete chiarire qualche dubbio prima di iniziare, sentitevi liberi di scriverci alla email progetti@innamoratidellacultura.it

E ricordate, se volete fare crowdfunding, dovete saper scrivere un buon progetto…se volete imparare a farlo chiedete una consulenza gratuita di 30 minuti.

Redazione www,innamoratidellacultura,it