Il grande regista Friedkin firma un’Aida eccezionale per il Teatro Regio di Torino.

Entro Emanuela Negro Ferrero

Aida 2Cosa ci poteva essere di meglio di una collaborazione fra il Teatro Regio e il Museo Egizio di Torino per creare l’Aida che nessuno ha mai visto? Aida è un’opera meravigliosa che trova da sempre la sua migliore collocazione all’Arena di Verona. Il Teatro Regio di Torino non può vantare tale vastità di spazi, ma possiede la creatività e il coraggio di creare un nuovo allestimento con il Museo che più di ogni altro al mondo può occuparsi della scenografia. Torino ha una connessione strettissima con l’antico Egitto. Nel 1628 Carlo Emanuele di Savoia comprò una tavola d’altare in bronzo riportante geroglifici non ben definiti ma certamente di matrice egiziana.  La “mensa Isiaca”(questo è il nome della tavola ) fece nascere nel re Carlo Emanuele III il desiderio di mandare in Egitto un botanico, il professore , Vitaliano Donati, per cercare qualcosa che potesse aiutare la decifrazione della tavola. Che cosa derivò da questa spedizione è sotto agli occhi di tutto il mondo perché la collezione del Museo Egizio è considerata la seconda al mondo per importanza e ricchezza.

aida 1Per celebrare l’apertura del Museo e inaugurare la stagione d’opera, il famoso regista americano William Friedkin ha creato un allestimento unico e irripetibile. Citando dal libretto che mi hanno consegnato all’ingresso, il regista afferma :”Ho scelto di mantenere le ambientazioni originali, non sono d’accordo con le trasposizioni moderne. Tanto più a Torino, sede del Museo Egizio”. La serata senza dubbio è stata magica. Ma la cosa che mi ha sorpreso più di tutti (abituata come sono ad un quieto pubblico di torinesi amanti dell’understatement) è stato il fuoco di flash che improvvisamente hanno investito alcune signore sedute due file davanti a me. Belle signore, che a me non mi dicevano nulla di particolare. Tranne una. Elsa Martinelli, sicuramente. I nomi delle altre persone, strafotografate le ho lette il giorno dopo sul giornale. Il regista pare avesse acquistato un’intera fila di posti per i suoi amici americani: i signori Rotschild, la citata Elsa Martinelli, Candice Bergen e altri ancora. Ben fatto Mr Friedkin, davvero ben fatto.

Friedkin-e-Noseda-Backstage-196Mi sono chiesta se questi personaggi diventeranno “amici” del Teatro. A Chicago, anni fa, alla prima di un concreto con il maestro Abbado avevo trovato sulla poltrona una busta. Conteneva un ringraziamento per aver pagato il biglietto e un’offerta di possibilità di donazione decisamente molto ampia e ben descritta. Si spaziava dalla cena privata con il Maestro Abbado alle foto con lui, gli autografi e così via. Avevo pagato il biglietto. Certo. Ma mi hanno chiesto lo stesso una donazione per il sostegno del teatro. Al diavolo l’understatement.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it