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Regalare  biglietti per il teatro a chi non se li può comprare: that’s Amore!

Regalare il teatro a chi non ci può andare. Di che cosa si tratta? E’ possibile? Si! Grazie a  “Biglietto Sospeso” il crowdfunding per #innamoratidelteatro attivo oggi sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it al link

Il conto alla rovescia è iniziato, fra due ore sarà online la campagna dell’Associazione Tedacà, compagnia teatrale torinese. Tutti pronti a donare e a diffondere la campagna condividendola ad amici e conoscenti. L’intento è di aiutare i ragazzi di “Tedacà” a  realizzare un  piccolo miracolo di generosità. Il crowdfunding ha successo grazie alla condivisione e alla partecipazione. Tu, da che parte vuoi stare? Soprattutto, vuoi fare tua parte? Grazie di cuore!

Il titolo della campagna incuriosisce : “Biglietto Sospeso”. Subito, viene alla mente l’abitudine –straordinaria-  dei napoletani di lasciare pagato un caffè per chi viene dopo. Ecco. “Biglietto sospeso” è un progetto culturale di stampo sociale dedicato a chi viene dopo, a chi è ultimo e, proprio perché è ultimo non si può permettere di acquistare un biglietto per andare a teatro. A pensarci si stringe il cuore.  Tedacà, che invece il cuore ce l’ha grande, ha così deciso di creare una campagna di crowdfunding per regalare biglietti a chi non se li può permettere.

Come funziona?

Il meccanismo della campagna di crowdfunding è semplice.  Si può spiegare con una breve frase ad effetto: AAA.Cercasi Innamorati del Teatro disponibili a regalare biglietti di ingresso a teatro. In cambio, come di consueto per questo tipo di raccolta fondi, ci sono in palio premi.

 

Tipo? Abbonamenti, ringraziamenti. Ma la vera ricompensa è solo una. La gioia di donare a qualcuno una serata di divertimento. That’s amore!

Chi è Tedacà?

Tedacà nasce nel 2002 ed è una compagnia artistica, di ricerca e sperimentazione attiva sul territorio piemontese. In quindici anni di attività  ha raccolto numerosi premi e riconoscimenti nazionali.

 

Per Tedacà, il teatro, la danza, il canto e la musica sono strumenti fondamentali di racconto e testimonianza dell’uomo, delle sue difficoltà, delle sue contraddizioni, capacità e desideri.

 

Tedacà fonda i suoi principi sull’accessibilità dell’arte performativa e ogni anno sviluppa progetti e spettacoli sui temi della contemporaneità, anche attraverso creazioni di nuove drammaturgie che scaturiscono dalle testimonianze dirette dei cittadini e che vengono poi messe in scena dagli artisti.

Propone laboratori artistici per tutte le età e livelli, progetti per le scuole di ogni ordine e grado e collabora con associazioni e realtà di tutta Italia. bellARTE è la sua casa dove settimanalmente propone eventi di qualitàDal 2009 ha anche un nuovo spazio: Cartiera in via Fossano 8 sempre a Torino.

Come si può donare? 

Con carta di credito, grazie al sistema di pagamento sicuro STRIPE. Devi andare sulla pagina della campagna e, dopo aver scelto il livello della tua partecipazione, digitare i dati della tua carta di credito et, voilà , sostenere Tedacà e “Biglietto Sospeso”.

Ti è piaciuto questo progetto? Ti chiediamo di condividere questo breve articolo contutti i tuoi amici, sui social e via mail. Più siamo e più raccogliamo. Più raccogliamo e più biglietti sospesi regaliamo

Redazione   www.innamoratidellacultura.it

 

Il grande regista Friedkin firma un’Aida eccezionale per il Teatro Regio di Torino.

Aida 2Cosa ci poteva essere di meglio di una collaborazione fra il Teatro Regio e il Museo Egizio di Torino per creare l’Aida che nessuno ha mai visto? Aida è un’opera meravigliosa che trova da sempre la sua migliore collocazione all’Arena di Verona. Il Teatro Regio di Torino non può vantare tale vastità di spazi, ma possiede la creatività e il coraggio di creare un nuovo allestimento con il Museo che più di ogni altro al mondo può occuparsi della scenografia. Torino ha una connessione strettissima con l’antico Egitto. Nel 1628 Carlo Emanuele di Savoia comprò una tavola d’altare in bronzo riportante geroglifici non ben definiti ma certamente di matrice egiziana.  La “mensa Isiaca”(questo è il nome della tavola ) fece nascere nel re Carlo Emanuele III il desiderio di mandare in Egitto un botanico, il professore , Vitaliano Donati, per cercare qualcosa che potesse aiutare la decifrazione della tavola. Che cosa derivò da questa spedizione è sotto agli occhi di tutto il mondo perché la collezione del Museo Egizio è considerata la seconda al mondo per importanza e ricchezza.

aida 1Per celebrare l’apertura del Museo e inaugurare la stagione d’opera, il famoso regista americano William Friedkin ha creato un allestimento unico e irripetibile. Citando dal libretto che mi hanno consegnato all’ingresso, il regista afferma :”Ho scelto di mantenere le ambientazioni originali, non sono d’accordo con le trasposizioni moderne. Tanto più a Torino, sede del Museo Egizio”. La serata senza dubbio è stata magica. Ma la cosa che mi ha sorpreso più di tutti (abituata come sono ad un quieto pubblico di torinesi amanti dell’understatement) è stato il fuoco di flash che improvvisamente hanno investito alcune signore sedute due file davanti a me. Belle signore, che a me non mi dicevano nulla di particolare. Tranne una. Elsa Martinelli, sicuramente. I nomi delle altre persone, strafotografate le ho lette il giorno dopo sul giornale. Il regista pare avesse acquistato un’intera fila di posti per i suoi amici americani: i signori Rotschild, la citata Elsa Martinelli, Candice Bergen e altri ancora. Ben fatto Mr Friedkin, davvero ben fatto.

Friedkin-e-Noseda-Backstage-196Mi sono chiesta se questi personaggi diventeranno “amici” del Teatro. A Chicago, anni fa, alla prima di un concreto con il maestro Abbado avevo trovato sulla poltrona una busta. Conteneva un ringraziamento per aver pagato il biglietto e un’offerta di possibilità di donazione decisamente molto ampia e ben descritta. Si spaziava dalla cena privata con il Maestro Abbado alle foto con lui, gli autografi e così via. Avevo pagato il biglietto. Certo. Ma mi hanno chiesto lo stesso una donazione per il sostegno del teatro. Al diavolo l’understatement.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Presentazione del programma di Stalker Teatro alle Officine Caos

Alla presentazione del programma di Stalker Teatro

Alla presentazione del programma di Stalker Teatro

Abbiamo unito  il piacere al lavoro andando a sentire la presentazione  del programma 2015 di Stalker Teatro alle Officine Caos.  Officine Caos  è un grande spazio teatrale polivalente dedicato alla produzione artistica con gli abitanti del territorio situato in una zona della città davvero fuori mano. Ci abbiamo messo più di mezz’ora in auto ad arrivare. Una strada lunghissima ma  ne è valsa la pena. Fuori,  un’ insegna un po’ scombinata non fa intendere se non si entra dentro che c’è un intero mondo nascosto. Sotto terra scopri  sale di lavoro per l’educazione, per la formazione e per la ricerca teatrale. Il  programma annuale prevede ospitalità, festival, rassegne di spettacoli di teatro e di tutte le forme artistiche performative, di giovani formazioni e di compagnie di interesse nazionale ed internazionale, nel campo dell’innovazione dei linguaggi artistici.  La sala centrale è gigantesca. Ieri era occupata da un grande trampolino. La guida ci  spiega che ci sono 350 posti a sedere su gradinate mobili. Spazio scenico variabile: frontale, a pianta centrale, a percorso, per un’ampiezza complessiva di 20m x 30m x 6m di altezza. Fornito di impianti di amplificazione e di illuminazione; due ring motorizzati di 9m x 8m, cabina di regia, foyer, camerini, caffetteria, laboratori.  La presentazione del programma si è svolta  al piano superiore.

La sala grande di Officine Caos ospita 350 posti a sedere

La sala grande di Officine Caos ospita 350 posti a sedere

Ci informano o che  la Compagnia Stalker Teatro è attiva professionalmente da trentacinque anni nel campo dell’educazione e della sperimentazione teatrale ed è riconosciuta dal Dipartimento dello Spettacolo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; sviluppa la propria ricerca nel rapporto fra teatro e arti visive, producendo spettacoli, performance ed eventi di teatro partecipato con forte vocazione sociale che  prevedono il coinvolgimento diretto degli spettatori. Oltre al programma, abbiamo ascoltato la solita musica. I fondi mancano. Il progetto di valorizzare l’archivio raccolto in tanti anni di attività è bellissimo. Ma i fondi mancano. Abbiamo scelto di non salire in cattedra. Il crowdfunding funziona ma è un impegno. Un atto di grande responsabilità. Se Stalker decidesse di fare una campagna mirata al suo territorio, al quartiere, siamo certi che avrebbe  successo. Forse, li vedremo sulla piattaforma di Innamorati della Cultura. Al momento ci sembrano ancora illusi di poter ricevere un contributo pubblico.

Redazione – www.innamoratidellacultura.it

Tangram Teatro inaugura al Carignano con “L’amore rubato” di Dacia Maraini.

Femminicidio. Un argomento caldo. Anzi, caldissimo. A Torino, per poco più di un mese potremo assistere ad eventi, spettacoli e dibattiti interamente dedicati al tema della violenza sulle donne e inseriti nella rassegna Maldipalco. In tutto, 9 compagnie in scena, 51 tra artisti ed ospiti presenti, 16 luoghi occupati e ben 15 istituzioni coinvolte nel progetto. (Ministero per i Beni e Le Attività Culturali, Regione Piemonte, Città di Torino, Circoscrizione 3, Circolo dei Lettori, Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Tangram Teatro, Mamre, Alma Teatro, Casa del Quartiere di San Salvario, Università degli Studi di Torino, Nucleo di prossimità dei Vigili Urbani di Torino, Amnesty International, Associazione Antigone, Slow Cinema).

Lo scorso 19 ottobre, al Teatro Carignano, si è svolto il primo appuntamento che ha inaugurato la stagione di Tangram Teatro. Si tratta de L’amore rubato, lo spettacolo che Ivana Ferri ha tratto dall’omonimo libro di Dacia Maraini  (presente in sala). L’amore rubato narra tre storie di donne “che combattono – dice Ivana Ferri – contro la violenza degli uomini che amano. Uomini che, sempre più spesso, non riescono a ricambiarle e che, di fronte al rifiuto le distruggono confondendo l’amore con il possesso.” Le voci di queste donne, di queste bambine, sono date da Laura Curino, Valter Malosti, Lucilla Giagnoni, Bruno Maria Ferraro e Angelica Buzzolan.

Il ricavato della serata  è stato devoluto in beneficenza all’Associazione MAMRE, impegnata in azioni di difesa delle donne.

Interessante l’intervista di Alessandra Comazzi all’autrice Dacia Maraini, perché il tema della violenza sulle donne è qualcosa che ci tocca tutti da vicino. La Maraini attinge le sue storie e i suoi personaggi dalla sua attività con Amnesty International. Certamente i personaggi crudi narrati ne “L’amore rubato” fanno pensare. Perché ognuna di queste bambine, di queste donne, ha dentro un pezzo di noi; soprattutto, rappresenta in maniera emblematica quella cultura maschilista di cui siamo intrise e, tutto sommato, complici. Perché se è vero che gli uomini violentano e uccidono, è anche vero che le donne, le famiglie, lo permettono. In una sorta di tacito accordo. La Maraini ben descrive la relazione guasta in cui la donna che cede, che dà e che cura, arriva alle estreme conseguenze perché, forse, non capisce bene che cosa le stia accadendo. Oppure, non ci vuole credere.

Si è parlato molto di cambiamento culturale. Di una profonda opera di trasformazione della nostra cultura secolare che continua a considerare  la donna come avente meno diritti e, quindi, meno opportunità.