Strega a chi? È meglio non litigare con una donna. Ce lo insegna la televisione.

Entro Emanuela Negro Ferrero

Strega, isterica, lunatica. Autoritaria, donna con le palle, megera. Quante volte ti sei sentita chiamare così? E magari stavi semplicemente esprimendo la tua opinione o facendo valere i tuoi diritti…

Maschilismo a parte, la donna che vediamo da un po’ di tempo a questa parte nel cinema e anche nella televisione è tutt’altro che lunatica. Negli ultimi settant’anni, ci sono state proposte decine di eroine che non hanno paura di niente e di nessuno. Sono estremamente estrogeniche e sfatano il mito del testosterone a tutti i costi. Già, perché gli strumenti che utilizzano per combattere il male e il cattivo di turno sono un raffinatissimo miscuglio di armi, tattiche di guerra, psicologia e seduzione.

Cosa c’è di più femminile di una Catwoman o di una Wonder Woman? Entrambe bellissime, sensuali, agili ma supertoste. Per non parlare di Angelina Jolie, le cui sembianze angeliche non le impediscono di trasformarsi in una spietata guerriera in grado di sterminare intere truppe di maschi arrabbiati.

Che cosa ci porta a realizzare questo? Da un lato la donna è vittima del femminicidio, della violenza domestica o – penso al mio ex marito e alla moltitudine di mariti improvvisamente diventati poveri dopo una separazione – della violenza traslata sull’assegno di mantenimento per i figli o sui figli stessi. Dall’altro lato però, questa generazione di eroine inattaccabili produce in me, come spero in molte donne, la nascita di una fiducia nelle proprie capacità, anche fisiche e di sopravvivenza. Il mostro, il cattivo, può essere distrutto. Essere donna non ti impedisce di difenderti e, se il caso lo richiede, di offendere. Il cammino è lungo. Mia madre mi ha lasciata con il diritto di divorziare e di abortire. Da lì in avanti, poco o nulla è stato fatto. Credo sia ora di farsi avanti per davvero.