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Crowdfunding Lesson n°17 – Il finanziamento dal basso che piace e fa bene alla cultura.

Santa-Caterina-Casal1Cultura. Arte. Restauro. Stiamo parlando di beni tangibili di cui la società non può fare a meno. Pilastro della democrazia, la cultura ha un impatto sociale fondamentale e irrinunciabile per la crescita e la formazione degli individui. Eppure in Italia, immersi come siamo fino al collo nella cultura, c’è ancora chi non sente né capisce. Federculture ogni anno esprime nel suo rapporto annuale dati allarmanti per un paese che possiede il più vasto patrimonio artistico e architettonico dell’intero pianeta . Il rapporto 2014 è stato presentato in questi giorni, come accade ormai da dieci anni, a Ravello. Il comunicato stampa recita : “25 tavoli tematici, oltre 450 partecipanti da tutta Europa, decine di istituzioni internazionali coinvolte. Federculture e Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali lanciano la decima edizione di Ravello Lab e tracciano un bilancio del lavoro di questi anni. Dalle “Raccomandazioni” rivolte ogni anno a Governo, Parlamento e Istituzioni europee emergono numerosi temi divenuti centrali nel dibattito sulle politiche culturali e alcune proposte trasformate in leggi operative. Tra tutte la Capitale Italiana della Cultura e il Fondo per la progettualità culturale”.

santa_caterina4Parlare di “crowdfunding per la cultura” per noi che siamo nati nel 2013 e operiamo da tempo in un mercato innovativo – ma non certo nuovo – , significa prima di tutto parlare di impatto sociale e costruzione di un nuovo comportamento nelle persone. La donazione per un progetto culturale nasce infatti prima di tutto dalla percezione che il potenziale donatore ha dell’utilità del suo intervento a sostegno. Un caso che voglio citare e che parte dall’esperienza diretta di una delle molte campagne avvenute attraverso il portale www.innamoratidellacultura.it è la raccolta fondi per il restauro della chiesa di Santa Caterina promossa dall’Associazione Santa Caterina Onlus  http://www.onlus-santacaterina.it/.

Macrino-DAlba-foto-Claudio-ColliLa chiesa, un meraviglioso esempio di barocco piemontese, sorge al centro di una delle piazze principali di Casale Monferrato e richiede importanti interventi di restauro. Nel mese di gennaio 2014, la presidente dell’Associazione ci contatta perché ha deciso di ricorrere al crowdfunding per portare avanti alcune parti minori del restauro. In fase di progettazione della campagna la domanda che si poneva era: da che cosa partiamo? La chiesa è inserita al centro del paese ma a nessun cittadino è mai venuto in mente di promuoverne il restauro e le molte iniziative organizzate dall’associazione (come concerti, letture e visite) non erano riuscite a far affezionare la cittadinanza al punto da pensare di partecipare al restauro perché il bene è di proprietà comune. Cosa fare? Occupandoci da anni di comunicazione abbiamo ideato una campagna di comunicazione e trovato un testimonial d’eccellenza. Nella cripta della chiesa sembra sia stata sepolta la marchesa del Monferrato, Anne di Alençon. Abbiamo pensato che cercare una tomba è certamente più intrigante che promuovere una ricerca iconografica o il restauro dell’abside.

9-dicembre-2014-745x494Il testimonial aveva un volto, il famoso ritratto di Macrino d’Alba, e un critico eccellente, Vittorio Sgarbi, disposto a venire a Casale Monferrato durante la campagna di crowdfunding per regalare quel tocco di visibilità necessario a infondere nelle persone la certezza che il bene da restaurare ha un valore e che donare per sostenerlo è giusto. La campagna è andata bene. Il denaro raccolto, circa 10.000 euro, ha sortito l’effetto voluto. La chiesa è diventata oggetto di interesse da parte della cittadinanza. Ha aperto un punto di incontro turistico sotto l’Expo. Sono certa che, se oggi l’Associazione Santa Caterina Onlus volesse promuovere una nuova iniziativa di crowdfunding avrebbe molto più successo. Perché a Casale oggi si parla un po’ meno di amianto e un po’ più di cultura.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it CultureLover_it

Come le “otto grandi bugie sui soldi” ci impediscono di realizzare una campagna di crowdfunding di grande successo

Il crowdfunding è una colletta. Realizzata con strumenti digitali ma pur sempre una colletta. Ha a che fare con i soldi e, principalmente, con il chiedere soldi a persone sconosciute per realizzare i nostri progetti. Fin qui è tutto chiaro. E’ anche altrettanto chiaro che le persone che riescono ad ottenere grandi risultati lo fanno perché hanno dimostrato di essere organizzate e determinate nel raggiungere lo scopo che si sono prefisse. C’è un aspetto che ritengo fondamentale e di cui pochissimi – se non nessuno –  parlano. Il successo di una campagna di crowdfunding è determinato in gran parte da due fattori : fiducia incrollabile e un buon rapporto con il denaro.

maxxi-denaroE’ proprio su questo secondo punto che molte persone si bloccano. L’obiezione più frequente da parte di chi stenta ad approcciarsi al crowdfunding è “non mi va di chiedere l’elemosina”. Oppure che “ con questa crisi chissà mai chi mi darà anche solo un euro”. Essendo per natura curiosa , da tempo navigo diversi siti americani alla ricerca di qualche risposta. Quello che emerge, da John Assaraf a Louise Hay, Anthony Robbins e molti altri formatori è il concetto che il denaro non sia altro che energia e che l’unica cosa che ci impedisce di averlo, di riceverlo, di godercelo, risiede nel nostro sistema di credenze.
Cioè?In pratica, la nostra situazione finanziaria riflette esattamente ciò che noi pensiamo di meritare e di avere. La soluzione consigliata è quella di cambiare il nostro sistema di credenza e imparare a ricevere. Per niente facile, eh?
stampare_soldi_01Nei giorni scorsi mi sono imbattuta in un libro piuttosto interessante scritto dalla formatrice americana Pam Grout http://www.healyourlife.com/top-10-lies-about-money. Un saggio divertente e irriverente perché affronta con ironia quelle che sono definite comunemente come “big fat lies” riguardanti il denaro, frase che tradotta in italiano suona più o meno come “ grandissime bugie” sui soldi.
Ho tradotto alcuni brani dell’articolo con la speranza di chiarire un punto di vista che, proprio perchè viene applicato in maniera del tutto naturale da alcune persone, a mio avviso è corretto. La maggior parte di noi ha una visione ristretta del denaro. Vero. Pensiamo sempre che non ce ne sia abbastanza. Vero? Che sia fuori dal nostro controllo. Vero? Che ci controlli attraverso il nostro lavoro (lavoro che per la maggior parte dei casi detestiamo) . Vero? Che non “cresca sulle piante”.Vero? Che “non si stampi”. Vero? Insomma, sembra che la scarsità sia molto più diffusa dell’abbondanza. Eppure …

soldi 1Ecco l’elenco. Enjoy!
Enorme bugia n°1 – Per essere felice ho bisogno del denaro
Gli indigeni, di qualsiasi popolazione siano, ridono della nostra mania di accumulare qualsiasi cosa. Il denaro non dà la felicità. Certo, aiuta. Ma abbiamo veramente bisogno di tutto quello che abbiamo?
Enorme bugia n°2 – Se hai denaro sei più felice
Veramente? La felicità è uno stato interiore che ha davvero poco a che fare con il denaro. Il denaro alleggerisce la vita, questo è vero. Ma non rende felici le persone.
Enorme bugia n°3 – Devi spaccarti la schiena per guadagnarlo
Una sola domanda: una persona che lavora otto ore al giorno in fabbrica è milionaria? No. Non esiste un collegamento fra ammazzarsi di fatica e diventare ricchi. Nella maggior parte dei casi il denaro arriva in modi diversi, spesso improvvisi. Quindi?
Enorme bugia n° 4 – Non ci sono più soldi in giro
Si sono messi tutti d’accordo. Un’enorme macchina pubblicitaria che ci ripete senza sosta che c’è crisi, non ci sono più soldi. Dare un limite ai soldi significa credere a questa enorme bugia. I soldi non sono finiti. Ce ne sono tantissimi in giro. Basta guardare meglio e aspettarsi il meglio. Il crowdfunding è la dimostrazione che,  tante piccole cifre offerte da tante persone diverse possono fare grandi capitali.
Enorme bugia n°5 – Più ne ho e meglio è
Restare nel presente significa apprezzare quello che già si ha senza ansieggiare per quello che non si ha ancora. Il denaro è energia pura. Lasciarlo stagnare nel cassetto oppure in banca non lo fa aumentare, lo blocca.
Enorme bugia n° 6 – Il Sistema economico non cambierà mai
E chi l’ha detto? Siamo noi con le nostre scelte che determiniamo l’andamento delle cose. Oggi più che mai possiamo determinare un nuovo paradigma economico. Lo dimostra la sharing economy.
Enorme bugia n°7 –  Il denaro è cattivo. I ricchi sono cattivi.
La verità è che il  denaro non è né buono né cattivo. Il denaro non ha valore se non quello che gli conferiamo con il nostro atteggiamento. Amare il denaro per ciò che è realmente, questa è la vera libertà.
Enorme bugia n°8 – Per avere denaro devo avere un buon lavoro
Il denaro lo puoi guadagnare lavorando. Oppure vincendo alla lotteria. Sposarlo. Ereditarlo. Trovarlo in una valigia alla stazione. Non c’è nessuna regola se non quelle che dettiamo noi stessi.

Potremmo andare avanti all’infinito. Queste credenze, che la maggior parte di noi eredita dalla famiglia, respira a scuola, in chiesa, dagli amici, possono essere cambiate per altre credenze meno li-mitanti e più costruttive. In che modo? Ci sono corsi, libri, conferenze. Quello che abbiamo scelto di applicare con il nostro lavoro si chiama co-creazione. Lo vediamo tutti i giorni messo in atto dai progettisti delle campagne pubblicate sulla piattaforma. Quali sono i progetti che hanno più successo? Perché alcune campagne riescono ed altre falliscono? La risposta che posso dare dopo un anno e mezzo di lavoro è che il progettista che ha successo lo ottiene  perché crede fortissimamente di avere successo. Pensa che tutti gli daranno denaro per finanziare la sua idea. Non si sente in colpa. Gioisce e ringrazia ogni volta ed è molto focalizzato sulla parola vittoria. Un leader, insomma.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it

Crowdfunding Lesson n°16 – Costruire una campagna di email marketing è fondamentale per avere successo.

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Quando si tratta di promuovere la propria campagna di crowdfunding è indispensabile sedersi e progettare con calma un piano di comunicazione strategico suddiviso in azioni da compiere giorno per giorno. Le azioni da pensare sono tante, differenziate su canali diversi e realizzate con strumenti differenti. Uno di questi è senza dubbio l’e-mail. Non mi stancherò mai di dire che il successo di una campagna di crowdfunding viene raggiunto con grande facilità quando il progettista può contare su una rete di relazioni. In gergo queste relazioni vengono chiamate “crowd” cioè folla. Le relazioni sono la linfa vitale di una campagna di crowdfunding. Sono la base da cui parte la diffusione della notizia e gran parte del finanziamento. Il crowdfunding destinato a progetti in ambito culturale presenta caratteristiche diverse rispetto a quanto accade per raccolte fondi dedicate a progetti tecnologici, vendita di servizi, app o startup.

Sul portale abbiamo avuto campagne per progetti meravigliosi che non sono riusciti ad arrivare all’obiettivo non perché il progetto mancasse di valore, anzi, ma perché il prgettista non poteva contare sull’appoggio di una rete di contatti o, ancora, non sapeva come fare per contattarli e coinvolgerli.
Cercherò di essere il più possibile chiara illustrando quello che per chi si occupa di comunicazione è il pane quotidiano. Come si imposta una campagna di e-mail marketing? Ci sono regole precise.
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1 – elenco dei contatti – Un database ricco e completo lo si può avere perché costruito in anni di attività. Lo si può acquistare. Esistono in vendita elenchi di nominativi profilati pronti ad essere utilizzati e in regola con le normative sulla privacy. Possono essere raccolti con metodi semplici e divertenti utilizzando i canali social. Mi vengono in mente concorsi, questionari, contenuti speciali.

2 – un programma per l’invio in automatico delle mail – l mio preferito è Mail Chimp. Ma esiste anche Mail Up. Si tratta di programmi dedicati alla gestione delle mail gratuiti sino a 20.000 indirizzi e a pagamento per quantitativi superiori, Funzionano molto bene e consentono di realizzare anche la parte grafica delle mail grazie a template già pronti e che possono essere riempiti con grande semplicità con immagini e testi. Caricare gli indirizzi è molto semplice . L’invio delle mail avviene in automatico e, questo mi piace molto, il programma offre un report dettagliato dell’invio rendendo così semplice capire chi è un nostro fan e chi no.

3 – il contenuto – Scrivere bene è un mestiere. Le persone non amano leggere e purtroppo sono bombardate da messaggi di ogni genere. Inviare una mail con una richiesta di denaro significa pensare bene a ciò che si deve scrivere. Testo e immagini sono fondamentali. Il tono deve essere convincente e leggero. I messaggi strappacuore, disperati, minacciosi, noiosi lasciamoli pure stare. La mia parola d’ordine dopo 25 anni di copywriting è “incuriosire”. Raccontare una storia, ecco la chiave. Infine, definire con chiarezza quale è l’obiettivo che vogliamo raggiungere con la nostra comunicazione. Poche parole scritte bene.

4 – La cadenza – Una mail al giorno leva il donatore di torno. Negli Stati Uniti è la norma. Se ti iscrivi a un sito puoi star certo che dal quel momento in poi verrai perseguitato da mail continue e insistenti. Gli americani hanno un rapporto molto chiaro con il denaro. Noi italiani no. Bene quindi definire una pausa fra un invio e d un altro. Inserire titoli interessanti e la parola “grazie”.

5 –La fine della campagna- Quando la campagna è finita la mail di chiusura è un obbligo. Un bel grazie a tutti quanti ci rivediamo alla festa di consegna delle ricompense. Questo per me è la base per una campagna di e-mail marketing efficace. Volete saperne di più? Inviate una mail a progetti@innamoratidellacultura.it e prenotate le vostre ore di consulenza via skype. il migliore investimento per costruire una campagna di successo.

Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it Twitter emanegroferrero

Crowdfunding lesson n°15. L’importanza di essere virale

Il crowd è alla base del successo

Il crowd è alla base del successo

CROWD COSA?
Solo pochi anni fa la parola crowdfunding non esisteva.
Oggi, grazie ai social network, è successo un grande cambiamento.Mentre una volta solo pochi eletti potevano pensare di raccogliere soldi dalla massa di persone, ora individui creativi e determinati possono ottenere capitali consistenti senza dover ricorrere a consueti canali di finanziamento. Questo è dovuto principalmente al fatto che il trend degli attuali panorami sociali sta virando sempre più in direzione del coinvolgimento della comunità.
Utilizzando la forza dei piccoli donatori, artisti, startappari, imprenditori , enti e musei possono finalmente realizzare i propri sogni.

Il crowdfunding è una colletta. Anzi, il crowdfunding è un nuovo modo per realizzare una colletta. L

Il crowdfunding è una colletta. Anzi, il crowdfunding è un nuovo modo per realizzare una colletta.

ROMPIAMO IL MURO
Il crowdfunding è una colletta. Anzi, il crowdfunding è un nuovo modo per realizzare una colletta. Le persone sfruttano il potere di internet per raccogliere fondi da persone che nutrono i loro stessi interessi e decidono di sostenere un progetto artistico, un’innovazione o una qualsiasi causa filantropica. Per un imprenditore il crowdfunding significa non essere più alla mercè di intrusivi venture capital oppure di pericolosi e pesanti finanziamenti bancari.
Detto in breve, c’è un grande mondo fuori dalla porta di casa. Il bello del crowdfunding è che gli individui e i gruppi possono utilizzare i social media come veicolo di diffusione e informazione per far crescere il proprio network e convinderli a finanziare un progetto, una startup o una causa..
L’idea di base perchè la campagna abbia successi è che susciti interesse. Il primo passo è quello di creare una storia. Chi non ha sentito parlare di storytelling alzi la mano!  Il progettista racconta la sua storia. Lo fa attraverso un video, un testo. Costruisce il famoso “piano delle ricompense” . Cioè ,in cambio del denaro ricevuto, ringrazia i donatori con ricompense non in denaro e possibilmente costruite ad hoc per la campagna. Oggetti, biglietti di partecipazione agli eventi, magliette. La ricompensa serve per offrire una gratificazione emozionale alla persona che ha donato. Considero che la  maggiore gratificazione è data dall’appartenere al progetto,  di entrare a fare parte di una ristretta comunità di sostenitori provando la sensazione positiva di aver fatto qualcosa di buono.

I social media sono la linfa del crowdfundi

I social media sono la linfa del crowdfunding

SEMBRA MOLTO FACILE !
Sebbene il crowdfunding sia uno degli strumenti più divertenti e avventurosi per aiutare le persone a raccogliere fondi, sottolineo il fatto che non si tratta di denaro gratis. Come ogni cosa a questo mondo, per ottenere un risultato è necessario impegnarsi. Il crowdfunding richiede impegno e grande determinazione, energia e coinvolgimento da parte del progettista e della comunità.
Molte persone hanno idee brllanti ma non tutte hanno successo nel raccogliere fondi con una campagna di crowdfunding. Mi piace dire che, come non si parte per un viaggio senza sapere dove si deve andare, ugualmente non è possibile lanciare una campagna senza prima aver sviluppato una strategia.
group-people-social-networkingTUTTO DIPENDE DALLA FOLLA:
Il Crowdfunding non è certo complesso come l’astrofisica, ma le azioni da apprendere ed eseguire sono molte. Dopo aver lavorato su differenti tipi di campagna, ho notato alcuni schemi ripetitivi: le persone si bloccano principalmente per due ragioni: non hanno definito un piano di attacco comprensivo di tutti i dettagli necessari, oppure hanno lanciato le loro campagne prematuramente.
Ottenere un successo finanziario è impensabile e irrealistico se pensate di condurre la campagna da soli. Il crowdfunding ha bisogno di molto amore, supporto e attenzione. Volete avere successo? Potete chiederci  un preventivo inviando una mail a progetti@innamoratidellacultura.it

I nostri servizi spaziano dal crowsdfunding planning al crowdfunding management .  Investire per ottenere. Il miglior investimento che potete aver mai fatto sino ad oggi. #believeit
Emanuela Negro-Ferrero – Ceo www.innamoratidellacultura.it – enf@innamoratidellacultura.it

Crowdfunding Lesson n°14 – I 6 passi fondamentali per avere successo

Scrivere un piano di comunicazione giornaliero è fondamentale

Scrivere un piano di comunicazione giornaliero è fondamentale

Realizzare una campagna di successo è qualcosa di molto speciale. Che parte ben prima del lancio della campagna stessa. Non basta infatti girare un bel video pitch, scrivere un testo accattivante, proporre ricompense appetibili e invoglianti. Il focus deve essere centrato sulla programmazione. Che deve essere scritta, pensata come una strategia a breve, medio e lungo periodo e coinvolgere azioni quotidiane precise e puntuali. Cosa è necessario avere e cosa è necessario fare? Iniziamo con un elenco scritto di cioè che si ha: il materiale promozionale. La lista dei nominativi e degli indirizzi per le campagne di e-mail marketing e per l’invio di una newsletter bisettimanale.

people to people this is crowdfunding

people to people this is crowdfunding

Un excel compilato con le azioni da intraprendere giorno per giorno. Importante però sapere alcune cose:
1 – il primo obiettivo da raggiungere è ottenere il 20% delle donazioni nella prima settimana di campagna. Le statistiche delle piattaforme internazionali dimostrano con chiarezza che i donatori esterni al proprio crowd arrivano quando il 20% della cifra è stata superata. Perché? Perché alle persone piacciono i vincenti e tendenzialmente hanno fiducia in chi ha una buona rete di supporto.
2 – il secondo obiettivo è quello di trasformare ogni sostenitore in un amplificatore. E’ importante ringraziare pubblicamente ogni sostenitore. Appena ne arriva uno nuovo è fondamentale dargli rilievo e chiedere che condivida con i suoi amici inviandogli una mail contenente tutti i link ai canali social e della piattaforma.
3- cercare nuove opportunità di associazione soprattutto per la diffusione e la condivisione dei tweet e dei retweet. Che non sono inutili. Anzi.Twitter è il canale social per eccellenza per rendere virale la campagna.
4 – creare opportunità di incontro per nuovi influencer. Resistere alla tentazione di accovacciarsi dietro al monitor del computer per pestare ossessivamente sulla tastiera e-mail tweet, nuovi post sperando che l’indicatore delle donazioni salga. Uscire, vedere persone, fare cose. Queste sono le attività principali necessarie per ottenere nuove donazioni e nuove condivisioni. Importante. Raccontate a tutti – ma proprio a tutti – che avete una campagna pubblicata sulla piattaforma. Non si può mai sapere chi si ha davanti e se è proprio lui quello che può fare la differenza!
5- rullate i tamburi! Salvo rare eccezioni, la prima e l’ultima settimana della campagna è tipicamente molto impegnata e le settimane a metà campagna sono terribilmente lente. Dipende solo da voi mantenere alta l’attenzione e la fiducia. Vostra e del vostro pubblico. Che cosa fare allora? Postare nuovi video. Corti, virali. Inventare mini-ricompense. Interessanti e appetibili. Ideare un evento live per illustrare la campagna e far divertire le persone. Un breve cenno sulle ricompense. Siate folli. Osate. Divertitevi. Basta copie del vecchio catalogo. Riproduzioni antiquate del dvd d’autore. Un giro in mongolfiera? Una cena speciale cucinata da voi con ingredienti tipici della zona? Largo alla creatività inventando ricompense must have.
6. La campagna non sta raccogliendo? Siate onesti: state facendo campagna? Rivedere il proprio piano d’azione è obbligatorio. Che cosa funziona? Che cosa non funziona? Preparatevi a ripensare da zero la campagna. State chiedendo troppo? Il video funziona? Chiedere a chi vi conosce che cosa ne pensa. Sinceramente. Non c’è niente di peggio di una campagna che non raccoglie.

Il crowd è fondamentale per avere successo

Il crowd è fondamentale per avere successo

In ultimo, ma questo è un suggerimento generico, il successo della vostra campagna dipende da quante persone riuscite a convincere che il vostro progetto è fantastico. Il crowdfunding ha molto a che fare con la vendita. Più che il prodotto siete voi che vendete voi stessi e le vostre idee. Più siete convinti e più convincerete. Il sussurro e il sospiro non vi faranno vincere. Nemmeno pubblicare la campagna sulla piattaforma sperando che raccolga da sola vi farà vincere.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO – enf@innamoratidellacultura.it

Il successo nel crowdfunding è frutto di una strategia accurata e di un grande orientamento al successo.

Gipo lo zingaro della barriera

Gipo lo zingaro della barriera

Perchè alcune campagne hanno successo e altre no? Quali sono i fattori determinanti per realizzare una campagna efficace in termini di comunicazione e raccolta?  Molti parlano di crowdfunding. Alcuni bene, alcuni male, altri, la maggior parte,  senza sapere di che cosa si tratta. E’ una colletta. Realizzata con strumenti digitali.  Una raccolta di fondi comunicata attraverso il passaparola fra la propria rete di contatti e quelli contattati attraverso i  social media. E’ un modo semplice e   diretto ideale per finanziare le proprie attività senza dover ricorrere ad una banca. Fra i diversi tipi di crowdfunding quello più diffuso e immediato è definito  “reward” cioè in cambio di una donazione si riceve una ricompensa. Questo è il meccanismo. Ma  gestire una raccolta con il crowdfunding significa mettere in atto una  campagna di comunicazione e, come si può intuire, non  tutti sono in grado di farlo e, soprattutto, pochi sanno che per avere successo , oltre alle competenze , è fondamentale  preventivare tempo e costi.  Quanti costi? Dipende. Indicativamente una media plausibile  è di circa il 20% dell’importo che si vuole raggiungere. Se si pensa che a fine raccolta il crowdfunding lascia, oltre ai fondi donati,   una campagna di comunicazione realizzata a basso costo, è corretto affermare che i vantaggi ottenuti sono più degli svantaggi.  Certo, bisogna darsi da fare. Ma il risultato finale è gratificante. Sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it,  un esempio di campagna cpndotta  con successo è   stata quella organizzata per  il documentario “Gipo lo zingaro della barriera”.

Proposta dal regista, Alessandro Castelletto, e dalla figlia del noto chansonnier piemontese , Valentina,  in 60 giorni sono stati raccolti i oltre 13.000 euro  sulla piattaforma e altrettanti tramite bonifico bancario.

i referral sono fondamentali per avere successo

i referral sono fondamentali per avere successo

Quale ricetta per questo successo? Gli ingredienti indispensabili sono stati molti:
1 – Il tempo – Dall’idea di realizzare una campagna di crowdfunding alla messa online del progetto sono passati almeno 4 mesi. La programmazione è fondamentale per qualsiasi attività ma nel caso di “Gipo lo zingaro della barriera” il tempo impiegato per capire, studiare, ideare e pianificare ha condotto ad una strategia articolata e ben congegnata dove nulla è stato lasciato al caso
2 – il team – i progettisti, coadiuvati e sostenuti da amici, professionisti della comunicazione  e fan.  Una squadra di persone amiche e ben organizzate  hanno costruito le attività di comunicazione, gestione e raccolta . Bellissimi i video.  Cambiati molte volte nel corso della campagna per comunicare in ogni momento che cosa stava accadendo. Sempre sul pezzo con ringraziamenti e immagini del day by day.
3 – il piano ricompense – questo elemento , che spesso viene trascurato è invece il motivo principale che attira le donazione. Alcuni opinano che offrire e  inviare una ricompensa ha un costo. E’ vero,  ma  il denaro che arriva con il crowdfunding è un regalo. Ricompense ricche e originali  sono perciò  il giusto scambio che una persona si aspetta per aver sostenuto il progetto.
4 – comunicazione – qui si   parla di social media, di video virali e di eventi.  Una serata è un buon momento per raccontare la propria idea e chiedere supporto economico per realizzarla. Le mail  mirate, una newsletter garbata. Tutte cose che aiutano la raccolta.
5 – entusiasmo – ogni attività è stata portata avanti con energia e grande determinazione.
6 – il crowd – Scopo del crowdfunding è quello di raccogliere denaro e  costruire attorno al progetto una “folla” di sostenitori affezionati e pronti a seguire il progettista anche nelle sue future avventure. Chi dona oggi lo farà anche domani.

7 – la piattaforma – La scelta di una piattaforma specializzata non è banale perchè il crowd, le persone che si raccolgono attorno, sono già sensibilizzate e attente. Negli Stati Uniti è normale scegliere la piattaforma ricorrendo a speciali applicazioni che, sulla base delle statistiche di successo o meno dei progetti, consigliano dove pubblicare la propria campagna.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it

Crowdfundig Lesson n° 13.Il “donation based crowdfunding” funziona ma ha regole precise che è bene seguire.

Il crowdfuidng ha regole precise e il "donation based "non è da meno.

Il crowdfuidng ha regole precise e il “donation based “non è da meno.

Fra i vari tipi di crowdfunding, quello che oggi ha attirato la mia attenzione è definito “donation based” perchè viene utilizzata per lo più dalle organizzazioni no profit oppure da persone  desiderose di migliorare la propria vita.  Le cause che vengono promosse sono solitamente di tipo filantropico, ambientale, sociale. Nel caso di individui, negli Usa  sono frequenti le campagne promosse da pazienti affetti da patologie gravi e finalizzate alla  copertura dei costi sanitari e di medicine, oppure per promuovere la ricerca scientifica. In altri casi, abbiamo campagne promosse da studenti in cerca di supporto per le  tasse scolastiche. Non desidero esprimere alcun  giudizio perché non esiste una causa meglio o peggio di un’altra. Quello che posso dire, e mi rendo conto di essere ripetitiva, è che per ottenere il massimo risultato, la strategia che deve essere costruita a monte della  campagna è veramente l’elemento chiave che ne determina il successo. O   l’insuccesso.

Ringraziare. Sembra una cosa sciocca ma dire grazie a chi ha donato e mostrare il proprio appezzamento per l’aiuto ricevuto innesca un movimento virtuoso di condivisione fra chi ha già donato che, se opportunamente sollecitato, può intervenire per stimolare i suoi contatti personali ed amici alla donazione del progetto

Ringraziare. Sembra una cosa sciocca ma dire grazie a chi ha donato e mostrare il proprio appezzamento per l’aiuto ricevuto innesca un movimento virtuoso di condivisione fra chi ha già donato che, se opportunamente sollecitato, può intervenire per stimolare i suoi contatti personali ed amici alla donazione del progetto

1 – Ti racconto la mia storia.

In Italia il termine storytelling è molto utilizzato  soprattutto fra di noi professionisti della  comunicazione. Di che cosa si tratta? Qualcosa di semplice e immediato. Il termine “storytelling” sta ad indicare la narrazione che necessariamente deve essere ideata per illustrare la causa al proprio pubblico di potenziali donatori. Per farmi meglio comprendere, uno “storytelling” molto conosciuto a tutti  è quello creato per la nota marcaBarilla con un testimonial di eccellenza, Antonio Banderas. Il “mondo Mulino Bianco” viene narrato allo spettatore rendendo il prodotto ( e il brand) artigianale in un contensto rurale di altri tempi e con un tono narrativo comprensibile, divertente e, soprattutto, alla portata di tutti.  Questo punto fondamentale è l’elemento “umano” quello che deve essere  partenza per  una narrazione efficace. A livello tecnico le domande che il creatore del progetto deve porsi sono:

  • 1 – perché la mia causa è interessante?
  • 2 – come posso coinvolgere emotivamente le altre persone?
  • 3 – dove andranno i soldi delle donazioni e come ho intenzione di spenderli?

Tutto questo, comunicato con leggerezza, simpatia e allegria è certamente un punto di forza per ottenere risultati tangibili.

la gratitudine è un elemento fondamentale

la gratitudine è un elemento fondamentale

2 Costruire una forte rete di  relazioni

Ringraziare. Sembra una cosa sciocca ma dire grazie a chi ha ti donato il suo denaro per supportare il tuo progetto o la tua causa  e mostrare il proprio appezzamento per l’aiuto ricevuto innesca veramente un movimento virtuoso di condivisione fra chi ha già donato che, se opportunamente sollecitato, può intervenire per stimolare i suoi contatti personali ed amici alla donazione del progetto. Questo è molto virale, viene fatto con strumenti digitali,  ma è anche qualcosa di molto umano.  Si basa tutto sulla comunicazione. questo elemento   nel corso della campagna non deve mai venire a mancare e se il piano editoriale viene ben   costruito, può veramente diventare l’inizio di una relazione che nel tempo non può che crescere e consolidarsi. Chi ha donato una prima volta, se è soddisfatto, presumibilmente tornerà a farlo anche una seconda e una terza volta. Un altro tip da considerare è quello di costruire una rete di aiuto volontario. Molte persone, soprattutto se la causa è umanitaria, possono essere felici di dare una mano gratuitamente ognuno per la sua competenza. Perché non approfittarne?

3 Aumentare il livello di importanza della campagna.

Il “personal crowdfunding” può raggiungere risultati significativi se la campagna è magari allineata  con qualche causa di importanza maggiore. Questo fattore aiuta a conferire credibilità e autorevolezza alla richiesta e consente maggiore semplicità nelal comunicazione.

Emanuela Negro-Ferrero CEO www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding. Lesson n°12. Perché una campagna ha successo?

Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere.

Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere.

In questi mesi, dieci per l’esattezza, di campagne di crowdfunding ne ho viste nascere molte. Alcune sono cresciute e maturate arrivando a buon fine (per la massima gioia nostra e dei creatori del progetto) e altre invece hanno stentato a raccogliere. Perché? Questa domanda ci ha tormentato, incuriosito e,anche, messi alla prova. Ognuno nel suo ambito di competenza. Emanuela  nel contatto con i progettisti  e Lorenzo dal backoffice. Che non significa meno impegno da parte sua, anzi, Lorenzo ha a che fare con problematiche tecniche diverse  e complesse in maniera diversa rispetto alle mie che riguardano per lo più il contatto con le persone. Nei mesi abbiamo capito come condurre il progettista  nel processo di costruzione e pubblicazione  del suo progetto. Gli elementi chiave, che non ci sembravano poi così essenziali, oggi vengono comunicati e suggeriti con maggiore precisione. Meno riunioni, meno blabla e maggiore efficacia. Il video pitch. Golem di ogni Creatore. Ho capito come spiegarlo ma, soprattutto, ho imparato  che  trasmettere al progettista quale deve essere lo spirito del video di presentazione fa davvero la differenza. Questo non significa che il progettista riesca subito a produrre un video efficae. Ma almeno sa che cosa deve fare. Anche lo storytelling è importante. Le immagini, le paroel, le ricompense. Il processo di creazione si sta velocizzando e anche noi, siamo più rapidi nel veicolare le informazioni in rete. Ma che cosa fa di una campagna un successo? La risposta è piuttosto banale. Potrei dire che dipende tutto dalla  comunicazione virale. Oppure che è l’ufficio stampa. Sono gli eventi. Il concept del progetto. Tutto vero., Tutto falso. La verità è che una buona campagna dipende da quanto il progettista crede nel suo progetto e ha fiducia che riuscirà a portare a buon fine la sua raccolta. Determinazione, organizzazione, entusiamo, rete di rapporti e fiducia. A tutto questo si aggiunge il solito pizzico di fortuna e la nostra comunicazione che, vuoi perché siamo ormai conosciuti e pubblicati, vuoi perché siamo diventati più efficaci, ultimamente sta facendo la differenza. Grazie a Radio24 del Sole24ore il nostro livello di notorietà è cresciuto. Attendiamo che crescano le donazioni dagli sconosciuti. I veri #innamoratidellacultura, il nostro crowd, insomma.

Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it

 

Crowdfunding Lesson n°11. Per avere successo è fondamentale la programmazione.

insieme siamo più forti

insieme siamo più forti

Il crowdfunding è un fenomeno che in Italia sta letteralmente esplodendo. In Italia, dati del  2014, sono attive 41 piattaforme. La maggior parte sono su modello “reward based” ma l’equity sta avanzando bene malgrado i vincoli posti dalla Consob non favoriscano il libero utilizzo come accade all’estero. A mio avviso è  necessario fare chiarezza su molti aspetti di questa tecnica di raccolta che, ben lungi dall’avere qualche cosa di miracoloso, è a tutti gli effetti una tecnica di marketing avanzato che ha più a che fare con la determinazione e la capacità del Creatore di raccogliere grazie a una serie di azioni di  marketing e comunicazione ben ponderate e programmate. In Italia, a causa di diversi fattori (primo fra tutti la scarsa cultura digitale della popolazione) pensare che un Creatore di progetto possa riuscire a raccogliere cifre importanti è abbastanza utopico. Per cifre importanti mi riferisco ad importi superiori ai 20.000 euro (la media Italiana di raccolta è attestata sui 5000). Per riuscirci, il Creatore deve possedere buone nozioni di comunicazione, avere o farsi aiutare nella promozione della campagna da uno staff di persone. Il crowdfunding si basa sulla condivisione virale delle idee e sulla donazione da parte di più persone anche di piccoli importi che, messi insieme, vanno a costituire il capitale necessario perché il Creatore del progetto possa realizzarlo. Perché questo accada sin dal momento in cui viene in mente l’idea di attivare una raccolta, il Creatore dovrebbe iniziare a pensare e poi ad agire con organizzazione. Il primo passaggio necessario, una volta identificato che cosa si vuole proporre come progetto da finanziare, è quello di analizzare il proprio pubblico di riferimento, il crowd, appunto. Chi, fra le nostre conoscenze personali può aiutarci a iniziare la raccolta? Chi ci può sostenere e può diffondere l’iniziativa?  Solitamente il primo 20% del raccolto arriva da questo primo cerchio di contatti. Il resto dei contatti, o lo si possiede oppure bisogna crearlo. Come? Con una programmazione delle iniziative promozionali. Partendo con un piano editoriale e una linea di comunicazione bene delineata e disposta con organizzazione lungo tutto l’asse temporale della campagna.

Emanuela Negro-Ferrero – CEO – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding Lesson n°10. Tutti ne parlano nessuno sa cos’è.

Il crowdfunding è la cocreazione di un'dea grazie all'aiuto di altre persone.

Il crowdfunding è la cocreazione di un’dea grazie all’aiuto di altre persone.

Finalmente un libro in italiano. Edito da Egea, il manuale “Crowdfunding. La via collaborativa all’imprenditorialità” scritto da Paola Peretti, Ivana Pais e Chiara Spinelli  il fenomeno del crowdfunding viene esplorato sotto diversi punti di vista, dando una panoramica esaustiva e pragmatica non solo italiana ma anche estera. In Italia, come sempre, tutti ne parlano ma, visti i risultati delle raccolte, nessuno sa esattamente che cosìè e quali sono i meccanismi che lo fanno funzionare.

Il crowdfunding è una tecnica di marleting legata alle emozioni

Il crowdfunding è una tecnica di marleting legata alle emozioni

In Italia le piattaforme vanno moltiplicandosi. Addirittura esiste una piattaforma di crowdfundng che, poco astutamente, sta immettendo sul mercato piattaforme preconfezionante a basso costo con il rischio reale di creare un grip al mercato prima ancora che lo stesso decolli.  Il libro è un manuale. Chiaro, conciso, esaustivo. Le autrici analizzano tutti gli aspetti tecnici e pratici sia dal punto di vista degli investitori che da quello dei consumatori.L’idea comune è quella di una raccolta fondi dal basso. Vero ma non sufficiente. Fare crowdfunding è un modo pratico ed efficace  per testare un’idea, creare una community di persone che si interessano a un prodotto, a un servizio, a un progetto e, allo stesso tempo, generare brand awareness intorno ad esso, posizionandolo sul mercato e comprendendone potenzialità e dinamiche. Tutto questo ha più a che fare con il marketing che con il fundraising. Il crowdfunding è veramente il marketing di terza generazione. Il manuale  lo illustra chiaramente con esempi tratti da decine di case studies e campagne di successo e anche di insuccesso. Interessante la sezione dedicata a chi lancia e promuove una campagna di crowdfunding.  Il Creatore di progetto, posso confermare perché lo vedo tutti i giorni,  deve essere preparato, proprio come per una campagna di marketing. Prima ancora di partire deve avere prima una strategia, un piano da seguire, scegliere il team e definire i ruoli all’interno di esso, preparare i contenuti diversi per i media e realizzati in base ad un piano editoriale realizzato ad hoc in base all’analisi dell’audience.

la comunicazione virale emozionale è alla base di una campagna di successo

la comunicazione virale emozionale è alla base di una campagna di successo

Questa preparazione, o impreparazione, sarà un fattore critico e determinante per il successo della campagna di crowdfunding. L’ultima parte del libro è dedicata al parallelismo che intercorre fra una campagna di digital marketing efficace e una campagna di crowdfunding.  Perché nello stesso modo, il crowdfunding è una forma di comunicazione diretta che si basa sullo scambio e su tre elementi principali: fiducia, coerenza, emozione. In ultimo, il crowdfunding è un fenomeno che sta modificando fortemente alcuni parametri del mondo finanziario, ma anche diversi aspetti della comunicazione e del marketing. Tutto perfetto. Manuale perfetto. Analisi perfetta. A me rimane un solo dubbio. Le persone che lanciano le campagne di crowdfunding non sono esperte di marketing. Hanno bisogno di supporto e di formazione. Si scontrano con una mentalità spesso gretta, abulica e indifferente. La sfida vera è questa. A cui si aggiunge la criticità tutta italiana legata alle transazioni digitali. Questo a mio avviso non è un fattore di poco conto.

Emanuela Negro-Ferrero – www.innamoratidellacultura.it