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Lezione di Crowdfunding n° 1. Distinguere il tipo di contratto.

No, non è quel crowdfunding lì. Quello della Consob. Il nostro si dicereward based. Reward che?

Ecco, questa è la tipica conversazione un po’ stralunata che ultimamente mi capita di intavolare con chi mi chiede come funziona “Innamorati della Cultura. Allora, faccio un passo indietro e penso che sia  utile offrire una spiegazione. Quindi, che cos’è il crowdfunding? Questa parola, piuttosto impronunciabile, è di origine inglese. Crowd significa folla e funding significa finanziamento.  Il significato letterale è proprio quello di “finanziamento dalla folla”. Si pronuncia “craufandin” e in italiano possiamo tradurlo con il buon vecchio termine di “colletta”. In pratica, è un meccanismo di mutuo soccorso che, grazie ad Internet, può essere allargato sino a raggiungere decine di migliaia di potenziali sostenitori.

Il principio è quello della condivisione. Ho un sogno nel cassetto, ma non so come fare a realizzare il mio progetto. Le banche non mi aiutano. La mamma non ce la fa con la pensione. Insomma, o rinuncio ai miei sogni, oppure chiedo agli altri di darmi una mano.

Tutto quindi parte da qui, dal concetto di condivisione, dalle idee, ma anche del sostegno. Perché è facile da capire che, una volta esauriti i miei amici, per far finanziare le mie idee, devo trovare altre persone, tante persone.

Nei paesi anglosassoni, dove il concetto di condivisione  non fa rima con diffidenza come qui in Italia, il crowdfunding si è specializzato nei settori più disparati.  C’è chi ha bisogno di ristrutturare casa propria e chi vuole partire per un viaggio. Il progetto, redatto e compilato dal suo ideatore, trova posto su un portale. Come in una vetrina si sottopone al giudizio di chi, sul sito, va a guardare. Perché lo fa? Perché le idee che vengono pubblicate sono tante, interessanti e , perché no, anche replicabili.  La donazione è il passo fondamentale perché il meccanismo del crowdfunding funzioni. Il secondo passo è il “reward”, cioè la ricompensa. La ricompensa è qualche cosa di piccolo, divertente, gradevole. È l’elemento di distinzione fra questo tipo di crowdfunding e quello là, quello della Consob, per intendersi, che è un pochino più complicato e non piace tanto alle banche.

Quindici giorni da “Innamorati” e già parliamo di Amore Vero

I primi quindici giorni di presenza online di Innamorati della Cultura sono stati determinati per definire alcune importanti linee guida. Un conto è lavorare all’organizzazione di un portale quando questo è offline, ben altra cosa è lavorarci quando si è online.

La presentazione stampa e i relativi articoli sui quotidiani hanno dato un notevole impulso e hanno velocizzato tutta una serie di passaggi che pensavamo di affrontare solo dopo. In effetti, guardando il percorso tracciato dal tutor, siamo avanti di due mesi secchi rispetto a quanto concordato. Talmente avanti che ora dobbiamo crescere, diventare società, iscriverci al Registro delle Imprese Innovative e trasformarci in una vera e propria Start Up. Con tutti i vantaggi che questo comporta. Ma si sa, la bellezza è nel viaggio, non nel risultato. Il viaggio, che nello specifico consiste nella costruzione di un progetto di comunicazione basato sul crowdfunding, è tutt’altro che confortevole. A tratti somiglia alla traversata della steppa siberiana, perché tutto quello che fai ti si rivolta contro; in altri momenti è gratificante e la sensazione è quella di essere su una spiaggia caraibica con un bicchiere di succo di frutta fra le mani. Questo perché la raccolta fondi procede a gonfie vele e sei sommersa di telefonate, sms e mail. Alcune di queste sono cariche di di complimenti e altre, la maggior parte, contengono richieste di ogni genere.

Dai creatori (che vogliono informazioni) alle aziende (che vogliono informazioni), dai colleghi (che vogliono informazioni) ai figli (che vogliono informazioni per sapere se hanno ancora una madre oppure no).

La sensazione diffusa, alla fine di giornate di 14 ore lavorative,  è quella di non aver mai finito. Più spunto la lista delle cose da fare, più questa si allunga e cresce. Ecco perché, ad amore conclamato, è necessario fermarsi e fare il punto della situazione.

Decidere chi fa cosa, come lo si fa, quando e perché lo si fa. Tutto questo per  offrire ai nostri Innamorati e Creatori un prodotto funzionante sotto ogni punto di vista (a questo fortunatamente ci pensa Lorenzo Pennacchioni).

Ad esempio, non è mica banale che, se ti iscrivi al portale e non sai qual è la tua password, ti arrivi una mail di risposta carina e ben scritta. Nessun software si sostituisce all’essere umano.

Quindi la mail va pensata e scritta, testata e inserita. Ogni giorno si aggiunge un pezzettino. Anzi, più di uno. Ma è talmente tanta la voglia di realizzare che fatica e impegno scorrono via veloci. Perché è scoppiato l’amore e non ci sono più mezze misure.

Innamorati della Cultura perché con la cultura si mangia

È arrivato il “grande giorno”. Lo scorso lunedì, al Circolo dei Lettori di Torino, Innamorati della Cultura si è presentata ufficialmente.

Le splendide sale decorate hanno fatto da cornice alla conferenza stampa di presentazione del progetto. Presenti, insieme a me, ovviamente, Lorenzo Pennacchioni e il regista Davide Ferrario.

Antonella Beggiato dell’ufficio stampa Maybe Press ha fatto un grande lavoro: alle 12.00 della stessa mattinata era già fissata la conferenza stampa del Torino Jazz Festival, ma i giornalisti erano tutti anche da noi.

innamorati della cultura presenta sexxx

Per la prima volta in vita mia, sono stata intervistata. Una vera emozione! Mi è venuta in mente l’immagine, ormai quotidiana, del politico di turno assediato dalle telecamere, con i microfoni che spuntano uno accanto all’altro come fiori o come spade. Fatto sta che ho detto la mia. Non so dove mi abbiano pubblicata. Un po’ per pruderie, un po’ per incuria personale, non sono stata a verificare. Feedback di colleghi e amici mi hanno riportato che non ho detto fesserie. Troppo buoni, meno male.

La presentazione è andata via veloce. Prima il mio intervento, poi Lorenzo Pennacchioni che ha spiegato i segreti del digitale e infine Davide Ferrario che ha chiamato a parlare Matteo Levaggi, primo ballerino e coreografo di SEXXX. Il video del balletto è magnifico ed è straordinario che in appena una settimana il progetto di Davide Ferrario abbia raccolto circa 2.000 euro dei 15.000 richiesti. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Dimostrare ai detrattori – tanti – che il crowdfunding è una realtà mondiale e che funziona è il nostro goal. Come lo è la dimostrazione che i mesi di duro lavoro sono serviti a qualcosa, per il bene di tutti. Perché lo spirito del portale è quello della condivisione, a partire dalla donazione che mi restituisce una ricompensa, sino ad arrivare alla realizzazione del progetto che dona bellezza, cultura e lavoro alla comunità. Perché i 15.000 euro sono destinati ai ballerini. Uno scopo etico che fa comprendere veramente che con la Cultura si mangia.

Ce l’abbiamo fatta! Ufficialmente innamorati della cultura

Da oggi, Innamorati della Cultura è ufficialmente nata!

Il primo progetto è pubblicato ed è subito importante, di respiro nazionale. Per questo, dobbiamo ringraziare il regista e scrittore Davide Ferrario.

Davide ha voluto accordarci la sua fiducia e pubblicare sul portale degli Innamorati della Cultura, in qualità di progetto zero, parte della raccolta fondi per il suo prossimo lavoro artistico. Si tratta di SEXXX, un progetto ambizioso, una trasposizione cinematografica di un balletto nato dalle coreografie di Matteo Levaggi (coreografo residente della compagnia Teatro Balletto di Torino di cui Loredana Furno è presidente).

davide ferrario_innamorati della cultura_1

La raccolta fondi è appena iniziata – siamo già a quota 920 euro in appena cinque giorni –  e questa mattina c’è stata la prima conferenza stampa al Circolo dei lettori. Stanchi ma felici, io e Lorenzo abbiamo raccontato davanti ad una bella platea di giornalisti, creatori e ballerini in che cosa consiste il nostro progetto.

davide ferrario_innamorati della cultura

Mi sembra ieri… Quando ho spedito la nostra idea al concorso “Start Cup Piemonte” l’ho fatto un po’ per scherzo, un po’ per noia, un po’ per curiosità. Fatto sta che l’idea di realizzare una piattaforma verticalizzata sulla Cultura Italiana è piaciuta. Fondamentalmente questo è il motivo per cui non abbiamo vinto lo Start Cup, ma è anche la ragione per la quale il Politecnico di Torino ci ha trovato interessanti.

davide ferrario

Il viaggio è appena iniziato, certo. Un anno per mettere sul mercato un’impresa digitale senza l’aiuto di nessuno è poco. Quando dico senza l’aiuto di nessuno, dico la verità. Non siamo stati supportati da nessuno, né economicamente né professionalmente; ma ce l’abbiamo fatta lo stesso. Il portale è ben fatto, gradevole e con una usability intuitiva e semplice. Ho scritto i testi in fretta e furia. Buona la prima? Non so, devo ancora rileggerli. Il primo progetto comunque è online e, a quanto pare, funziona. Nei giorni scorsi abbiamo attivato tutti quegli strumenti di comunicazione di cui abbiamo tanto parlato: social, bloggers, ufficio stampa. Il nostro si chiama Maybe Press. Anzi, per essere precisa, le nostre. Perché sono due e di quelle in gamba. Adesso arriverà un’altra montagna da scalare. I Creatori stanno mettendo a punto i progetti e a breve pubblicheremo anche quelli. Mi sento a metà fra il frastornato e il divertito. Perché tutto sta avvenendo nella massima perfezione. . .

Intanto, vi lascio con un’interessante intervista a Davide Ferrario, che vi racconta com’è nato SEXXX.

Ho scelto di promuovere una parte del mio film attraverso il crowdfunding. La Cultura italiana ha bisogno di fondi.  Mi piace pensare che persone sconosciute apprezzino il mio lavoro e quello del Teatro Balletto di Torino e lo dimostrino dandoci la possibilità di realizzare questo film, che speriamo di realizzare in tempo per la prossima Mostra del Cinema di Venezia.

Sexxx, il film di Davide Ferrario from Innamorati della Cultura on Vimeo.

Innamoratevi, se non l’avete ancora fatto. Basta un click.

Innamorati della Cultura work in progress

Innamorati della Cultura

Abbiamo lavorato silenziosamente e alacremente.  Dal 17 dicembre ad oggi, i giorni sono volati via veloci. Giorni pieni di riunioni, di impegni, parole, discussioni, progetti, idee. Dopo la riunione con i “Creatori” di progetto, abbiamo in effetti iniziato a ricevere i progetti. Tanti, diversi, interessanti. Essendo neonati, pensavamo che fosse sufficiente mettere on line la versione beta del sito con un form da compilare, ma non era così, troppo semplice…

Il form è chiaro, ma il sito è vuoto. Anche se il servizio di caricare un progetto è gratis, i Creatori sono persone sensibili. Hanno bisogno di cure e di attenzioni. Così, fra una  riunione e l’altra, abbiamo definito quale sarà il progetto pilota e anche quali sono quelli che lo seguiranno subito dopo.  In questa fase non posso dire di che cosa si tratta, posso però anticipare che il nostro primo Creatore ha il marchio doc. Il suo progetto, che verrà pubblicato fra tre o quattro giorni, è interessante, affascinante, intrigante. Non poteva essere meglio di così.  Siamo arrivati al dunque. Per mesi abbiamo lavorato e teorizzato sul crowdfunding. Oggi, grazie a Lorenzo, lo abbiamo costruito. Certo, la piattaforma non è ancora definitiva, ma il più è fatto. Il clip non c’è e alcune parti del sito le devo ancora scrivere. Fra dieci giorni sapremo se quello per cui abbiamo tanto lavorato funziona. Mi sento come una bambina la mattina di Natale. La sorpresa sarà massima. Non solo per me e Lorenzo. Un grazie a tutti coloro che sino ad oggi ci hanno incoraggiato. Con le loro mail.  Commenti su Facebook. Pacche sulle spalle. Inviti a conferenze. Pasticcini sulla scrivania.  Messaggi notturni su WhatsApp. Progetti meravigliosi. Occhi luccicanti.

La rete finanzia le tue idee

Dal mondo reale al web, ecco un sistema concreto per trovare finanziamenti. 

La crisi non finisce, questo lo abbiamo capito tutti. Inutili parole da parte di chi ci governa e rubinetti chiusi da parte delle banche. Che fare allora per finanziare un’idea innovativa? All’estero ci hanno già pensato da tempo. Lo strumento utilizzato è quello delle piattaforme di crowdfunding, siti dedicati alla raccolta di fondi da parte di utenti privati con la finalità di sostenere piccoli e grandi progetti di tutte le tipologie.  È possibile finanziare di tutto: dai corsi scolastici alla cresima per il figlio, dalla pubblicazione di un libro alla realizzazione di un video. Ogni operazione – o  campagna – di crowdfunding  è contraddistinta da un obiettivo economico, superato il quale, il progetto viene finanziato.

Se l’iniziativa non raggiunge la cifra prefissata, non viene prelevato niente e il progetto non raccoglie nulla. Certo, si può riprovare tarando meglio la richiesta, perché pubblicare il proprio progetto è gratuito.

Il meccanismo della donazione è semplice e prevede sempre il coinvolgimento del pubblico: in cambio della donazione vengono attribuite delle ricompense di valore diverso a seconda della cifra versata.

Le due piattaforme che trovo interessanti sono certamente Indiegogo e Kickstarter. Entrambe americane, sono ambienti competitivi che riescono a gestire centinaia di iniziative ogni anno. Con raccolte di somme da capogiro. Nel 2013 Kickstarter ha raccolto 480 milioni di euro e, sebbene per gli italiani sia difficile entrarvi, (perché per farlo, il criterio è di essere una società americana o comunque non italiana) la garanzia di successo è praticamente assicurata.

Alla base del crowdfunding ci deve essere un’idea valida. La presentazione deve essere costruita con attenzione: un video semplice e accattivante che comunichi agli utenti i valori e gli scopi del progetto. La definizione delle ricompense (i premi, tanto per capirsi) che i sostenitori otterranno a seguito del contributo erogato. Che cosa? Si può trattare di ringraziamenti, cartoline, immagini, biglietti di eventi, cene con l’autore, attestati, nome sui titoli di coda…

Credo che la risposta alla crisi sia questa. Dall’unione di più persone è possibile creare aiuto, solidarietà e abbondanza. In maniera trasparente, divertente e del tutto democratica.

Innamorati della Cultura. Il 17 dicembre l’incontro con i progettisti. Pronti per partire!

Ci ho messo un po’ a scrivere questo articolo. Sono sempre affannata. Presente il coniglio marzolino di Alice? Quello con l’orologio sempre in mano? Ecco, quella sono io. Gli ultimi mesi sono stati super impegnati, caotici, faticosi, divertenti. Perché ho messo su una Start Up e perché non sono più una ragazzina. E poi, c’è la famiglia da guardare, una casa da mandare avanti, i compiti, la spesa, cucinare. E, ovviamente, il lavoro. Ma questo è un discorso dedicato ad un altro articolo che avrà il titolo di un famoso libro (e film) “Ma come farà a fare tutto?”. Mah, non so. Credo siano i superpoteri che noi donne pensiamo di avere e che, di fatto, non abbiamo.

Lo scorso 17 dicembre alle ore 15.30, abbiamo deciso di presentare il progetto “Innamorati della Cultura” alle persone interessate a far conoscere e promuovere un’idea creativa grazie ai finanziamenti ottenuti attraverso la piattaforma. Detto così sembra tutto semplice, ma non lo è affatto. Innanzitutto, prima che una Start Up, siamo tre persone. Tre teste e tre personalità diverse. Poi c’è il percorso di incubazione che ti impone passaggi obbligati: verifiche e test, presenza a convegni e dibattiti. Insomma, una quantità di lavoro stratosferica. L’ufficio in co-working insieme ad altre Start Up. Un posto carino, accogliente, luminoso ma totalmente privo di privacy e questo, per una senior come me, può creare problemi. Infatti lavoro con le cuffie, a tutto volume.

On line abbiamo deciso di montare una demo senza sezioni e, in separata sede, Lorenzo ha montato una magnifica presentazione in slide che ho presentato io facendo anche un po’ di casino, perché non ho mai parlato davanti a una folla di persone.

“Innamorati della Cultura” è piaciuto, moltissimo. Il meccanismo è semplice. Chi presenta il proprio progetto artistico o di restauro può pubblicarlo – gratis – sul portale. Definito il budget da raggiungere insieme, si parte con la raccolta di fondi. Come? Il Creatore attraverso i suoi contatti, noi attraverso i nostri. Social media, pr, digital pr, comunicazione tradizionale e digital. Una volta che si è raggiunta la cifra, il Creatore ricompensa i suoi “Innamorati” in base a quanto hanno donato. Se non si è raccolto nulla può riprovare, magari tarando meglio il progetto. Nel primo caso, la piattaforma preleva il 10% del raccolto per sostenere i suoi costi. Nel secondo caso nulla.

I progetti stanno arrivando. Abbiamo dato fino al 30 gennaio come periodo di riferimento per raccoglierli. Poi li selezioneremo e decideremo quale sarà il primo ad essere pubblicato, promosso e finanziato. Nel frattempo non siamo stati fermi. Durante la pausa natalizia abbiamo messo online il sito e aperto la pagina FB. Siamo già più di 1000 fan. Niente male per essere solo all’inizio.

Innamorati della Cultura. I soldi alla cultura li procuriamo noi

La cultura è la ricchezza del nostro paese, ma è diventata un peso insostenibile perché il pubblico non la sostiene più. Ottenere fondi dai privati è quasi impossibile. Gli artisti così come i piccoli musei, le associazioni culturali, gli sbandieratori, le orchestre e i cori hanno i progetti ma non i finanziamenti necessari per realizzarli.

Tre comunicatori torinesi, la sottoscritta, Lorenzo Pennacchioni e Valeria Borrazzi hanno deciso di unire le competenze e fondare un’associazione culturale, Cultura Piemonte. Una piccola realtà intenzionata a crescere e a costituire presto una società.

Inizialmente l’idea era quella di proporre iniziative di comunicazione e raccolta fondi sul territorio regionale ma, come detto sopra, mancavano i fondi. È nata così l’idea, peraltro sperimentata con grande successo negli Stati Uniti, di creare “Innamorati della Cultura“, un portale destinato alla raccolta di fondi onlinecrowdfunding – per i “grandi” progetti culturali ideati da piccole realtà. Non parliamo di grandi cifre ma di quantitativi di denaro sufficienti a dare vita a moltissimi progetti  creativi che, altrimenti, resterebbero chiusi nel cassetto dei sogni.

Si tratta di realtà minori che con la loro attività arricchiscono il territorio di eventi culturali, portando così un po’ di bellezza, una migliore qualità della vita e lavoro. Realtà spesso giovani che in questi ultimi anni hanno avuto dalle istituzioni e dalla politica davvero pochi fatti. Da qui, l’idea di creare un portale che, attraverso una piattaforma di crowdfunding, possa raccogliere fondi dedicati a progetti culturali e di restauro di beni architettonici minori.

In altre parole, una vetrina per il mercato privato, delle aziende, dei professionisti facoltosi, delle fondazioni, che possono contribuire alla realizzazione del progetto. Gli investitori possono sfruttare il ritorno di immagine derivante da questo tipo di sponsorizzazione  a cui sommare, fatto non indifferente, eventuali sgravi fiscali per le donazioni culturali.

Due i criteri di selezione dei progetti: fattibilità, naturalmente, ma anche capacità di creare lavoro. Dopo di che, noi intercettiamo le persone che hanno investito per cogliere il gradiente di felicità che questo progetto ha portato al territorio. Un indice inusuale per un business, ma è assolutamente comune all’estero perché siamo convinti che la cultura porti felicità. Questo valore viene comunemente definito “seeding”, cioè semina.

La Cultura fa crescere le persone e, al di là delle misurazioni asettiche operate dagli economisti e dagli esperti di marketing, è un fatto assodato che un popolo evolve dove c’è cultura e dove regna la creatività. Noi prendiamo una fee del 10% sul raccolto. È un importo un po’ più alto della media ma che comprende la nostra attività di promozione e comunicazione.

Ci riempie di entusiasmo il fatto che l’idea sia piaciuta molto e, dopo aver partecipato allo Start Cup Piemonte, ci hanno incubato nel Treatabit del Politecnico. Un bel percorso in un ambiente frizzante e innovativo. Ora siamo nella fase del business plan che è quasi pronto, così come il documento commerciale di vendita per gli investitori. Per partire servono investimenti, bisogna costruire la piattaforma e pagare l’avvio della campagna sui social media.

Noi incrociamo le dita e, intanto, vi anticipiamo che prossimamente ci sarà una presentazione pubblica del progetto.

A breve, tutti i dettagli.

È nata! Innamorati della Cultura è online. Scopri come funziona e dimmi cosa ne pensi.

Ci stiamo lavorando da mesi, alacremente. Siamo alle ultime battute perché da oggi siamo online. Non mi sembra vero. In questi mesi di riunioni, discussioni appassionanti e appuntamenti serrati, abbiamo dato forma al progetto e sostanza al team. La squadra deve essere unita per vincere. Ci si deve allenare giorno dopo giorno. Soffrire e sudare insieme. Abbiamo sudato e “Innamorati della Cultura” è finalmente online.

Di che cosa di tratta? Di un sito, a cui abbiamo fornito una piattaforma di crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento). In pratica, si tratta di un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Niente di nuovo sotto il sole. Quello che è nuovo è il contenuto. “Innamorati della Cultura” si  occupa di progetti culturali, quelli che il nostro Governo ha deciso che non vanno più finanziati. Il che, nel paese che ha il più vasto patrimonio culturale al mondo, suona come una straordinaria fesseria.

I nostri cugini francesi, che nel settore culturale del fundraising dimostrano un maggiore acume, hanno già sperimentato questo sistema al Louvre con la campagna Tous Mecenes (tutti mecenati). Il progetto prevedeva di raccogliere 1 milione di euro attraverso le donazioni delle web community per acquistare il capolavoro rinascimentale Le tre grazie di Cranach da un collezionista privato. Anche da noi a Torino, Palazzo Madama ha raccolto il denaro mancante all’acquisto di un servizio di piatti.

In questa fase di lancio, oltre ad essere stati incubati dal Politecnico, stiamo raccogliendo le adesioni di chi vorrà partecipare presentando un progetto. Principalmente Enti e Associazioni.

Ironicamente, per sostenere il nostro progetto stiamo cercando fondi, principalmente aziende; in cambio un forte ritorno d’immagine. Investire in cultura è certamente cool ma, soprattutto, dà lavoro alle persone. Questo è uno dei criteri base che abbiamo stabilito debba essere definito per presentare i progetti e vederli pubblicati. Quante persone lavoreranno? Che tipo di ricaduta ci sarà sul territorio? Quale indice di felicità verrà generato?

Mi sono dimenticata di dire che per far partire il progetto la squadra ha formato un’Associazione: “CulturaPiemonte”. In onore della nostra bellissima regione.

Clicca qui per guardare il video di presentazione sul sito.

Equity Crowdfunding. Varato il Regolamento Consob

Lo scorso venerdì 12 luglio, sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il regolamento definitivo sul crowdfunding, varato dalla Consob e riguardante la raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line.

Il regolamento si compone di 25 articoli ed è suddiviso in tre parti che trattano, rispettivamente: le disposizioni generali; il registro e la disciplina dei gestori di portali; la disciplina delle offerte tramite portali. Al testo sono poi allegate: le istruzioni per la presentazione della domanda di iscrizione nel registro dei gestori; lo schema della relazione sull’attività d’impresa e sulla struttura organizzativa; lo schema per la pubblicazione delle “Informazioni sulla singola offerta”, che comprendono, tra l’altro, un’Avvertenza, le informazioni sui rischi, sull’emittente, sugli strumenti finanziari e sull’offerta.

Finalmente esiste una legislazione che disciplina l’equity crowdfunding, dando così alle neo-imprese la possibilità di entrare nel mercato attraverso finanziamenti online, e “svolgendo quindi un appello al pubblico risparmio rivolto a un elevato numero di destinatari che nella prassi effettuano investimenti di modesta entità.”

Dopo aver introdotto questa possibilità nel decreto crescita-bis varato dal governo Monti, l’Italia è ora il primo paese in Europa a disporre di un quadro regolatorio sul tema. E concordo con Dettori sul fatto che sia un traguardo davvero importante per il nostro paese, perché ora possono cominciare a cambiare molte cose nelle prospettive dell’economia Italiana. Potrebbe davvero essere l’inizio di un processo di democratizzazione della finanza e se Consob riuscirà a far sviluppare un mercato ampio e sano, da oggi per le startup in Italia è cambiato tutto.

V’invito a leggere l’articolo di Gianluca Dettori su Che Futuro!

Ecco qui, invece, la scheda sintetica sui contenuti del Regolamento, e qui la delibera.