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La piattaforma di crowdfunding dedicata alla cultura italiana

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Crowdfunding Culturale: come comunicare al meglio la tua campagna.

Il crowdfunding culturale è un modo efficace per finanziare progetti culturali e artistici. Ma, per ottenere successo, è importante saper comunicare in modo adeguato la propria campagna. Ecco alcuni consigli per aiutarti a ottenere il massimo dalla tua campagna di crowdfunding culturale.

  1. Sviluppa una strategia di marketing efficace: La comunicazione è fondamentale per il successo di una campagna di crowdfunding. Assicurati di avere una strategia di marketing solida che comprenda l’utilizzo dei social media, la posta elettronica e il coinvolgimento dei media locali.
  2. Crea un video emozionante: Un video emozionante può fare la differenza nella tua campagna di crowdfunding. Mostra il tuo progetto in modo creativo e coinvolgente per attirare l’attenzione dei potenziali finanziatori.
  3. Coinvolgi la tua comunità: Coinvolgi la tua comunità nella tua campagna di crowdfunding. Chiedi ai tuoi amici e alla tua famiglia di condividere la tua campagna sui social media e di sostenerla finanziariamente.
  4. Scegli la piattaforma di crowdfunding giusta: La scelta della piattaforma di crowdfunding giusta è fondamentale per il successo della tua campagna. Noi di Innamorati della Cultura siamo specializzati in campagne di crowdfunding culturale dal 2014 e possiamo offrire una piattaforma tailor made per soddisfare le tue esigenze.

Ci sono tanti esempi di campagne di crowdfunding culturale di successo. Molte le puoi vedere pubblicate sul nostro sito ma questa che ti raccontiamo è stata davvero speciale.

Nel 2016, il Museo d’Arte Antica di Roma lanciò una campagna di crowdfunding per finanziare il restauro delle sue collezioni storiche. La campagna aveva lo scopo di raccogliere fondi da privati, organizzazioni e aziende interessati a sostenere la conservazione della cultura e dell’arte italiana.

La campagna fu un successo, raccogliendo oltre 1 milione di euro in soli tre mesi. Il museo ha utilizzato i fondi raccolti per restaurare quadri, sculture e opere d’arte, creare nuovi spazi espositivi e migliorare l’accessibilità per i visitatori con disabilità.

La campagna di crowdfunding ha anche attirato l’attenzione dei media e del pubblico, aumentando la visibilità e la reputazione del museo. Inoltre, ha coinvolto la comunità in un progetto importante e ha permesso a molte persone di diventare parte attiva della conservazione del patrimonio culturale italiano.

Questo esempio dimostra che il crowdfunding culturale è una soluzione efficace per finanziare progetti culturali e artistici e che, grazie alla tecnologia blockchain, le transazioni sono rapide, sicure e trasparenti.

La nostra piattaforma, specializzata in campagne di crowdfunding culturale dal 2014, è in grado di supportare la realizzazione di progetti simili con successo.

La chiave per una campagna che raggiunge, o supera, il suo obiettivo di raccolta è la comunicazione.

Per comunicare una campagna di crowdfunding culturale in modo efficace, è necessario definire una solida strategia di comunicazione e un budget adeguato. La comunicazione gioca un ruolo fondamentale nell’esito di una campagna di crowdfunding, poiché permette di raggiungere il pubblico giusto e di generare l’interesse e l’entusiasmo necessari per ottenere il sostegno finanziario.

Per iniziare, è importante identificare il proprio pubblico di riferimento e definire le piattaforme più appropriate per raggiungerlo. Ad esempio, se il pubblico di riferimento è formato principalmente da appassionati di arte, potrebbe essere utile concentrarsi sui social media specializzati in arte e sui siti web di cultura.

Inoltre, è importante definire un budget per la comunicazione, che possa coprire i costi di produzione di materiali promozionali, come video, immagini e post sui social media, e per la pubblicità sui siti web pertinenti.

Per rendere la comunicazione ancora più efficace, è fondamentale che sia coerente con il progetto e che trasmetta la passione e l’entusiasmo per il progetto stesso. Infine, è importante tenere traccia dei risultati della comunicazione, in modo da poter apportare eventuali modifiche e migliorare la strategia nel tempo.

Con una solida strategia di comunicazione e un budget adeguato, una campagna di crowdfunding culturale avrà maggiori possibilità di successo, e potrà contribuire a finanziare progetti culturali di grande importanza.

Il successo di una campagna di crowdfunding culturale dipende certo da molti fattori ed è per questo che è importante sapere che è necessario dedicare tempo e risorse, anche economiche, per delineare ed attuare il proprio piano d’azione.

Non tutti tuttavia hanno le competemze o il tempo per agire da soli. Se sei in questa situazione o vuoi investire in una comunicazione di successo, il nostro team è a tua disposizione per supportarti al 100%. Possiamo creare la strategia di comunicazione oppure offrirti supporto professionale tramite call one to one con uno dei nostri coach ed aiutarti ad ottenere il massimo dalla tua campagna di crowdfunding culturale. Il nostro obiettivo è quello di sostenere il tuo progetto perché diventi un vero successo.

Se hai un’idea e vuoi sapere se può essere finanziata con il crowdfunding scrivi a:

progetti@innamoratidellacultura.it e fissa la tua call gratuita con uno dei nostri project manager.

Emanuela Luisa Negro Ferrero

Il Crowdfunding crea… comunità.

Il crowdfunding è un termine inglese composto da due parole: “crowd”, che in italiano si traduce come folla, e “funding che letteralmente significa “finanziamento. La traduzione “finanziamento dalla folla” implica il coinvolgimento attivo di persone. Più specificatamente di riuscire a costruire una comunità attiva, sia digitale

Una campagna di crowdfunding certamente ha come scopo primario quello di raccogliere fondi per consentire la realizzazione di un progetto o di un prodotto, ma questo obiettivo si può raggiungere solo ed esclusivamente se si è capaci di coinvolgere un certo numero di persone a partecipare, sia alla raccolta fondi ma, anche e soprattutto, alla realizzazione del progetto stesso.

Da venerdì scorso, sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it è pubblicata la campagna proposta da Scuola Romana di Circo dal titolo Community Library. Si tratta di una raccolta fondi . che ha come scopo primario quello di “costruire” una comunità attiva di persone, appassionate di Circo, interessate a partecipare economicamente alla realizzazione del progetto per poterne usufruire.

L’idea di partenza di  Community Library nasce dalla considerazione che la biblioteca è il cuore pulsante di ogni comunità, è il centro di aggregazione che, attraverso la cultura, è in grado di costruire e rafforzare  legami permanenti fra persone e il territorio in cui sorge.

Gli appassionati di circo in tutto il mondo sono moltissimi. I dati indicano una crescita esponenziale di questo tipo specifico di pubblico, anno dopo anno.  L’idea di Scuola Romana di Circo è quella di realizzare una biblioteca specializzata  interamente alla  raccolta, conservazione, e valorizzazione di documenti legati alla storia del Circo e, anche, di realizzare  un centro servizi dedicato alla promozione della lettura, dello spettacolo dal vivo e della cultura circense. Un luogo sia digitale che fisico dove potersi arricchire spiritualmente e culturalmente, divertire e, soprattutto, connettere.

Il lavoro per arrivare a realizzare tutto questo è imponente. E costoso.  La biblio- mediateca raccoglierà tutti i più importanti libri dedicati al circo, oltre ad un archivio composto di documenti, sia analogici che digitali.

La Community Library della Scuola Romana del Circo  contribuisce a raccontare la storia e l’identità del Circo proponendo  ad un pubblico variegato composto da professionisti del settore, allievi delle scuole di circo e di altre arti performative, bambini e ragazzi del quartiere o semplici curiosi eventi concepiti per coinvolgere, aggregare, istruire e intrattenere.

Community Library è una Biblioteca di Comunità inteso come centro di coesione sociale, un luogo aperto e inclusivo dove le persone possono incontrarsi e creare relazioni e interazioni.

La campagna per Community Library propone, a chi decide di partecipare, delle ricompense che ben esprimono il concetto di condivisione. Sarà possibile ricevere delle lezioni di circo, copie della rivista o del libro fotografico e partecipare agli spettacoli come ospite d’onore.

Da oggi, domenica 19 settembre, la Community Library è aperta al pubblico con orari dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle 13:00.

Redazione  www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding per l’arte? Yes.Always.

La cultura e gli operatori culturali italiani hanno sofferto duramente a causa della pandemia. Gli eventi annullati, l’impossibilità di esporre le proprie opere in mostra e l’assenza di aiuti statali hanno creato una situazione estremamente difficile da affrontare e da recuperare.

Lanciare una campagna di crowdfunding culturale oggi significa comprendere che esiste il modo per mettere in moto dinamiche e comportamenti atti a stimolare  nelle persone l’interesse a partecipare (e farsi quindi supportare economicamente)

Ormai è noto che che proporre una raccolta fondi per la propria idea artistica è utile in primo luogo  a validare l’idea progettuale secondariamente serve per raccogliere una comunità di persone interessate al  progetto.

Individui che per naturale conseguenza lo sostengono economicamente, lo condividono e lo supportano. In ogni modo possibile e con qualsiasi mezzo a disposizione, tradizionale e digitale.

Recentemente abbiamo messo online la campagna promossa da Studio Urbana  di Roma. Si tratta di un  progetto ambizioso dall’indubbia valenza artistica che prende il nome di:  White, un cammino all’interno degli archivi reconditi ed artistici dell’artista Barbara Duran”.

Citiamo direttamente dalla pagina della campagna : il progetto White è dedicato a tutti coloro che fuggono dalle guerre, dalle ingiustizie, dalla tortura. Alle donne, alle madri, alle sorelle, agli uomini, ai fratelli, ai figli. A tutti gli esseri viventi che soffrono e che hanno il diritto di vivere. Dedicato alle nostre sorelle e ai nostri fratelli.

Ci è sembrata subito una call to action interessante, forte, di sicuro valore sociale oltre che artistico. Ma che cos’è White?  White è  un percorso che racconta e raffigura personalità femminili dell’iconografia antica e moderna – dipinte su tele di diversi formati che destrutturano le regole di pittura canoniche –  concepito per  proporre all’osservatore  un dialogo fra segno pittorico e spazio e  sollecitare una risposta emotiva.

White intende dimostrare come l’arte possa diventare strumento efficace per la trasformazione di un pensiero legato ad un’iconografia classica spostando in questo modo  l’asse dal piano visivo a quello delle sensazioni.

WHITE è un lavoro di sottrazione nelle sovrapposizioni sensoriali e strutturali che annebbiano l’immagine oggi, vuol essere la porta che attraverso il rumore bianco, possa aprire la percezione all’empatia. Icone contemporanee del mondo introducono a comprendere che la gioia e il dolore che si scontrano nell’esistenza dell’umanità possano ricondursi in essenza ad un’ assenza della percezione dell’altro, che è altro da noi solo se volutamente ignoriamo che il nostro essere , è, solo nella relazione ad un altro da sé , nel presente del tempo, nella comprensione della differenza.


Il progetto espositivo WHITE include molteplici linguaggi visuali: video, disegno e pittura ed è strutturato su  quattro cicli di opere di cui tre sono già state presentate in preview a Parigi, Torino ed al Castello di Santa Severa. Con il patrocinio di: MiBAC / Sovrintendenza  Archeologica, Belle Arti e Paesaggio  per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, Lazio Crea, Coop Culture, visitlazio.com, Comune di Santa Marinella, Fondazione Il Gabbiano Rome/New York, Fondazione Valentina Moncada, WithoutBorders Film Festival, Centre  Culturel Italien, Galerie Metanoia.

Dove avverrà la mostra?

La mostra avrà  sede nell’ex Cartiera Latina,tra i pochi impianti industriali sopravvissuti nella città di Roma, una struttura unica nel suo genere ed eccezionale per la posizione strategica a ridosso delle Mura Aureliane, lambita per tutta la sua lunghezza dal fiume Almone che unisce idealmente l’Appia Antica alla via Cristoforo Colombo.

Quando potremo immergerci nelle opere esposte da White?

L’evento si svolgerà nell’autonno del 2021. La programmazione era per aprile ma il lockdown e le misure di contenimento hanno rallentato il percorso, ecco perché adesso è importante partecipare alla campagna di crowdfunding per arrivare pronti alla data di apertura.

Chi decide di partecipare a una campagna di crowdfunding sceglie il progettista prima ancora del progetto.

Che cos è Studio Urbana? La sede è a Roma. Si tratta di  uno spazio indipendente di produzione culturale, creato e diretto dagli artisti Barbara Duran  e Corrado de Grazia in cui la parola ricerca fa da garante non solo nella produzione artistica ma anche nel pensiero alla base di questa.

Possiamo certamente affermare che Studio Urbana sia una bottega, come quelle dei grandi maestri di una volta. Un luogo dove  le idee creative nascono dallo  scambio fra artisti prendendo forma e vita.

Chi è Barbara Duran?

Barbara Duran è un’artista nel vero senso della parola. Italiana, cosmopolita, lavora attraverso molteplici linguaggi spaziando dalla pittura alla fotografia alla video art. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, italiane ed estere. Docente, autrice  e illustratrice di libri per l’infanzia, danzatrice ed esperta in Metodologie Biografiche e Autobiografiche specializzata alla Scuola triennale della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

Gli ingredienti perchè la campagna di crowdfunding per WHITE vada a buon fine ci sono tutti. Se ti è piaciuto questo post per favore condividilo. Se vuoi partecipare alla campagna di crowdfunding digita questo link https://www.innamoratidellacultura.it/projects/sostieni-white-duran-project/ e scegli la tua ricompensa.

redazione www.innamoratidellacultura.it

Vuoi lanciare una campagna di crowdfunding?

Scrivi a progetti@innamoratidellacultura.it

Felici di aiutare

Borghi italiani in crowdfunding.

Borghi e edilizia rurale, digitalizzazione, tutela, Recovery Art,crowdfunding.

Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza parla finalmente di… cultura!

Gli interventi sono fondamentali nell’azione di ripartenza del Paese. Sarà come sempre un’intenzione oppure, come auspico, si passerà all’azione?

Le somme in arrivo sono notevoli, si parla di uno stanziamento di  6,675 miliardi mirato ad incrementare il livello di attrattività del sistema culturale e turistico del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali.


Gli investimenti previsti per la cultura ammontano nel complesso a 4,275 miliardi di euro a cui si sommano nel Fondo Complementare gli investimenti del ‘Piano Strategico Grandi attrattori culturali’, per 1,460 miliardi di euro, finalizzati al finanziamento di 14 interventi principali.

La cultura guiderà la ripartenza del Paese”. Commenta il Ministro della Cultura, Dario Franceschini: “il Recovery plan – prosegue  – introduce risorse fondamentali che dimostrano come la cultura sia al centro delle scelte di questo governo. Da interventi sui grandi attrattori culturali nelle città metropolitane a una grande operazione di rilancio dei borghi, all’intervento sulla sicurezza antisismica dei luoghi di culto, alla digitalizzazione, alla creatività e al potenziamento dell’industria cinematografica”.

Le aree di intervento sono in tutto tre e riguardano

1) piattaforme e strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale;

2) rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi e investimenti per l’accessibilità;

3) il miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei 
 
Ma il vero passo in avanti riguarda la rigenerazione dei borghi con uno stanziamento di 2,720 miliardi di euro.


Il “Piano Nazionale Borghi” per valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni presente nei borghi italiani dall’enorme valore paesaggistico-culturale e dal grande potenziale di crescita economica è argomento caldo.

Per secoli in Italia abbiamo praticato naturalmente il distanziamento sociale. Eravamo trenta milioni, ben distribuiti su tutto il territorio nazionale, tra campagne, montagne, città. Oggi siamo più del doppio e la concentrazione è per lo più nelle  aree urbane.

L’archistar Stefano Boeri intervistato da  Repubblica  sostiene che “servirebbe una campagna per facilitare una dispersione, e anche una ritrazione dell’urbano…l’Italia è piena di borghi abbandonati da salvare».

Andando a leggere  i dati, emerge che i comuni a rischio svuotamento in Italia sono circa 6000, sparsi su due terzi del territorio, per lo più in zone ricche di patrimonio (naturalistico, agricolo, culturale), ma povere di servizi. Sono luoghi dove manca tutto:  scuole, mezzi pubblici, sanità e, dettaglio non irrilevante, la preziosa  banda larga.

Vivere in un borgo è una vera e propria sfida perché se è vero che in Italia di luoghi incantati dove si potrebbe pensare di spostare la propria vita ce ne sono migliaia, è anche vero che acquistare casa o terra in un borgo abbandonato non è affatto semplice.

La proprietà dei terreni nelle aree interne (salvo alcune eccezioni, come il Trentino) è per lo più privata, suddivisa dai passaggi ereditari di generazione in generazione. I proprietari sono difficili da rintracciare, vivono all’estero, hanno dimenticato i terreni di cui sono proprietari, non li vendono e quasi sempre non se ne occupano». 

Antonella Tarpino, autrice di “Spaesati: Luoghi dell’Italia in abbandono tra memoria e futuro” ha sognato di riportare in vita il borgo piemontese di Paraloup scoprendo strada facendo che le baite sono quasi sempre divise in sei lotti diversi, con gli eredi (nel suo caso) in Francia da un paio di generazioni.

Con il sostegno di quelle che Tarpino chiama amministrazioni solidali (cioè sindaci che non vogliono far morire i paesi) ha trovato il modo di recuperarle dando impulso alla legislazione regionale. «Anche grazie alla nostra Rete del ritorno il Piemonte si è dotato di una legge sulle associazioni fondiarie, uno strumento che permette a privati, onlus, comuni di mettersi insieme per recuperare e valorizzare la terra

In pratica, se si vuole spingere le persone a lasciare le città per i borghi, serve una burocrazia semplificata che permetta e incentivi l’accesso alla terra. 

Il secondo grande passaggio da affrontare è quello della sostenibilità. Se fino al 2020 si poteva pensare di spostare la propria residenza in un borgo e vivere di turismo, oggi questa voce rimane quanto mai incerta ed è stata prontamente tramutata in “luoghi dove spostarsi per lavorare smart” ma, considerando la quasi totale assenza di banda larga e servizi, prima che questo passaggio sia effettivamente realizzabile, il piano b deve essere un altro e questo altro si chiama terra.

Fra le varie proposte ed esperimenti ricordo quello molto interessante dei borghi del benessere, una versione migliorata  delle RSA urbane e quella dei borghi dell’innovazione, che coniugano vita rurale ed economia digitale. I famosi Smart Village della Comunità Europea.

Nodi da sciogliere: banda larga e servizi. Con lo spopolamento, valli e centri abitati hanno perso le scuole, i trasporti, la sanità e, repetita juvant, non hanno ancora la banda larga, essenziale per qualsiasi progetto di sviluppo.

In Italia è attivo dal 2015 il Piano Aree Bianche per portare Internet veloce a 14,7 milioni di italiani tramite incentivi pubblici. Il Piano oggi è in ritardo di un anno rispetto ai tempi previsti (questo deficit di connessione si aggiunge il fatto che 1200 comuni hanno difficoltà di ricezione telefonica e cinque milioni di italiani vedono con grande fatica (o non vedono affatto) i canali Rai.

Ma le cose si stanno muovendo comunque. La pandemia ha creato in molte persone una forte richiesta di spostamento verso un tipo di vita più semplice e a contatto con la natura.

Lo smart working in moltissimi settori può essere svolto ovunque e quindi la direzione verso il recupero dei borghi è corretta. E’ la realizzazione quella che va affrontata e risolta.

Se avessi voglia di occupartene, si parlerà di borghi a fine luglio durante il consueto evento organizzato a Pietrelcina da Fondazione Ampioraggio.

Jazzin’, questo è il nome dell’evento, ormai da cinque anni si occupa di proporre e inventare soluzioni in grado di portare innovazione alla Pubblica Amministrazione. In cinque anni centinaia di innovatori, imprenditori, startupper e amministratori locali hanno lavorato gomito a gomito proponendo  idee che quest’anno,  grazie al Recovery Fund, potranno finalmente vedere la luce. Partendo da Pietrelcina, splendido borgo italiano abituato da sempre ai miracoli.

Parleremo nel prossimo post di Jazzin e anche di Jazzout. Stay tuned -:))

Redazione www.innamoratidellacultura.it

scrivi a progetti@innamoratidellacultura.it

Quando il crowdfunding è erotico

Una campagna di crowdfunding è un processo interessante che non si riduce alla pubblicazione dei propri contenuti su una piattaforma. Il passaggio da idea progettuale a campagna di crowdfunding è un processo composto da varie fasi. Le parole chiave sono “organizzazione”, “pianificazione”, “strategia”.

Ho descritto nel mio articolo precedente la fase di “precampagna” e ci tengo a sottolineare che realizzare e comunicare una campagna di crowdfunding culturale è diverso rispetto a una campagna “prodotto” oppure ad una campagna di tipo “equity”. La strategia è identica. Quello che cambia è la modalità con cui viene realizzata.

Quando le persone caricano le loro idee progettuali sulla piattaforma www.innamoratidellacultura.it, viene loro richiesto di scrivere i dettagli del progetto. Il titolo, una descrizione breve, una descrizione dettagliata, l’obiettivo di raccolta e le ricompense da dare alle persone in cambio della donazione ricevuta.

Questo passaggio consente al team di comprendere l’idea e quindi di definire un appuntamento telefonico per conoscere il progettista e guidarlo verso la realizzazione della sua campagna.

Solo alcuni, pochi, progettisti sono a conoscenza del fatto che caricare un’idea progettuale è il primo passo di un processo che implica un giusto tempo di realizzazione.

L’urgenza economica, che è il fattore che spinge una persona a pensare al crowdfunding come fonte di finanziamento per la sua idea progettuale, è nemica del successo.

Per far comprendere meglio la situazione, pensa di dover aprire un negozio. Dopo la scelta del locale e della zona in cui aprire (la piattaforma), lo spazio va ristrutturato e allestito (i contenuti caricati sulla piattaforma). Aprire un locale non basta per ottenere clienti. Ecco quindi che pensi ad una data per l’inaugurazione (il lancio della campagna) e ad organizzare delle attività per fare in modo che le persone del quartiere e tutti i potenziali clienti interessati ai prodotti messi in vendita, possano sapere del nuovo locale e venire da te ad acquistare.

Le attività di comunicazione per comunicare l’apertura di una nuova attività in genere vanno dal volantinaggio al semplice passaparola fino agli annunci radio o ai post sponsorizzati sui canali social, i comunicati su stampa locale e le e-mail (che possono essere effettuate su proprie liste oppure creando delle campagne per raccogliere i nominativi dal web se non si è ancora in possesso di una lista).

Nel crowdfunding, proprio come per un negozio o un’attività professionale, le attività di promozione si spostano sul web e quindi la fase che precede “l’inaugurazione” della campagna rimane il passaggio  fondamentale per definire il proprio “crowd” cioè quel gruppo di persone interessate al progetto e disposte a partecipare. Come?

  1. programmare le attività di comunicazione necessarie per poterle coinvolgere
  2. definire i contenuti e la strategia di diffusione (quali canali, quale frequenza, quale tono di voce)

Come si crea il crowd ai tempi del Covid?

Gli strumenti digitali a nostra disposizione sono davvero efficaci per tracciare il proprio pubblico di riferimento . Perché le persone partecipino e si innamorino della campagna il processo non è digitale ma emotivo.

Il progettista che riesce a trasmettere attraverso la comunicazione il valore del suo progetto ha vinto. Può trattarsi della riqualificazione di un quartiere. Di restaurare il portone aulico di una chiesa e abbellire la piazza su cui si affaccia l’edificio. Regalare un corso di musica sacra per sostenere i giovani di un quartiere problematico così come coadiuvare un museo a recuperare una collezione di pezzi antichi o, più semplicemente, a restare aperto.

Come si trasmette il valore emotivo di una campagna di crowdfunding?

Il crowdfunding altro non è che una colletta veicolata attraverso un portale. Le collette funzionano quando chi promuove la raccolta fondi riesce a trasmettere un vantaggio per chi dona.

Le due  domande che un progettista deve porsi prima di mettere online la propria campagna sono:

1 – perché le persone dovrebbero partecipare alla mia raccolta fondi?

2 – che tipo di valore crea  il mio progetto nella vita di queste persone?

Se la comunicazione si sposta dall’io (ho un’idea grandiosa dammi i tuoi soldi per realizzarla)  al tu (ho bisogno di te per realizzare il mio progetto) e dal tu al noi (insieme siamo una squadra, grazie al tuo aiuto posso realizzare il mio progetto e tutti quanti ne trarremo un vantaggio) allora la campagna ha successo.

Il ruolo del progettista quindi, è quello di riuscire a coinvolgere emotivamente le persone conferendo loro valore.

Troppo spesso mi interfaccio con progettisti che si limitano a pubblicare la campagna sul sito e poi non se ne occupano o se ne occupano in maniera egoistica (ho aperto una campagna di crowdfunding, dammi i tuoi soldi).

Analizziamo la campagna CORRIPONDENZE

Nel caso specifico della campagna CORRISPONDENZE – Trenta sonetti erotici illustrati la raccolta fondi è stata lanciata per realizzare una raccolta di poesie che esplora tutte le strade del labirinto dell’erotismo a cui si accompagnano 30 video podcast che uniscono le immagini, le interpretazioni delle poesie e delle atmosfere musicali sempre diverse.

I promotori della campagna si chiamano Francesco e Teresa.

Il contatti con Francesco sono iniziati nella terza settimana di marzo. Seguendo le nostre indicazioni, i contenuti della campagna sono stati caricati sulla piattaforma. E messi a punto.

Come ho scritto sopra, caricare i contenuti sulla piattaforma e pensare che solo pubblicandola su un portale faccia piovere donazioni non basta. Solo le campagne di raccolta fondi per le emergenze ottengono fondi velocemente. Perché c’è un’urgenza.

Nel caso di una campagna di crowdfunding culturale l’unica urgenza è quella del progettista che vuole ottenere i fondi. Questo tipo di urgenza non interessa ai donatori. Quello che vogliono percepire i donatori è il valore generato dal progetto e, last but not least, le persone decidono in base al grado di fiducia e simpatia che il progettista riesce a trasmettere.

Tornando alla campagna,  abbiamo guidato Fracesco a realizzare il suo video di presentazione, a collegare la pagina della sua campagna alla piattaforma e abbiamo analizzato insieme a lui il crowd, i canali social e tutti gli strumenti digitali già a sua disposizione.

Nel caso specifico ci siamo trovati di fronte a un progettista maturo e con un progetto già definito e mirato su un pubblico specifico.

Il tempo trascorso fra il caricamento dei contenuti e la messa online è stato di circa un mese. Il dato fondamentale da guardare quando il lavoro di precampagna è stato eseguito correttamente sono le donazioni. Che nel caso di Francesco arrivate subito, appena la campagna è stata pubblicata.

Chi è il pubblico di riferimento di Francesco?

Sono persone che amano la poesia erotica. Gli innamorati dell’erotismo. Persone che vogliono leggere e ascoltare parole erotiche e a cui piace possedere un volume di poesie illustrate.

Qual è il valore generato dalla campagna CORRISPONDENZE promossa da Francesco?

Sicuramente questo tipo di progetto rientra nella sfera della gratificazione emotiva. I donatori sono, e saranno, persone alla ricerca di una specifica emozione.

Francesco ha modo di aumentare le donazioni?  

Francesco è una persona carismatica. Il suo pubblico lo ama. I suoi canali social confermano il legame con le persone che lo seguono e lo conoscono. Nel crowdfunding la fiducia è fondamentale. Stiamo parlando di chiedere a delle persone di darci i propri soldi per realizzare le nostre idee. Questo funziona quando c’è fiducia.

Vuoi partecipare alla campagna di crowdfunding di Francesco?

Ti metto qui il link /https://www.innamoratidellacultura.it/introduzione-al-crowdfunding-culturale/   se ti è piaciuto quello che ho scritto e pensi che Francesco si meriti di essere aiutato allora sarai felice di partecipare alla sua campagna di raccolta fondi.

Perché ti fidi di lui. Perché ti piace la poesia erotica. Perché vorresti avere  il libro illustrato di Francesco sulla poesia erotica e non vedi l’ora di ascoltare i suoi podcast.

Capito come funziona il crowdfunding?

Entra anche tu a far parte del crowd di Francesco.

Innamorati della Cultura!

Emanuela Negro Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Introduzione al crowdfunding culturale.

Il crowdfunding, letteralmente “finanziamento dalla folla” è uno strumento di finanza alternativa, grazie al quale individui, organizzazioni, associazione e imprese possono rivolgersi alle persone (la folla)  per chiedere ed ottenere capitali tramite piattaforme online a supporto delle loro idee progettuali che, in campo artistico e culturale possono spaziare da un restauro alla produzione di un video, di una mostra, all’editare un libro o un catalogo e così via..

In pratica, la persona che ha bisogno di avere dei capitali e non intende o non può ottenere fondi da un istituto finanziario o da un ente, presenta la sua idea ad una piattaforma (selezionata in base alla tipologia di progetto) e, dopo aver creato gratuitamente la pagina della campagna, completa di testi esplicativi, immagini, video e ricompense, la pubblica e può quindi diffonderla sul web per intercettare il gradimento delle persone.

Il crowdfunding fa leva sulle logiche della comunicazione digitale e sulle opportunità di condivisione offerte dal web  e dalle piattaforme di economia collaborativa.

In ambito culturale e artistico, il modello di crowdfunding più diffuso è quello “donation” o “reward” che utilizza la “ricompensa” come strumento emozionale di coinvolgimento delle persone.

Chi sono queste persone?

In ambito culturale  ma anche in quello civico, la “folla” a cui si rivolge il progettista è composta dai cittadini e dalle persone che usufruiscono del bene o del progetto artistico. Si tratta quasi sempre di comunità locali interessate a partecipare attivamente ad iniziative che hanno finalità e impatti sociali ed ambientali e che possono generare valore per il territorio.

Come posso individuare i donatori per il mio progetto?

Il lavoro principale che un progettista è tenuto a  svolgere prima di mettere la campagna online, è quello di individuare i propri  donatori, meglio definiti come “donor personas”.

Il successo della campagna dipende proprio dalla capacità del progettista di individuare il proprio “crowd”, segmentando la propria audience e costruendo target di donatori.

Le donor personas sono le persone “tipo” a cui si rivolge il progetto . Saranno gli amanti del teatro, se si tratta di uno spettacolo teatrale. Gli innamorati del restauro, se si tratta del restauro di un bene. Gli appassionati della musica, se il progetto riguarda un concerto o un video musicale o la registrazione di un disco. Se la campagna è territoriale, la comunità di riferimento va intercettata fisicamente con delle semplici attività di coinvolgimento attivo come, per esempio gli eventi, le conferenze online, i podcast.

Se la community è più allargata, le analisi demografiche riferite al  sesso, età, professione, abitudini di spesa, reddito, istruzione, valori, sono facilmente rilevabili dal web e dai canali social.

Il suggerimento che posso dare, sulla base dell’esperienza di decine di campagne, non è tanto quello di impazzire con gli algoritmi quanto quello di allacciare delle relazioni di valore con i propri contatti. Il crowdfunding,possiede una carica  emotiva molto forte e senza dubbio il carisma del progettista è il fattore che determina il successo di una campagna. Così come la costanza e la determinazione nel portare avanti la campagna di raccolta. Le strategie e i tatticismi servono ma, in ambito culturale, un progetto se non trasmette passione è quasi certo che non verrà finanziato.

Errori da evitare

Il primo errore da evitare è pensare di lanciare semplicemente una campagna di crowdfunding su una piattaforma e attendere che le persone ci raggiungano e ci finanzino. Il secondo errore è pensare che più è grande e famosa la piattaforma e più la campagna verrà visualizzata.

Le piattaforme offrono tutte più o meno lo stesso servizio. Quello che conta è la comunità dei follower della piattaforma.

Una piattaforma generalista avrà un pubblico di riferimento generalista. Una piattaforma verticale avrà un pubblico interessato solo all’argomento specifico delle campagne pubblicate. Questo garantisce che arrivino delle donazioni? No, nel crowdfunding non c’è nulla di garantito.

La pubblicazione della propria idea progettuale su una piattaforma allineata con il proprio settore, offre concretamente la possibilità di mostrare la propria idea progettuale ad un pubblico già allineato e che quindi, potenzialmente, potrà partecipare. Anche solo condividendo la campagna sui propri canali o commentando i post e le notizie.

Un errore che vedo fare ripetutamente dai progettisti è quello di “innamorarsi della propria idea”. L’idea progettuale va tarata sui bisogni della community, non il contrario. Mi spiego. La ricetta dei biscotti Barilla viene studiata in base ai gusti del consumatori, non viceversa.  La campagna di crowdfunding dovrà essere comunicata in modo da riuscire comprensibile e gradita alla propria comunità di riferimento.

Suggerimenti pratici

Per chi approccia per la prima volta al crowdfunding, un suggerimento molto semplice  è quello di partecipare ad altre campagne osservando il processo dal punto di vista del sostenitore. Questo permette di capire cosa fa il progettista. Come funziona il processo della donazione e della ricompensa. Come viene comunicata la campagna sui canali social. Se ricevo delle email o vengo invitato a partecipare a degli eventi..

Domande importanti

Prima di mettere l’idea progettuale online, è importante chiedersi:

1)                  Perché le persone dovrebbero contribuire?

2)                  Quale valore aggiunto sono in grado di offrire?

3)                  Quanto ampia è la community?

4)                  Quale potrebbe essere la donazione media?

5)                   Quanto mi costano le ricompense e quanto costa spedirle?

5)                  Quali esperienze di co-creazione o collaborazione posso offrire alla mia community?


Stai pensando di lanciare una campagna di crowdfunding?

Scrivi a  progetti@innamoratidellacultura.it

Oppure carica direttamente la tua idea su www.innamoratidellacultura.it

Emanuela Negro Ferrero www.innamoratidellacultura.it

Finanziare la Cultura. Crowdfunding culturale e Art Bonus.

La cultura è un vero e proprio comparto che a livello europeo contribuisce al PIL per oltre il 5%. In Italia questo stesso valore superava fino ai primi mesi del 2020  il 6,1%.

I lunghi periodi di chiusura causati dall’epidemia di  Covid-19 hanno rivelato la fragilità delle industrie culturali. Oltre il 90% dei musei mondiali è stato chiuso completamente e l’industria cinematografica mondiale ha perso solo nei primi mesi dell’anno circa 10 miliardi di dollari.

A giugno 2020 una  stima approssimativa dava per i musei italiani una perdita di circa 80 milioni di euro; il cinema quasi 120 milioni di euro, gli spettacoli musicali 350 milioni di euro.

Al contrario i canali digitali hanno registrato un vero e proprio boom delle sottoscrizioni e in Italia nelle prime settimane di lockdown il pubblico è aumentato più del 100%.

Sembra evidente che la crisi provocata dal Covid-19 rappresenta l’occasione per attuare quel processo di digitalizzazione  in grado di consentire al comparto di rispondere in modo più flessibile alle richieste  di fruizione da parte del pubblico.

Ma non sono solo i luoghi fisici della cultura ad avere subito con forza gli impatti della pandemia. Le misure di lockdown prima – e di distanziamento sociale poi –  adottate in tutte le aree del pianeta, hanno determinato un blocco generalizzato delle attività creative.

L’effetto più immediato delle misure di contenimento della pandemia sul settore della cultura è stato un trasferimento di tutte le componenti possibili sui canali virtuali.

I mesi di lockdown hanno visto il proliferare di contenuti digitali ampi e diversificati, in particolarenei comparti audio-visivo e musicale. Si sono moltiplicate le dirette sui social media e le piattaforme di video on demand  e di streaming hanno registrato un’ulteriore accelerazione degli abbonamenti.

Nella fase più acuta della crisi la preoccupazione principale è stata quella di mantenere viva la relazione con i fruitori dei prodotti culturali,sfruttando le potenzialità offerte dal digitale che nel frattempo ha assunto un ruolo pervasivo nelle abitudini quotidiane. Certo,  un’esperienza virtuale non sostituisce in alcun modo l’esperienza diretta, soprattutto nella sua componente emozionale e soprattutto non costituisce un’attività da cui trarre profitto tale da compensare la perdita derivante dallo sbigliettamento e dagli eventi.

Finanziare la cultura con il crowdfunding.

La fortissima spinta verso il digitale ha dato un forte impulso anche al crowdfunding. Eppure, il comparto culturale da sempre in cronica carenza di fondi, sfrutta ancora poco questo strumento. I motivi sono vari ma, fondamentalmente, si possono riassumere affermando che il crowdfunding culturale in Italia paga la scarsa conoscenza dello strumento e delle regole e dinamiche che lo governano. Il ritardo digitale degli addetti del settore e la scarsa propensione verso i pagamenti digitali da parte del pubblico sono ulteriori fattori determinanti che solo con la giusta informazione e formazione degli operatori potrà essere superata.

La pandemia ha accelerato la conversione verso l’utilizzo di strumenti digitali ed è un fatto che le campagne di crowdfunding culturale siano aumentate di numero su tutte le piattaforme. Verticali come www.innamoratidellacultura.it o generaliste.

In ambito culturale, da maggio 2020 la nostra piattaforma www.innamoratidellacultura.it riceve quotidianamente progetti di altissimo livello spesso con  obiettivi di raccolta ambiziosi. Di questi progetti solo alcuni vengono messi online.  

Ho discusso l’argomento nel mio precedente articolo su questo blog a cui rimando e in cui spiego l’importanza della programmazione prima di affrontare una campagna di crowdfunding. Questo vale per qualsiasi progetto e per qualsiasi obiettivo economico.

I meccanismi che regolano il crowdfunding prevedono l’elaborazione di una strategia che include diversi aspetti di cui solo l’ultimo riguarda la pubblicazione del progetto sulla piattaforma.

Ricompense e Art Bonus

A partire dal 2014 in Italia è stato introdotto uno strumento di sgravio fiscale legato alle donazioni liberali in ambito culturale.

Cito dal sito ufficiale dedicato all’Art Bonus : “Ai sensi dell’art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i., è stato introdotto un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il c.d. Art bonus, quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale.

Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta”.

In buona sostanza il cittadino che decide di donare per sostenere uno dei progetti – pubblici – pubblicati sulla piattaforma di Art Bonus riceve in cambio uno sgravio fiscale pari al 65%.

Chi può beneficiare del contributo?

Gli interventi sono riferiti alla manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici;al sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica (es. musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, delle fondazioni lirico-sinfoniche, dei teatri di tradizione, delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, dei teatri di tradizione nonché dei circuiti di distribuzione, dei complessi strumentali, delle società concertistiche e corali, dei circhi e degli spettacoli viaggianti, per la realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo oltre che per effettuare interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, laddove destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni oggetto di tali interventi.

Dal 2017 ArtBonus allarga ad altri soggetti finanziati dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) : le istituzioni concertistico-orchestrali, i teatri nazionali, i teatri di rilevante interesse culturale, i festival, le imprese e centri di produzione teatrale e di danza ed i circuiti di distribuzione e dal 2019  include anche gli interventi per la salvaguardia di Venezia, e nella città di Matera.

Riportando l’attenzione al crowdfunding culturale, la donazione liberale con lo sgravio Art Bonus è  la ricompensa che viene data a chi contribuisce. Il fattore emotivo, che è la ragione principale che spinge le persone a partecipare a una campagna di crowdfunding, viene quindi sostituito da un motivo fiscale. Osservando i dati di raccolta su alcuni progetti, come ad esempio l’Arena di Verona o il Teatro alla Scala di Milano, si nota che certamente l’Art Bonus è uno strumento utile. Osservando però la quantità di progetti non finanziati viene il dubbio che vada bene per molti ma non per tutti. Il motivo?

La mancanza di una comunicazione mirata a coinvolgere la comunità di persone su cui sorge il bene o il progetto. Una campagna di crowdfunding ha questo specifico scopo: comunicare il progetto e coinvolgere le persone inducendole a partecipare offrendo in cambio una ricompensa. Se poi alla ricompensa si aggiunge anche lo sgravio fiscale…tanto meglio.

Su www.innamoratidellacultura.it è stata pubblicata recentemente la campagna per il restauro del Portale Aulico della Basilica di Santo Stefano a Bologna.

La campagna, promossa dall’Associazione Assosantostefano prevede dei reward interessanti per i donatori (quindi punta a coinvolgere emotivamente chi decide di partecipare), garantendo nel contempo lo sgravio fiscale derivante dall’Art Bonus.

Considero che il sito dedicato agli interventi  https://artbonus.gov.it/ si limita  a pubblicare i progetti, gli importi ricevuti e il numero dei donatori ma non si occupa della promozione. Per questo esistono le piattaforme come www.innamoratidellacultura.it in grado di supportare il proponente sia nella fase di progettazione della campagna che in quella della pubblicazione.

Se anche in Italia lo sgravio fiscale venisse allargato, come già accade in Francia, anche alle realtà private, la cultura italiana ne trarrebbe un enorme beneficio con un impatto eccezionale in termini di ricaduta economica sul territorio e sull’intera comunità

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Hai domande? Scrivi una mail a progetti@innamoratidellacultura.it

Emanuela Negro Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Fonti: Cultura e Covid-19 – Cassa Depositi e Prestiti;  Report Symbola 2020

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Crowdfunding. Il potere della Gratitudine.

Se sapremo provare Gratitudine nei nostri cuori e diffondere Gratitudine con le nostre vite rivoluzioneremo l’approccio “mors tua vita mea” che ha caratterizzato l’umanità fino al XX secolo, e costruiremo un futuro orientato a un nuovo necessario paradigma “vita tua vita mea”.

Oscar di Montigny

Con queste parole Oscar di Montigny nel suo saggio “Il potere della Gratitudine” sottolinea l’urgenza di rimettere l’essere umano al centro del sistema sociale.

La democrazia vacilla, il cambiamento climatico è una minaccia reale, la nostra vita e il mercato cambiano a una velocità difficile da assorbire e l’innovazione tecnologica irrompe a una velocità vertiginosa. La Gratitudine diventa centrale per rimettere l’uomo al centro di ogni sistema sociale perché solo legando l’innovazione alla sostenibilità potremo arrivare a quella che di Montigny definisce un“Economia Sferica”, centrata sull’essere umano e quindi in grado di perseguire una crescita equilibrata ed inclusiva.

Come si collega il crowdfunding alla gratitudine?

La settimana scorsa ho descritto i  meccanismi di marketing e comunicazione che sono all’origine del successo di una campagna di crowdfunding nella fase preliminare di progettazione della campagna stessa, la “pre-campagna”.

Questa volta mi soffermerò sugli elementi emozionali senza i quali una campagna di crowdfunding rimane un mero progetto di comunicazione, magari anche ben realizzato, ma in moltissimi casi destinato a fallire.

Dati alla mano, sappiamo che non è sufficiente scrivere un bel testo, registrare un video, ideare un piano ricompense allettante per ottenere il supporto delle persone e arrivare a raccogliere quanto serve per la realizzazione delle proprie idee.

Il successo di una campagna di crowdfunding è il risultato di un insieme di elementi che spaziano dall’attenta programmazione delle attività, alla comunicazione del progetto e, soprattutto, dalla capacità del progettista di coinvolgere le persone e indurle a partecipare con una donazione o, come si dice in gergo, di essere in grado di convertire.

Il crowdfunding di tipo “reward”, come quello proposto da www.innamoratidellacultura.it introduce l’elemento della “ricompensa” come elemento in grado di gratificare le persone e, auspicabilmente, di convincerle a partecipare.

E’ qui che entra in gioco la Gratitudine.

Una campagna di crowdfunding, dopo la fase di progettazione definita “precampagna” viene lanciata e diventa di dominio pubblico grazie soprattutto alla comunicazione sui canali social ed a tutte le iniziative di che il promotore decide di mettere in atto.

Se la progettazione è stata accurata, già dai primi giorni di lancio le persone dovrebbero iniziare a donare. Perché questo accada la presenza del progettista, la sua energia, capacità di entusiasmare e coinvolgere sono di vitale importanza.

Si tratta quindi di essere capaci di stringere relazioni di valore con il proprio pubblico, consapevoli che il successo dell’iniziativa dipende solo ed esclusivamente dagli altri.

Diventa quindi fondamentale ringraziare chi ci dà i suoi soldi per sostenere il nostro  progetto .

Sul piano digitale, ogni volta che sulla campagna arriva una donazione, la piattaforma rilascia in automatico una ricevuta. In genere è una email di ringraziamento con il titolo della campagna e l’indicazione della somma donata,

Secondo voi le persone si sentono “amate” in questo modo? E’ un modo sufficiente e utile per creare una buona relazione personale?

A mio avviso no. Comprendere che dimostrare la propria gratitudine agli altri è il vero motore di una campagna di crwodfunding. Questo vale sempre, non solo per il crowdfunding ma chi decide di promuovere una campagna deve averlo molto chiaro. Il crowdfunding significa “finanziamento dalla folla”. La folla è composta da esseri umani e le persone, tutte, più di ogni altra cosa amano essere riconosciute e apprezzate.

Dire grazie è davvero semplice. Gli strumenti a nostra disposizione sono davvero tanti, quasi tutti gratuiti e veloci da utilizzare.

Nell’ambito di una campagna di crowdfunding per dire grazie si può optare per un post sui social oppure inviando una mail personale, un messaggio se si conosce la persona che ha donato, una telefonata.

Bisogna ringraziare sempre. Tutti i giorni e ogni volta che arriva una donazione.

Esprimere la propria gioia e gratitudine perché abbiamo ricevuto del denaro, a volte anche da perfetti sconosciuti,   imprime quell’elemento di umanità che la semplice pubblicazione della campagna sulla piattaforma non possiede.

Hai un’idea in mente? Ti aiutiamo a realizzarla.

Scrivi a progetti@innamoratidellacultura.it

Emanuela Negro Ferrero www.innamoratidellacultura.it

Essere grati significa cooperare. Creare connessioni. Alimentare il grandissimo potere della condivisione e dell’uguaglianza.

Che cosa determina il successo di una campagna di crowdfunding?

Museo Villa Verdi con la campagna “Salviamo Villa Verdi” ha raccolto          12.494 euro su un obiettivo definito di 100.000. Si tratta di un ottimo risultato considerando che la campagna è stata lanciata durante la prima ondata della pandemia, si è svolta in estate, quando l’attenzione del pubblico non era esattamente focalizzato sulle donazioni a favore della cultura – preferendo cause legate all’emergenza sanitaria – e si è conclusa in autunno in coincidenza della “seconda ondata” e successivo lockdown. E’ stata una bella campagna, gestita bene e con soddisfazione sia per noi che per il progettista.

La domanda che ci siamo fatti è: come sono riusciti Angelo e Manuela a raggiungere questo obiettivo e perché non è stato raggiunto l’obiettivo di raccolta?

I progettisti, durante le numerose call precedenti al lancio della campagna  hanno seguito i nostri suggerimenti producendo un bel video intervista promozionale , un testo chiaro e ben scritto sia in italiano che in inglese e coinvolgendo la community di iscritti a canali social tramite la pubblicazione quotidiana di post interessanti e con immagini della Villa davvero suggestive. Le numerose relazioni personali di Manuela e Angelo hanno fatto scaturire una mini campagna video intitolata “I Grandi per Verdi”: personalità di spicco in ambito culturale artistico hanno promosso una call to action invitando le persone a partecipare.

Visto il momento complicato è stato concordato di svolgere un’attività stampa su scala nazionale e internazionale. Da qui sono scaturiti risultati interessanti e piuttosto imprevedibili. La copertura sia locale che nazionale è stata ampia grazie soprattutto alla visibilità della Villa sul territorio, alle relazioni personali degli eredi del grande Maestro e alla forza intrinseca espressa dalla campagna di crowdfunding.

Ad agosto, inaspettatamente, il cantante Morgan, emozionato per la richiesta di salvataggio della casa del più famoso compositore di musica italiano e intenzionato a promuoverne la raccolta di fondi, si è recato sul luogo con la sua troupe ed ha intervistato i proprietari, riuscendo in questo modo ad alzare ulteriormente il livello di attenzione sulla campagna. Sono arrivate più donazioni dopo la visita di Morgan? No. Sul sito sono aumentate le visite alla campagna e le visualizzazioni dei post sono salite. E’ stata la nostra attività stampa ad attirare Morgan?

Forse ,ma è più verosimile che il cantante abbia cercato un progetto culturale da sposare, sulla scia delle campagne promosse da Chiara Ferragni e dall’Estetista Cinica più per aumentare la sua visibilità personale che per far ottenere donazioni. In tutti i casi, la pubblicità insegna che avere un testimonial aiuta a vendere di più e Morgan senza dubbio ha aumentato le visualizzazioni sul sito.

Dalla metà di agosto abbiamo riscontrato un forte aumento delle donazioni  in coincidenza di interviste di qualità, come quella che siamo riusciti a ottenere sul canale televisivo nazionale tedesco e sulla  RAI. Analizzando i dati abbiamo aggiustato il tiro inserendo nel team un nuovo addetto stampa specializzato nella comunicazione di campagne di crowdfunding e portando avanti un lavoro di tracciamento digitale del pubblico di potenziali donatori.

Il risultato è stata un’ampia partecipazione da paesi come Giappone, Inghilterra, Francia e Spagna e Stati Uniti che ha portato ad oltre il 60% del totale delle donazioni ricevute in tutto. Purtroppo non sufficienti per raggiungere l’obiettivo di raccolta: perchè?

La risposta è semplice. Il successo di una campagna di crowdfunding si basa principalmente sulla precampagna.

Mettere online un progetto senza aver prima lavorato su una strategia pensando che sia il portale a raccogliere non è un dato reale. La raccolta fulminea può accadere per progetti caratterizzati da una forte emotività o da carattere emergenziale. In campo culturale, come peraltro per qualsiasi settore, definire una road map significa affrontare la campagna di crowdfunding in base a una precisa stategia.

COME SI RAGGIUNGE L OBIETTIVO DI RACCOLTA?

Il motivo per cui una campagna di crowdfunding ha successo si basa sulla messa in atto di  un insieme di regole e procedure che conducono il progetto verso il successo o, quantomeno, facilitano la raccolta di somme importanti per la sua realizzazione.

Esiste quindi una ricetta dietro a ogni campagna di crowdfunding di successo? Sicuramente sì. L’ingrediente segreto si chiama… crowd cioè la comunità di persone raccolte intorno al progetto e interessate a farne parte.

La stessa parola crowdfunding è composta dal termine “crowd” che in inglese significa folla. La folla, meglio detta comunità è l’elemento chiave del successo di una campagna di crowdfunding..

E’ dalle persone che arrivano i fondi e sono sempre le persone quelle che condividono l’idea e la diffondono. Perché le persone donano e perché diffondono? Questo non ha niente a che vedere con la strategia. Piuttosto si può assimilare al meccanismo utilizzato in pubblicità per vendere i prodotto.

Qualsiasi esperto di marketing sa che per vendere un prodotto serve comprendere qual’è il bisogno del consumatore e quindi soddisfarlo offrendo un vantaggio.

In campo culturale il bisogno delle persone è legato ai gusti personali ed è l’elemento emotivo quello che fa si che le persone si sentano chiamate in causa. Quale vantaggio traggono le persone partecipando ad una campagna di crowdfunding? Le spinte in effetti possono essere diverse fra loro.

Per esempio, il desiderio che   un determinato spettacolo, evento concerto si realizzi, che un artista possa esporre le sue opere oppure perché il restauro di un bene abbelisca o migliori il quartiere in cui si abita.

ll progettista che riesce a “scaldare e coinvolgere ” le persone” offrendo qualcosa che a livello emotivo gratifica un bisogno e sicuramente vince.

DOVE TROVO LE PERSONE PER LA MIA CAMPAGNA?

Questa domanda viene posta da ogni progettista quando decide di lanciare una campagna di crwodfunding. In genere rispondo chiedendo ”quante persone pensi di riuscire a coinvolgere per raggiungere la somma che ti serve? Quante di queste persone sono già nella tua rete di contatti? “.

Lo sconcerto di fronte a questa mia affermazione così come la leggenda che sia la piattaforma “giusta” a raccogliere e quindi a trovare i donatori, sono credenze piuttosto diffuse fra i neofiti del crowdfunding.

SPOILER. NESSUNA PIATTAFORMA FA LA CAMPAGNA AL POSTO DEL PROGETTISTA.

La differenza che ci può essere fra una piattaforma ed un’altra è la quantità presente nel database di nominativi di progettisti e donatori che potenzialmente possono partecipare oltre che la verticalizzazione.

Il database di www.innamoratidellacultura.it raccoglie solo nominativi di persone interessate a progetti culturali. Il database di una piattaforma generalista o specializzata in campagne per il terzo settore sarà magari più ampio ma anche più generico.

Pensare inoltre che l’invio della campagna tramite la Newsletter o la pubblicazione del post riferito alla  campagna sui canali social fa comprendere che, statisticamente, alcune persone potrebbero partecipare ma che il numero di persone necessario a portare a buon fine la campagna va comunque cercato con altre modalità.

La costruzione del crowd quindi, è il punto fondamentale di qualsiasi campagna di crowdfunding su qualsiasi piattaforma e va fatta prima della campagna e non durante.

Comprendere che la precampagna è importante e che è l’attività da svolgere imprescindibile perché la campagna abbia successo.

Riassumo. Questa fase precede il lancio della campagna, è dedicata alla progettazione e il suo obiettivo primario è proprio quello di intercettare un certo numero di persone i cui interessi convergono con l’idea progettuale.

Riuscire a coinvolgerle  per ottenerne la partecipazione è frutto di precise strategie. Soprattutto digitali.

COME SI FA A CREARE UNA LISTA DI PERSONE INTERESSATE ALLA CAMPAGNA?

Il crowdfunding viene assimilato ad una “colletta digitale” perché è a tutti gli effetti  un’attività che si svolge principalmente grazie a internet. Il successo di una campagna di crowdfunding è strettamente legato alla capacità del progettista di essere presente in rete con un sito web, canali social, un blog, un canale video.

Prima di iniziare la progettazione, è fondamentale analizzare con obiettività la propria situazione, soprattutto se l’obiettivo di raccolta è ambizioso e se non abbiamo una comunità di persone da poter sollecitare.

In questo momento, l’opportunità di farsi conoscere organizzando serate ed eventi è impossibile ma il digitale offre diverse soluzioni efficaci e che abbiamo sperimentato con successo sia con campagne pubblicate si www.innamoratidellacultura.it che per su altri portali.

IN CHE COSA CONSISTE LA CONSULENZA?

Durante la consulenza si valuta insieme al progettista qual è l’attività più adatta da percorrere per costruire la comunità – o per mettere a frutto quella già esistente- e le azioni da mettere in atto per coinvolgerle e indurle a partecipare.

In tutti i casi  l’elemento di partenza è quello di creare un “luogo” su cui far convergere l’attenzione. Per esperienza, so che è molto più semplice ed economico convertire persone che già conoscono il progetto in donatori piuttosto che “scaldare” nuovi contatti.

Questa attività digitale, strutturata con diverse tecniche, ha un costo “per contatto” e questo costo, fa cparte dell’investimento necessario per lanciare una campagna e costruire la comunità. Il vantaggio è che se la campagna dopo 45 giorni chiude, le persone che hanno partecipato restano.

UNA CAMPAGNA DI CROWDFUNDING COSTA?

A seconda delle attività, i costi variano dal tipo di attività richiesta. Si può partire dalla semplice analisi del progetto e della community fino ad arrivare alla completa gestione della campagna.

Purtroppo in Italia si tende a sottostimare il lavoro del crowdfunding management e si tende sempre a partire un pò al risparmio o senza una corretta strategia.

PER CONCLUDERE

Il successo di una campagna di crowdfunding dipende da molti fattori ma principalmente,  dal numero di persone che si è riusciti a coinvolgere. Per realizzare una strategia e poi tradurla in una campagna di comunicazione efficace è necessario prevedere un budget.

Se hai un progetto importante e la cifra che hai in mente come obiettivo di raccolta è ambiziosa oppure non hai tempo di gestire la tua campagna e preferisci che ce ne occupiamo noi, puoi contattare progetti@innamoratidellacultura.it per un preventivo personalizzato.

Felici di aiutare

Emanuela Negro Ferrero – www.innamoratidellacultura.it

Crowdfunding culturale. L’Arte combatte il degrado.

Da qualche anno si assiste  ad una sempre maggiore ri-appropriazione di spazi pubblici o privati per destinarli alla produzione culturale: da gallerie d’arte allestite su barche, ex bunker o stabilimenti industriali, l’arte porta nuova vita in luoghi abbandonati o dal passato complicato, per la riqualificazione urbana e la rigenerazione culturale e sociale.

Si tratta soprattutto di arte di strada, la meglio definita street art. E’da qui che è partito il  fenomeno  di riqualificazione di spazi urbani o periferici e la diffusione di un concetto di arte pubblica, condivisa e democratica.

Fra i moltissimi esempi di successo posso ricordare i lavori di decorazione di spazi pubblici come quelli della metropolitana di Stoccolma e dell’Underbelly di Parigi, galleria sotterranea e “segreta” decorata da una decina di street artist che hanno trasformato le pareti del tunnel  in  un percorso suggestivo fatto di murales davvero molto gradevoli.

Ma le iniziative più dirompenti  sono quelle che interessano luoghi veramente non convenzionali: gli artisti norvegesi Urd Pedersen e Liv Ertzei nel 2015 hanno aperto Slursula, una galleria su una barca attraccata al porto di Oslo; mentre in Bosnia troviamo Tito’s ARK è un ex-bunker di 6.500 metri quadri, costruito per proteggere il presidente Tito da possibili attacchi nucleari e oggi trasformato in spazio per mostre.

Anche qui da noi ci sono iniziative interessanti.

Da poco, a Torino,  è partito il bando Portici d’Artista, un progetto concepito per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti dal Comitato Rilanciamo Via Sacchi insieme al Politecnico di Torino DAD e dedicato alla trasformazione dei portici ottocenteschi di una via centralissima, purtroppo degradata a causa della chiusura delle attività commerciali e della vicina Stazione.

Di cosa si tratta?

Il bando Portici d’Artista prevede che, una volta terminato il processo di selezione,  gli artisti   vincitori creino una relazione con le persone che abitano e lavorano negli stabili dove oggi si trovano le saracinesche  abbassate e  che sono  disponibili a  prestare queste inconsuete  tele metalliche per essere trasformate.

L’idea di base è quella di arrivare a realizzare opere che siano  in sintonia con il genius loci del luogo, armonizzate con i desideri e il gusto di chi ci abita e, contemporaneamente,  capaci di rendere   gradevole il passaggio di chi transita e, se possibile, lo incentivino  proprio grazie all’abbellimento del luogo stesso.

Portici d’Artista è  il primo passo di un progetto molto più articolato e che nasce e prende forza proprio grazie alla comunità dei residenti della zona in cui si trova Via Sacchi e dal loro desiderio di riappropriarsi del territorio in cui vivono.

Lo strumento selezionato  per creare e rafforzare le relazioni con i cittadini è la campagna di crowdfunding lanciata su www.innamoratidellacultura.it il cui obiettivo finale, oltre ad ottenere una somma da mettere a disposizione per retribuire il lavoro degli artisti ed acquistare il materiale, è proprio quello di rafforzare il legame fra chi decide di partecipare alla campagna e chi invece metteràa disposizione la sua creatività e il suo talento per rendere Via Sacchi un luogo migliore.

Come ogni crowdfunding che si rispetti, anche per Portici d’Artista sono previste delle ricompense per ringraziare chi partecipa con una donazione. Parliamo di una scelta fra i bozzetti realizzati dagli artisti e anche di sconti nei negozi di Via Sacchi.

Psss, spoiler, in Via Sacchi potete trovare una delle migliori pasticcerie della città… in tempo di pandori e panettoni, farsi sfuggire lo sconto è davvero un gran peccato…

Partecipa su https://www.innamoratidellacultura.it/projects/portici-dartista/

Per saperne di più puoi contattare il Comitato alla mail rilanciamoviasacchi@gmail.com

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Emanuela Negro Ferrero www.innamoratidellacultura.it